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Ediser

Capire la Cina

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Laura Novati

Alla fine di luglio, sola, Edoarda Masi è morta a Losanna, ponendo fine a una lunga malattia e a sofferenze che l’avevano resa invalida, lei così indipendente e libera e fiera della propria autonomia e libertà. Con lei se ne è andata non solo una grande sinologa, ma in un certo senso un punto di raccordo degli studi sinologici italiani del secondo Novecento, un ruolo svolto attraverso l’insegnamento, ma ancor più attraverso pareri, suggestioni, traduzioni per diversi editori, da Utet a Garzanti a Rizzoli. A suo modo, è stata per decenni un editor nascosto per quanto riguardava il mondo cinese, più attenta alla vita politica della Repubblica popolare fino agli anni ’80, più sensibile da allora alla lettura dei suoi classici, senza mai rinunciare però all’analisi critica di tutto quanto succedeva nel vorticoso trasformarsi capitalistico del sud est asiatico e del colosso cinese in particolare, con forti denunce per quanto si andava preparando (ivi compresa la «crisi» occidentale degli ultimi anni).

Copy in Italy

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Luisa Finocchi

Si parla spesso, in questi tempi di crisi, di come impostare un nuovo modello di rapporto tra cultura e impresa capace di superare sia la logica mecenatistica o filantropica, sia la logica un po’ logora della sponsorizzazione, andando nella direzione di una partnership sempre più determinata tra cultura e imprese che non trascuri il ruolo necessariamente propositivo che le istituzioni pubbliche, tanto a livello nazionale quanto locale, possono e devono avere nella costruzione di un sistema culturale capace di dialogare con le attività produttive.

CrossRef

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Lorenza Biava

Ha fatto molto parlare qualche tempo fa la pubblicazione da parte del Ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca dei nuovi criteri guida dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) che, tra gli altri temi, affronta anche quello dei criteri di valutazione per l’abilitazione scientifica nazionale. Particolarmente controversa la considerazione espressa nel testo secondo cui la pubblicazione di un articolo di ricerca su una rivista scientifica o un journal estero avrebbe maggiore rilevanza che su una italiana. Un principio di certo discutibile – e che ha visto la mobilitazione degli editori nostrani – con cui oggi il mondo universitario si trova a dover fare i conti.

Dal facsimile alle app

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Giovanni Peresson

Il mercato dell’editoria d’arte e d’immagine non sta attraversando anni facili. Solo qualche dato per articolare meglio il quadro: -3,3% nelle novità pubblicate, 1.430 copie/titolo, un mercato nei canali trade di poco meno di 60 milioni di euro (+0,8%) e di circa 25 milioni tra bookshop di musei e mostre d’arte. Per di più, di quei quasi 60 milioni di euro, solo 27,5 derivano da quello che si considera il core business del settore: monografie illustrate, cataloghi, design, fotografia. Tutto il rimanente è saggistica, con più o meno ampi corredi iconografici. E questo segmento, all’interno di quello arte/immagine, rispetto al 2008 fa segnare un -6%. I cataloghi e i libri d’arte, però, rappresentano solo una parte di un più vasto settore che l’Ufficio studi dell’Aie sta progressivamente indagando.

Fenomeno Larsson

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Gabriele Pepi

C’è stato un tempo eroico in cui, quando si parlava di Svezia, il primo pensiero erano le artiche bellezze (non solo paesaggistiche) offerte dalla penisola seguite, a breve distanza, dal senso di libertà e avventura emanato da quella natura selvaggia e potente. Bei tempi e proprio per questo forse ormai tramontati. Oggi le bionde sono sempre meno, i fiordi sono invasi dai turisti e le foreste profanate da cacciatori di alci della domenica ma, nonostante questo, l’estremo nord non è mai stato così vicino a casa nostra. Merito oltre che dell’opera di paziente semina di case editrici geolocalizzate come Iperborea – da almeno vent’anni impegnata nella diffusione delle letterature nord europee – anche e soprattutto di fenomeni popolari come il boom di Stieg Larsson che, con la sua trilogia Millenium (Uomini che odiano le donne, La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta), edita da Marsilio, e i tre omonimi film campioni di incassi, ha ripetuto anche in Italia il successo già raggiunto in mezzo globo, senza contare le bizzare iniziative fioritegli intorno.

Il Braille e le tecnologie

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Rosa Mugavero

Dal 27 al 30 settembre si è svolto a Lipsia il World Congress Braille21 – Innovations in Braille in the 21st Century. Organizzato dalla Dzb – Deutsche Zentralbücherei für Blinde, la Biblioteca tedesca per ciechi. Il convegno ha visto la partecipazione di oltre settanta relatori provenienti da tutto il mondo, i quali si sono riuniti nella prestigiosa università tedesca per discutere dei principali cambiamenti e delle possibili opportunità che le nuove tecnologie potrebbero offrire al Braille, il sistema di scrittura e lettura utilizzato dai non vedenti.

