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Mercato

Istituzioni e mercato: alla ricerca del giusto equilibrio

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2008

di Ilaria Barbisan

E' il caso del Brasile, una delle editorie più importanti del Sudamerica, che si è dotato nel 2006 di un importante piano di promozione della lettura attraverso biblioteche e miglioramento delle dotazioni scolastiche.

Produzione e mercato del settore ragazzi

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2014

di Emilio Sarno

Nel 2013 sono stati pubblicati 5.198 titoli (tra novità e ristampe) di libri per bambini e ragazzi. Nel 2012 furono 5.164 (Fonte: IE). Dunque siamo in presenza di una sostanziale stabilità (+0,7%) nell’offerta delle case editrici verso questo segmento di mercato. Così che, per effetto anche del calo della produzione complessiva di titoli a cui abbiamo assistito nel 2013, cresce il peso che i titoli di libri per bambini e ragazzi hanno fatto registrare nel 2013 sul totale della produzione: dal 7,8% sale all’8,1%. Il settore dei libri per ragazzi non è un segmento omogeneo, anzi! È diviso per generi, fasce di età, formati dei libri di carta (albi, libri attivi, da colorare, ecc.).

Quando il budget è a portata di click

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2014

di Michela Gualtieri

Il 17 ottobre scorso una triste notizia aveva sollevato molto clamore sul Web: il Festival del giornalismo di Perugia, manifestazione che per sette anni ha portato in Italia le figure di spicco del giornalismo internazionale, non avrebbe avuto luogo nel 2014 per mancanza di fondi. «Stop at the top» erano state le parole con cui gli organizzatori, Arianna Ciccone e Cristopher Potter, avevano annunciato che le dimensioni e l’importanza che il Festival aveva raggiunto non erano più sostenibili con i finanziamenti a loro disposizione. Piuttosto che abbassare il livello, preferivano tirarsi indietro. Al clamore è presto seguita la mobilitazione e dal 2 novembre è partita una campagna di crowdfunding che in 90 giorni ha raccolto 115.420 euro, il 115% del budget preventivato. Il 2 febbraio l’annuncio ufficiale: il Festival del giornalismo si terrà anche quest’anno, dal 30 aprile al 4 marzo, grazie al sostegno del popolo del Web e, in particolare, di 749 donatori che hanno deciso di finanziare l’iniziativa dietro il semplice compenso di un badge «Donor» per seguire gli eventi oppure (per i più generosi) di una menzione sul sito del Festival. Il crowdfunding, letteralmente «finanziamento della folla», è una forma di raccolta fondi consentita da piattaforme Web dedicate e alimentata da meccanismi tipici dell’era di Internet, che aggrega persone distanti e sconosciute in virtù di obiettivi comuni da loro giudicati importanti.

Dalla Russia con amore

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2014

di Elena Refraschini

Prosegue il nostro viaggio nei Paesi dalle editorie emergenti con tappa (la terza dopo i Paesi arabi e la Turchia) tanto complessa quanto affascinante: la Russia. Il Paese è stato Ospite d’Onore alla London Book Fair e al Salone di Torino nel 2011, oltre che al BookExpo America l’anno seguente. Dopo un periodo di crescita nei primi anni del nuovo millennio, durante i quali il mercato ha quasi raddoppiato il proprio valore dai 1,6 milardi di dollari nel 2003 ai 3 miliardi nel 2008, innalzando il Paese al terzo posto come produzione editoriale dopo Stati Uniti e Cina, la crisi economica ha portato con sé danni gravi a tutto il comparto editoriale e distributivo (il valore è sceso a 2,3 miliardi nel 2011). Nel giugno 2012, il più grande editore del Paese, Eksmo (che pubblica, tra gli altri, Murakami), ha comprato il numero due, Act, che deteneva il 13% del mercato e aveva sotto di sé, oltre a diversi marchi editoriali, anche la catena di librerie Bukva. In un Paese che copre 9 fusi orari differenti, anche quella della distribuzione è una sfida non da poco: e mentre il 2011 è l’anno che ha visto fallire la più grande catena libraria Top Kniga, nel 2012 è stato il turno del braccio distributivo di Pyaty Okean di dichiarare bancarotta. Come si è verificato anche in altri Paesi, mentre le grandi catene chiudono, le librerie indipendenti (che valgono circa il 50% del mercato russo) hanno un trend leggermente positivo.

