Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina

Ediser

Up d'Italia

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Redazione

Difficile tracciare confini netti data la varietà delle caratteristiche che le accomunano e allo stesso tempo le differenziano. Ciò di cui si ha la certezza è che le University press italiane sono una realtà fondamentale all’interno degli atenei nazionali. Una chiacchierata con il consorzio che le riunisce permette di capire come si sono sviluppate e verso dove stanno andando.

Vero/Non vero

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Marco Polillo

L’appuntamento della Buchmesse non vuole essere quest’anno solo l’occasione per fare il punto sullo stato dell’editoria italiana in un confronto con gli altri Paesi. Come indicano i dati del Rapporto Aie 2011, siamo sempre la settima-ottava posizione mondiale e la quarta-quinta in Europa. L’editoria italiana sta soffrendo per la crisi: da quando è iniziata nel 2008, abbiamo avuto riduzioni di fatturato, ma meno di altri settori, rafforzando così la nostra posizione come primo settore per spese dei consumatori tra le industrie italiane dei contenuti (stampa quotidiana e periodica,home video, cinema, tv, musica, etc).

«Accio» e-book!

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2011

di Lorenza Biava

«L'ultimo magico trucco del mio adorato Harry» così J.K. Rowling, che con 400 milioni di copie vendute e 700 milioni di euro di guadagni alle spalle può di diritto essere definita la scrittrice di maggior successo del nostro tempo, commenta il lancio del neonato sito Pottermore, che nei mesi scorsi è stato oggetto di una strategia di lancio senza precedenti in campo editoriale. Neanche per un best seller come la saga di Harry Potter che, tradotta in 65 lingue – dall'azerbaigiano allo zulù passando per il greco antico – ai lanci sensazionalistici non è affatto nuova come testimoniano le ben collaudate veglie in libreria con tanto di cappelli a punta e dolcetti in occasione dell'uscita di ognuno dei volumi della saga.

10 anni dopo

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2011

di Emilio Sarno

In attesa di celebrare i vent’anni di Più libri più liberi (Plpl) potrebbe essere interessante, in occasione del decennale, cominciare a interrogarci su come sarà la piccola e media editoria da qui a vent’anni. Indubbiamente quando a dicembre del 2002, al Palazzo dei congressi all’EUR di Roma, si aprì la prima edizione della Fiera, il quadro del mercato nazionale e dello scenario internazionale – con i tre big player (Amazon, Google, Apple) ancora lontani dallo scardinare i paradigmi del commercio e della produzione mondiale di libri (che non fosse l’e-commerce), delle tecnologie agli albori del Web 2.0 con i suoi social network, il self publishing, il mercato mobile e di iPhone e iPad – appariva ben diverso da come appare oggi.

Acquisizioni per affinità

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2011

di Redazione

Il 2010 e 2011 ha visto il Gruppo Feltrinelli attivo su più fronti: l’apertura di nuove librerie (o la loro ristrutturazione) e lo sviluppo di nuovi format; l’impegno nel riorganizzare le attività di distribuzione/promozione a seguito dell’acquisto di Pde nel 2008; la crescita nell’e-commerce librario dopo l’esperienza (pionieristica ma deludente) di Zivago-Kataweb del ’99 e l’ingresso in quello degli e-book con i propri titoli e con Edigita. Tuttavia la novità più importante del gruppo – 5-6% di quota di mercato nei canali trade nel 2010, la catena di librerie con la maggiore superficie commerciale (57 mila mq di vendita) e il maggior fatturato nel nostro Paese –, sta nel fatto che ha iniziato ad affacciarsi e a vedere un suo sviluppo anche in direzione del mercato internazionale. «Alcuni anni fa – spiega Dario Giambelli, amministratore delegato di Effe 2005, la holding del Gruppo – la nostra proprietà ha posto al centro delle sue scelte strategiche il tema della crescita».

Attualità o futuro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2011

di Giovanni Peresson

Rappresenta uno dei segmenti editoriali dove maggiore risulta essere la crescita. È quello dell’«attualità», dei libri di inchiesta sulle tante vicende oscure italiane, gli scandali, le caste, i delitti oscuri e mediatizzati che hanno affollato pagine di giornali e serate televisive del nostro Paese. Come pure legate a vicende internazionali. Crescita dei titoli e delle copie distribuite, marchi (o collane) e case editrici che si posizionano su questo nuovo settore che – grazie anche ad alcune azzeccate impostazioni grafiche di copertina – hanno potuto sfruttare anche una migliore visibilità sugli scaffali e sui banchi della libreria.

