Non solo di storia dell’editoria si deve parlare ma anche di geografia editoriale, per riprendere il noto paradigma dionisottiano applicato alla letteratura. Una geografia che, come la storia, è in evoluzione e in sommovimento, come ben mostra il caso del Lazio e di Roma in particolare.
Con 907 case editrici (il 17,2% del totale) il Lazio rappresenta nel 2005 la seconda regione italiana per numero di imprese dopo la Lombardia (1.218, pari al 23,1%: Fonte: Editrice Bibliografica). Anzi in un confronto puramente numerico che non tiene conto delle dimensioni produttive, di fatturato, di continuità produttiva di addetti e di indotto, ecc. Roma sopravanza, e dal 2003, Milano nel numero di case editrici «censite» (788 contro 782); a distanza seguono appunto altre due capitali storiche dell’editoria italiana: Torino (che ne censisce 226) e Firenze (195: Fonte: Editrice Bibliografica).
Un conto è naturalmente parlare di «imprese», un altro di mercato.