Editori over the top

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2013

di Lorenza Biava

Realizzata sulla base dei dati 2012 dalla Rudiger Wischenbart Content and Consulting, la settima classifica dell’edizione mondiale condotta da «Livre Hebdo» restituisce, complessivamente, l’immagine di un settore in cui sembra essersi realizzata una sorta di tregua rispetto alla crisi imperante, almeno per quanto riguarda gli «over the top» della galassia editoriale. Il giro d’affari complessivo dei 50 principali gruppi editoriali (quest’anno il numero degli editori che hanno fatturato più di 150 milioni di euro, e che sono quindi entrati di diritto nel classement, è salito a 84) è infatti tornato ad assestarsi su valori che, se non possono dirsi pre-crisi, se non altro sono in crescita rispetto all’anno precedente. Il fatturato di questi gruppi – considerato, lo ricordiamo, in base al giro d’affari al netto di tasse indicato sul bilancio di esercizio 2012 e comprendente, almeno nelle dichiarazioni, le sole voci riconducibili alle attività editoriali librarie vere e proprie, i club e alcune attività e prodotti connessi come la distribuzione o le banche dati (non sono comprese la stampa quotidiana e periodica) – raggiunge nel 2012 quota 54,8 milioni di euro e torna ad assestarsi su valori vicini a quelli del 2010 quando si aggirava sui 54,0 milioni di euro. Si tratta di un valore complessivo che torna a salire dopo la tragica caduta dello scorso anno quando, per effetto della crisi, il fatturato dei Top 50 si era fermato a quota 52,7 milioni di euro.

I mogul del libro. Un anno dopo

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2008

di Raffaele Cardone

La nuova indagine offre diversi piani di lettura: permette di capire quanto vale e dove sta andando l'industria mondiale del libro, verso quali settori si stanno orientando le grandi holding dell'editoria e, non ultimo, chi ha in mano l'universo dell'editoria professionale e chi il mondo dell'educational.

I magnifici 7

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2013

di Elisa Molinari

Non solo la «tempesta è perfetta» ma il massimo depressionario è trasversale a pressoché tutte le editorie con la parziale eccezione della solita Germania e del Regno Unito. La prima contiene in un -0,8% le perdite nel 2012 rispetto al 2011 e il secondo fa addirittura un +4% rispetto all’anno precedente. C’è però un dato che viene prima di tutti e che è troppo poco messo in evidenza. Il valore del mercato europeo (almeno dei Paesi maggiori) vale qualcosa come 22,878 miliardi di euro, quando quello nordamericano arriva (anche se il dato è relativo ancora al 2011) a poco più di 20,2. Volendo considerare solo i mercati continentali si arriva a 18,964 miliardi contro i 24,157 di quelli anglofoni. Quello di Amazon (libri e tutto il resto) varrebbe 20,3 miliardi nel 2012. Detto in altro modo – e considerando solo la platea di questi sei mercati/Paese europei – si può comprendere meglio l’attenzione con cui i big player (i «regni combattenti» come avevamo titolato un e-book del dicembre 2012) guardano al lucroso mercato europeo riuscendo per di più a infilarsi con facilità nelle crepe delle differenti normative fiscali e di regime Iva che l’Unione europea ha consentito si aprissero nel suo territorio. Anche tenendo conto che i dati dei singoli Paesi non sono mai perfettamente combacianti e confrontabili tra loro, quello che emerge dalle schede curate da Elisa Molinari e contenute nelle pagine successive, è un altro aspetto che dovrebbe sollecitare domande e curiosità. I segni meno non sembrano essere «collegati » con le dimensioni che va assumendo il mercato degli e-book (qualunque cosa poi venga considerato e-book). E considerando poi che quello dell’e-book è ormai un mercato che ha come unità di misura il «miliardo» e non più il «milione». Anche nel mercato di lingua anglosassone (Uk +Usa) ci ritroviamo con un segno «+» nel Regno Unito, ma con un segno «-» in quello nordamericano. Nell’Europa continentale la Germania segna un -0,8%, ma è anche il Paese in cui gli e-book hanno oggi la quota di mercato maggiore. Francia e Spagna avrebbero la stessa quota di mercato digitale, ma andamenti complessivi di fatturato ben diversi.