L'ecosistema Kindle Fire

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Raffaele Cardone

Il tablet di Amazon è in vendita – solo negli Usa – dal 21 novembre e i lettori del GdL avranno ormai letto decine di articoli sull’argomento. Spostiamo quindi l’attenzione da cosa è Kindle Fire (un tablet con un nuovo browser, il Silk, pensato per «splittare» i contenuti tra Kindle e i Cloud Services di Amazon), e cosa non è (non è per il momento sofisticato e «connesso» come un iPad2), a cosa sarà, a come potrebbe muovere il mercato editoriale con app, e-book, video, film, serie tv e altri prodotti dell’industria globale dei contenuti. Nell’industria dei contenuti digitali su device portatili la tecnologia ha guidato il mercato degli ultimi anni. Kindle ha di fatto creato il mercato degli e-book negli Usa e in UK; non era il primo, e neppure il migliore fra i reading device, ma bisogna dar ragione a Bezos quando lo presentò anni fa non come un gadget tecnologico, ma come un servizio. Kindle Fire può e vuole far propria questa definizione? Nelle intenzioni, sembra di sì.

Le «Mostre impossibili»

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Laura Novati

La frase riportata nell’occhiello di André Malraux non solo è perfettamente vera e detta con buon anticipo sui tempi, ma può essere una perfetta epigrafe di un progetto che da circa un decennio è stato avviato dalla Rai, ideato e diretto da Renato Parascandolo, prima direttore di Rai Educational, poi di Rai Trade, e realizzato presso il Centro di produzione TV della Rai di Napoli, in collaborazione con la Direzione sviluppo e coordinamento commerciale. L’idea di fondo è concepire la Rai – in quanto servizio pubblico, anzitutto – in modo evolutivo, cioè non solo come momento di trasmissione di programmi, dall’informazione alla fiction, da «consumare» in modo passivo, ma di considerarla piuttosto come un enorme deposito di contenuti da gestire e riproporre secondo una multimedialità aggiornata ai tempi digitali e al consumo «multiplo, interattivo, digitale».

Leggere in piazza

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Giovanni Peresson

Per l’editoria italiana settembre è mese di festival come Natale è mese di libreria. Ormai – dopo il crescendo di Mantova (quest’anno 64 mila i biglietti staccati e circa 40 mila le presenze stimate agli eventi gratuiti – dal 1997 i festival letterari, nelle loro varie declinazioni, generi e formule, fanno ormai parte del panorama e delle agende degli uffici stampa, delle direzioni editoriali e commerciali, delle stesse librerie. Ne fanno parte, dalla fine degli anni Ottanta, dopo il successo (inaspettato) del Salone di Torino (prima edizione 19-23 maggio 1988) fiere e saloni del libro. Si è scritto e detto molto in questi anni sui festival. Sulla dimensione del loro impatto economico sul territorio (le indagini di Ask su Sarzana, o quelle più recenti sul Salone del libro di Torino). Sulla loro funzione di marketing rispetto al progetto editoriale della casa editrice, di lancio di nuovi autori, di rafforzamento del brand di autori consolidati. Ma anche sul loro effetto «promozione»: una delle componenti della crescita della lettura nel nostro Paese in assenza di altre iniziative (+15,7% dal 1998).

Modello cercasi

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Piero Attanasio

Sembra finalmente delinearsi un percorso per la definizione di modelli condivisi per la gestione dei diritti d’autore nei programmi di digitalizzazione su larga scala dei patrimoni librari delle biblioteche. La Commissione europea ha emanato la proposta di Direttiva «su taluni usi consentiti di opere orfane», che dovrà ora essere discussa e approvata dal Parlamento e dal Consiglio europeo. Parallelamente la Commissione ha promosso un «dialogo tra portatori di interesse» per il trattamento delle opere fuori commercio nei programmi di digitalizzazione. Il confronto tra rappresentanti di autori, editori, biblioteche e società di gestione collettiva ha portato alla sigla di un «Memorandum of understanding» che fissa alcuni principi guida sulle modalità di gestione dei diritti sulle opere fuori commercio nelle biblioteche digitali.

Ritrovarsi in libreria

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Ilaria Barbisan

Gli eventi in libreria sono una prassi ormai consolidata, anzi intrinseca alla vita di ciascun punto vendita, sia indipendente sia di catena. Le presentazioni di libri, i corsi, i laboratori per bambini, le mostre, i dibattiti sono tutte attività diventate imprescindibili da qualsiasi logica di marketing e in particolare in un’ottica di fidelizzazione della clientela, che sempre più spesso ha bisogno di essere coccolata attraverso attività esperienziali all’interno del punto vendita. Così, poco importa se i metri quadrati a disposizione sono esigui, l’importante è «fare», ancor meglio se in maniera creativa. Entro queste linee si muovono diverse librerie indipendenti italiane che trattano gli eventi come parte preponderante della loro attività e si considerano ormai come luogo di aggregazione cittadina.

Standing Up!

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Daniela Grati

Sembra di ripetere lo stesso ritornello da tempo – e ogni anno la situazione appare più grave – ma l’editoria universitaria – con tutte le sovrapposizioni da un lato nell’editoria professionale e dall’altro in quella della varia – continua a vivere in uno stato di crisi, sicuramente non favorito dalla riforma attuale che, se da un lato si è sforzata di ridurre la proliferazione dei corsi, dall’altro ha ulteriormente tagliato le risorse messe a disposizione per l’acquisto di collezioni e testi da parte delle biblioteche universitarie. Senza contare poi lo sviluppo di University press, realtà di rilievo in tutti i Paesi occidentali più evoluti…

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