Comprare on line

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2011

di Redazione

Tra 2009 e 2010 il commercio on line di libri è cresciuto del 25,0%. Da una quota di mercato del 3,5% (sui canali trade) è passato al 4,3%. A metà 2011 il valore raggiungeva il 5,5% e non è difficile immaginare a fine anno una quota di mercato – relativa ai soli libri di varia – del 6%. Per di più non considerando tutte quelle vendite che derivano da parti di assortimento che non sono la «varia nuova ». E quindi: usato (scolastico + varia usata), cinema, cartoleria, elettronica di consumo e/o telefonia, ecc. Assortimenti che sono speculari a quelli che troviamo oggi in una moderna libreria di catena e non. Ma da cosa dipende la crescita di questo canale di vendita dei libri, che a sua volta probabilmente trainerà – sia detto per inciso – il futuro mercato degli e-book? E che rapporto c’è tra questa crescita degli ultimi anni (e mesi) e il più generale fenomeno di sviluppo dell’e-commerce? Lo abbiamo chiesto a Roberto Liscia, presidente di Netcomm, il quale afferma che tale crescita, tra 2009 e 2010 «ha sorpreso anche noi per dimensione ed entità».

E-book accessibili

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2011

di Rosa Mugavero

Negli ultimi anni, con la diffusione delle nuove tecnologie e la crescente produzione di file digitali, la richiesta da parte di persone con disabilità visiva di avere accesso ai contenuti editoriali con la stessa ampiezza e con la stessa tempistica dei lettori normodotati è aumentata notevolmente. Per poter rispondere in maniera concreta a questa esigenza lo scorso gennaio, come è noto (cfr. Il progetto Lia, di Cristina Mussinelli, «GdL» gennaio 2011, pp. 16-17), è stato avviato il progetto Lia: Libri italiani accessibili, finanziato dal Ministero per i beni e le attività culturali all’interno del Fondo in favore dell’editoria per ipovedenti e non vedenti, e coordinato dall’Aie attraverso la sua società di servizi Ediser.

I nuovi re sole

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2011

di Raffaele Cardone

Giunto alla quinta edizione, «Le classement Livres Hebdo de l'édition mondiale» stila la classifica di tutte le aziende editoriali che, indipendentemente dalle aree linguistiche, geografiche o dai mercati in cui sono presenti, superano i 150 milioni di euro di fatturato. Dal punto di vista del «campionato», non è cambiato molto dall'anno scorso: i mogul dell'editoria, i primi dodici conglomerati del publishing, restano gli stessi, con piccole variazioni nella parte alta della classifica e un manipolo di nuovi protagonisti da Cina, Corea e Brasile; in tutto 87 società riconducibili a 58 gruppi editoriali di 17 Paesi.

I saperi della scienza

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2011

di Laura Novati

È stato annunciato il programma autunnale del Festival della scienza di Genova, il primo del genere in Italia, il più importante in Europa, che sarà poi seguito da Roma con la variante scienza/scienze; oltre ad aver dato diretto o indiretto impulso anche ad altri festival culturali dedicati a scienze non umanistiche (si pensi al Festival dell’economia di Trento che ha avuto immediatamente un forte riscontro), l’esistenza di questo consolidato appuntamento annuale rileva l’esistenza e il bisogno, quindi l’offerta, di un sapere scientifico diffuso, sarebbe meglio dire di una consapevole «cittadinanza scientifica»; quando i cittadini sono chiamati a decidere sul nucleare sì nucleare no piuttosto che sul futuro delle cellule staminali o sulle forme di procreazione lecite o illecite sarebbe quanto meno opportuno che si sapesse correttamente di che cosa si sta parlando; non bastano evidentemente al bisogno né la scuola dell’obbligo né i mezzi di informazione a più largo spettro e minore specializzazione (e nemmeno l’obbedienza a comandamenti extrascientifici di varia provenienza).

L’impatto del copyright

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2011

di Lorenzo Ferrario e Jacopo Milesi

Lo scorso gennaio la Copyright Licesing Agency (Cla), equivalente inglese della Siae, ha commissionato a PricewaterhouseCoopers un’indagine per verificare l’impatto del diritto d’autore sull’economia del Regno Unito. PwC, multinazionale che si occupa di consulenza e servizi alle aziende, ha approfondito in particolare il ruolo del copyright per le opere artistiche e letterarie, analizzando tre punti chiave: il valore economico del copyright, quello del secondary copyright (diritti di riproduzione) e infine il ruolo del collective licensing attraverso la mediazione delle Collective Management Organisations (Cmo). Per realizzare il report, pubblicato a marzo 2011, PwC si è servita di ricerche provenienti dalle stesse Cmo, oltre ad altre indagini del Cla, dell’Authors’ Licensing and Collecting Society, della Publishers Licensing Society e della Design and Artists Copyright Society. I dati contenuti in queste indagini, incrociati con quelli di altre rilevazioni e comparati in una prospettiva macroeconomica, costituiscono l’asse di questo report, di cui proponiamo di seguito i principali risultati.

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.