Il futuro dei piccoli editori

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2013

di Antonio Monaco

Tra il 2005 e il 2010 abbiamo avuto un consolidamento della piccola e media editoria, e molti indicatori si sono presentati in crescita: • l’export e l’internazionalizzazione; • il numero di titoli pubblicati e quelli attivi in catalogo; • il fatturato complessivo che passa da 351 a 395 milioni; • e soprattutto l’incidenza % sul totale del numero di novità, che passa dal 35 al 45%, e del fatturato, che passa dal 9,6 all’ 11,6%. Ma ci sono diversi elementi di criticità che corrispondono ad elementi strutturali: • innanzitutto il margine di redditività (il costo di distribuzione cresce in media di oltre il 2%); • ma anche l’incidenza delle vendite di titoli di catalogo diminuisce (dal 24 al 22%); • pur crescendo il numero degli editori censiti (da 5.600 a 7.600), diminuiscono quelli attivi (da 3.100 a 2.700) e quelli con produzione nell’anno (da 1.700 a 1.600); • e, fatto più grave, ne nascono di meno e ne cessano di più. Senza dimenticare la diminuzione del peso delle librerie nel fatturato globale delle case editrici: nel 2001: 80% di cui il 63% indipendenti; nel 2010: 65% di cui il 37% indipendenti. Mentre i gruppi consolidano una presenza dominante nella filiera commerciale (le librerie on line, le catene librarie, le reti promozionali e distributive). Dal 2010 la crisi economica ha colpito con particolare vigore questo settore, che ha visto una generale decrescita delle case editrici attive, una diminuzione dei titoli pubblicati, una drastica riduzione degli addetti, anche se risulta, per quando minimo, un aumento della presenza dei titoli in catalogo (quasi il 2% in più). Osservare le cose con gli occhi del nemico Si tratta dunque di una realtà composita, che deve essere osservata senza compiacimento. Ecco la radiografia più aggiornata (al 2012) della situazione realizzata dall’Ufficio studi Aie su dati dell’Agenzia Isbn. Degli oltre 8 mila codici Isbn «solo» 5.074 fanno riferimento ad aziende editoriali attive (che hanno cioè pubblicato almeno un titolo nell’anno). Di questi un 45% è composto da «microeditori» con un’attività editoriale che non arriva a pubblicare più di 9 titoli all’anno. Mentre possiamo definire editori «in crescita»: le imprese che hanno una produzione di almeno 10 titoli all’anno – significa almeno un titolo al mese in lavorazione, e dunque con un minimo di struttura redazionale, un proprio progetto editoriale, una distribuzione ecc. – sono oggi in Italia 1.326. Di queste case editrici quasi il 65% pubblica non più di 30 titoli l’anno; si arriva all’80% se comprendiamo anche quelli che arrivano a pubblicarne 60.

Lungo la Panamericana

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2008

di Ilaria Barbisan

In vista della partecipazione dell'Italia alla prossima Fiera del libro di Guadalajara, continuiamo nell'esplorazione delle editorie latinoamericane, anche con lo scopo di fornire alle case editrici informazioni utili a conoscere questi mercati.

Fine di un ciclo?

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2008

di Gianni Galleri

La produzione libraria italiana dedicata al mondo islamico è cambiata in maniera sensibile all'indomani della tragedia dell'11 settembre. Le sue caratteristiche sono mutate probabilmente in maniera strutturale. Nel 2000 vengono pubblicate soltanto 87 opere che riguardano il mondo islamico; l'anno successivo vedono la luce 147 titoli con una variazione del +68,97%.

Un mercato cerniera

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2008

di Fabio Davite

109 milioni di persone (un quinto del bacino ispanofono), una popolazione giovanissima e un'economia dinamica. Un Paese cerniera fra le Americhe, ponte per l'Europa, terminale di investimenti italiani.

La mappa editoriale 2013

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2013

di Sandro Pacioli

Per il quarto anno consecutivo il «Giornale della Libreria» propone ai suoi lettori la Mappa dell’editoria italiana. Ma cosa può rappresentare oggi una mappa? E una mappa di un settore come quello dell’editoria? Wikipedia ci dice che «una mappa è una rappresentazione semplificata di uno spazio che evidenzia relazioni tra le componenti (oggetti, regioni) di quello spazio. Una mappa è comunemente una rappresentazione bidimensionale […] di uno spazio tridimensionale. […] Più in generale, le mappe possono essere usate per rappresentare qualsiasi proprietà locale del mondo o parte di esso, o qualsiasi altro spazio». Nel tracciarla, fin dalla prima edizione, ci eravamo spinti a rappresentare anche ciò che poteva apparire fuori dal mondo fisico del produrre e distribuire libri come le aziende (controllate da gruppi editoriali e case editrici) che producono software e studi professionali; il settore delle banche dati; la distribuzione fisica e quella digitale. Dicevamo comunque di una «rappresentazione semplificata». Dall’Agenzia Isbn sappiamo che 8.440 «imprese» hanno un codice Isbn, ma il 56% non aveva pubblicato alcun titolo nel corso dell’anno (il 2012). Quelle attive (hanno pubblicato «almeno un titolo», fino a 9) sono 3.748 (il 44%): microeditori? Le altre case editrici che superano la soglia di 10 titoli all’anno e quindi – dobbiamo supporre – hanno un progetto editoriale ben definito, un piano editoriale e produttivo sviluppato nel tempo,una struttura redazionale e distributiva, sono 1.326. Il 15,0% di tutto.

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