La rivistaAl centro del flusso
di Redazione
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Il polo logistico di Gorgonzola, altrimenti conosciuto come «cittadella dell’editoria», circa 50.000 mq totalmente dedicati al settore del publishing con particolare riferimento al segmento librario, si inserisce nella strategia complessiva di TNT Logistics che ha l’obiettivo di costituire magazzini monotematici per settore di attività. In questo modo è infatti possibile sviluppare, oltre a sinergie operative e distributive, centri di competenza in cui concentrare know how specifico e raggiungere quella massa critica necessaria per erogare ai clienti servizi che in termini di qualità, puntualità e flessibilità si attestino su livelli di eccellenza.
Un’attenzione alle esigenze specifiche dei clienti che ha consentito a TNT Logistics di operare con successo sin dal 1988 in partnership con i maggiori player del comparto editoriale italiano. Con Gioachino Figlia, direttore Divisione Publishing&Industry, parliamo dei risultati raggiunti in questi anni e delle prospettive di sviluppo del settore Publishing.
Anche l'istruzione ha un prezzo
di Giovanni Peresson
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Ormai per il terzo anno consecutivo l’Aie effettua attraverso Ispo un’indagine sui prezzi dei libri scolastici in adozione.
L’analisi viene realizzata sul listino prezzi informatizzato relativo a 32.680 referenze, che comprende tutti i libri proposti dalle case editrici per le scuole secondarie di primo e di secondo grado. Ricordando che i prezzi delle opere in commercio sono stati definiti a inizio anno e non subiscono modifiche nel corso dell'anno scolastico, l’analisi intende rilevare l'«indice di variazione media percentuale di prezzo» ed effettuare un confronto con i dati di trend relativi agli anni precedenti. Le variazioni medie percentuali dell’indice e tutti i valori di trend sono stati analizzati anche per tipologia di scuola (di primo e di secondo grado); tipologia di libro (libri di corso, libri di supporto, atlanti/dizionari/codici) e principali materie scolastiche.
A questa analisi sull’andamento dei prezzi è stata poi affiancata un’altra indagine relativa a come le famiglie – e in particolare quelle con figli che frequentano i diversi ordini di scuola – abbiano percepito l’andamento generale dei prezzi e, al suo interno, quello relativo alle spese scolastiche.
Avere 2 anni
di Riccardo Fedriga
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Credo che non vi sia migliore modo per riflettere su una struttura formativa come un master in editoria, che si basa sulla istituzionalizzazione del trasferimento di quella forma di esperienza che è il sapere editoriale - di solito gelosamente tramandato come un segreto - che partire dal racconto dell’esperienza vissuta nella progettazione e coordinamento del Master in editoria cartacea e multimediale della Scuola superiore di studi umanistici dell’Università di Bologna.
La storia del master bolognese vede la sua origine nell’incontro tra una spinta dall’alto e una dal basso. Circa la prima spinta, le cause che hanno portato alla progettazione e realizzazione del master risiedono nell’esigenza, manifestata da proprietari e alti funzionari editoriali, di dotare il comparto editoriale di un bacino di persone sistematicamente formate, in grado di mantenere – e di aumentare – il livello professionale e, a cascata, quello delle pubblicazioni. Circa la spinta dal basso, il master bolognese è nato in seguito a una forte richiesta studentesca di professionalizzazione e avvicinamento della realtà universitaria a quella aziendale. Concretamente questo si è tradotto nel successo di un corso di editoria, tenuto inizialmente da Umberto Eco e poi da chi scrive, presso la facoltà in discipline della comunicazione dell’università di Bologna. In tre anni (1998-2001) dall’attivazione del corso si giunse a una richiesta di circa 25-30 tesi l’anno, su un numero chiuso di iscritti pari, allora, a 150 unità. Quasi un quarto degli studenti, quindi, voleva laurearsi con una tesi su temi editoriali: tutti editori dunque?
Basta una cartolina
di Laura Novati
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E’ noto che il prodotto più venduto in tutti i musei del mondo è la T-shirt o maglietta che dir si voglia, ma dietro a essa segue la modesta cartolina; costa poco, in assoluto è il «ricordo» della visita che costa meno, ma ha un alto valore aggiunto che non sempre viene debitamente sfruttato.
Harry Potter e il Principe al 50%
di Raffaele Cardone
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Record di vendite polverizzati, un brand planetario che è diventato più che una serie di libri un fenomeno di costume. E ancora film, merchandising, edizioni piratata, e non, tradotte nelle lingue più strane. Harry Potter sembra trasformare in oro tutto ciò che tocca, ma proprio per il giro d'affari che è capace di creare genera anche sconquassi nelle fragile e sempre più concentrata filiera editoriale.
