Il mondo dell’editoria libraria sta attraversando un momento di cambiamento epocale. Il libro, seppur con una concorrenza mai vista prima in termini di attenzione, tra videogame, film on demand e social
network, mantiene un ruolo insostituibile nell’intrattenimento e nell’acquisizione di nuova conoscenza. Chi non se la passa altrettanto bene sono gli editori tradizionali e le vecchie librerie, in difficoltà nel far
quadrare i conti con la crisi del sistema paese Italia e il calo dei consumi e nel passaggio a forme di contenuto sempre più digitali. In questo scenario apparentemente critico, nuove professioni stanno
cominciando a emergere, per soddisfare nuovi bisogni o semplicemente seguire il lettore su nuove piattaforme per continuare il lavoro di sempre: cura di contenuti, proposte di qualità, ascolto e relazione
con il lettore.
In uno scenario macroeconomico difficile, alcuni segnali fanno ben sperare sul futuro del libro, qualsiasi forma esso debba avere nella sua naturale evoluzione. Il primo segnale positivo viene dal commercio
elettronico, settore in cui l’Italia è sempre stata agli ultimi post in Europa. Il rapporto 2013 sull’e-commerce in Italia redatto da Casaleggio Associati vede l’editoria proiettata su un +18% di crescita rispetto al 2012. Un dato in controtendenza rispetto al complesso del mercato editoriale, segno
di come Internet possa diventare un canale sempre più importante, anche per la vendita di libri. Il settore dell’editoria sta in media rispetto all’andamento di altri settori, tra il tempo libero quasi piatto
al +4% e l’arredamento previsto a +31% sull’anno precedente, ma superiore al turismo (+15%), da sempre uno dei segmenti più sviluppati on line.