Ai primi di settembre naviga ancora nella top ten delle classifiche mondiali, specialmente di quelle dei Paesi di lingua inglese, ma Harry Potter and the Half-Blood Prince ha battuto anche altri, preoccupanti record.
I top ten dei ragazzi cinesi
di Laura Novati
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Gli editori di libri per l’infanzia si trovano oggi in una fase di prosperità senza precedenti. Nel 2002, oltre 30 case editrici specializzate hanno pubblicato 230 milioni di copie, relative a 7.393 titoli.
Per queste 30 case editrici lavorano 3.000 redattori, 3.000 scrittori specializzati e alcune famose tipografie.
I 200 milioni di giovani lettori costituiscono certo un enorme potenziale di mercato.
Il business del copyright di tali libri ricopre circa il 20% del totale di tutto il settore librario, rappresentando perciò la parte più vivace dello scambio di copyright del Paese e questo perché la maggior parte dei libri è importata.
In senso stretto
di Emilio Sarno
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In Sicilia risultano censite 102 case editrici (Fonte: Istat, 2003) anche se altre fonti bibliografiche elevano questo numero a 203 pari al 3,8% del parco aziende attive in Italia (Fonte: Editrice Bibliografica, 2004). Attenendoci al primo dato, possiamo subito notare come in realtà questo numero – in modi per la verità del tutto analoghi a quelli che abbiamo riscontrato in altre realtà regionali – comprenda un 40% di aziende che dichiara di non aver pubblicato alcun titolo nel corso dell’anno di rilevazione. Un quadro, dicevamo, tipico di molta editoria locale (si veda Il valore della creatività nella piccola e media editoria, Milano, Aie, 2004, oppure le puntate precedenti di questo Speciale regioni) alle prese con una produzione spesso legata a situazioni di committenza pubblica o privata da parte di aziende, fondazioni, banche, ecc.
La prova del 9
di intervista con Letizia Gentile, Redazione
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Un’aggregazione di atenei per la fornitura di monografie è un’esperienza pilota nel nostro Paese, dove i cosiddetti consorzi di acquisto sono pratica diffusa per quanto riguarda le forniture di periodici, ma una novità nel campo delle monografie. Un risultato quindi di tutto rispetto per Licosa che premia l’impegno di un operatore che, nonostante l’agguerrita concorrenza di player internazionali (o meglio multinazionali) quali Ebsco o Swets, ha saputo mantenere e accrescere la propria quota di mercato, grazie alla costante attenzione posta alla qualità dei servizi erogati e alla cura del cliente. Un risultato che ha anche segnato un momento di svolta per l’azienda fiorentina, portando a un’accelerazione di quei processi di innovazione tecnologica già in atto da qualche anno. Ne parliamo con Letizia Gentile, amministratore delegato di Licosa, che ha seguito in prima persona la nascita e lo sviluppo dell’aggregazione.
Lo 0,3% della formazione
di Piero Attanasio
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Il finanziamento della formazione per l’editoria ha sofferto negli ultimi anni per l’eccessiva enfasi data al livello regionale dell’intervento pubblico: pur con una certa prevalenza in alcune regioni, l’editoria è tipicamente un’industria con presenze significative su tutto il territorio italiano, così che le strategie di formazione non possono che essere sviluppate a livello nazionale.
Uno strumento che può finalmente consentire la nascita di un sistema efficace di formazione per il nostro settore è quello dei Fondi interprofessionali. Fin dal 1993 si sperimentano forme innovative di collaborazione bilaterale fra le parti sociali che trovano un ascolto interessato nella maggior parte delle rappresentanze politiche, ascolto concretizzatosi in Parlamento dapprima con il varo della legge 196 del 1997, e successivamente con le misure previste dalle leggi finanziarie del 2000 e del 2002, fino all’approvazione unanime, in finanziaria 2005, dell’emendamento che trasferisce ai Fondi la totalità del contributo dello 0,30% del monte salari versato all’Inps dalle imprese.
Nel nome dell'arte
di Redazione
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Dall’Italia al mercato estero: il percorso di internazionalizzazione del libro d’arte parte dalle redazioni delle case editrici italiane. Ciascuna con la propria strategia.
Oltre lo Stretto
di forum di editori "nazionali" siciliani, Redazione
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Abbiamo chiesto ad alcuni di questi editori nazional/regionali di tracciare una storia ideale dell’essere editori in Sicilia e una valutazione delle politiche regionali in materia di sostegno all’editoria e di promozione del libro e della lettura.
Stacco e ritorno
di Laura Novati
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È vero che oggi il rapporto tra editoria regionale e nazionale va gestito in modo diverso, soprattutto eliminando la componente troppo localistica, se locale vuol dire assecondare un’ottica provinciale (nei casi peggiori clientelare) e non adeguata al servizio che ogni libro deve rendere alla sua terra d’origine.
È altrettanto vero però che alcune editorie regionali italiane sono state più forti di altre perché legate a una cultura territoriale non solo capace di esprimersi, ma di parlare in quanto tale alla cultura nazionale: la Sicilia è fra queste.
Tra sogni e segni
di Gaia Benvenuti e Ivan Donati
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La Libreria dello Spettacolo è nata nel 1979 a opera di Cristina Spigaglia, sua attuale proprietaria, mossa allora e oggi unicamente da una passione e da un amore innato per la lettura; lei stessa, riprendendo la terminologia utilizzata da Baricco, si colloca nella categoria dei «lettori malati» cioè di coloro che sono disposti a divorare ogni genere di libro.
Il progetto di aprire una libreria tematica alla fine degli anni Settanta è stato senza dubbio molto coraggioso e non privo di considerevoli rischi in un periodo in cui il modello dominante era ancora quello della piccola e media libreria generica indipendente e della cartolibreria che operava su ordinazione soprattutto nel caso di testi scolastici.
In questo senso la Libreria dello Spettacolo può dunque essere considerata anticipatrice, preceduta soltanto dalla Libreria del Mare di via Broletto (1977), di una tendenza che esploderà solo qualche anno più tardi con la nascita della Libreria dello Sport (1982), della Libreria del Giallo (1985), e della più recente Libreria Militare (1997) per citare solo le più conosciute a Milano.
Tra turismo culturale ed edicola
di Giovanni Peresson
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Le prospettive dell’editoria d’arte hanno oggi di fronte una serie molto articolata di aspetti con i quali gli editori italiani dovranno confrontarsi sia nei rapporti con la domanda e il mercato, sia in quelli con i soggetti istituzionali e il generale quadro normativo.
Innanzitutto abbiamo la crescita del fenomeno del turismo culturale, poi la necessità di confrontarsi con la domanda di pensare, organizzare e gestire alcuni momenti espositivi: l’organizzazione della mostra, la realizzazione del catalogo, fino alla gestione e al marketing dell’evento. Infine il quadro legislativo, delle normative e tariffe in materia di uso delle immagini d’arte. E per ultimo il fenomeno – che ha toccato anche l’editoria d’arte – dei prodotti collaterali con risultati di vendita del tutto inaspettati e sorprendenti.
Un mondo di clienti
di intervista con Klaus Knappig, Redazione
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Di fronte a un mercato sempre più internazionale, la sfida posta dalla globalizzazione al settore editoriale si gioca anche in termini di capacità di organizzativa e logistica: ovvero come raggiungere i propri lettori in modo puntuale e tempestivo ovunque essi siano? Grazie al network globale che fa capo a Deutsche Post World Net, DHL Global Mail è una delle aziende leader nel fornire servizi postali in tutto il mondo, potendo sfruttare la sinergia con la sua rete di partner in oltre 200 Paesi. Un valore aggiunto e un servizio per i clienti che è anche un’opportunità per gli editori italiani per avvicinare e costruire stabili relazioni con un più ampio target di lettori nel mondo.
Un nuovo modello di libro
di intervista con Leonardo Ballotta, Redazione
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Quali sono le caratteristiche intrinseche che contraddistinguono l’oggetto libro? Si tratta solo di un insieme di fogli stampati o manoscritti delle stesse dimensioni, cuciti in un certo ordine e racchiusi da una copertina? O se a questa definizione aggiungiamo un software in grado di «leggere ad alta voce» il testo pagina per pagina e una piattaforma in grado di supportare non un solo titolo, ma più titoli, siamo ancora di fronte a un libro?
Lo abbiamo chiesto a Leonardo Ballotta, direttore della divisione libri di Disney Italia, che ci presenta il nuovo brand Disney Libri Tech e il progetto Leggi Libro.
Un’isola piccola piccola
di Redazione
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Come evidenziato nell’articolo precedente, il 67,2% delle case editrici siciliane può essere annoverato nella categoria dei «piccoli editori», con tutte le implicazioni che abbiamo visto a livello di possibilità di penetrazione del mercato (nazionale, ma spesso anche solamente regionale), di capillarità di distribuzione e promozione, come di accesso ai già esigui interventi regionali a sostegno dell’editoria locale. I numeri parlano chiaro, sono oggettivi, ma spesso non riescono a dare il senso della complessità di realtà che compongono questa astratta «classe di imprese». Sentiamo, dunque, dalle parole di alcuni di questi piccoli editori locali, quali sono le problematiche e i punti di forza dell’essere editori in Sicilia.
Una vita in facsimile
di Paolo Bonacini
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Una delle ragioni per cui questa editoria di nicchia è rimasta a lungo nell’ombra – per lo meno in Italia – è il ritardo con cui si è affermato un mercato facsimilare vero e proprio; in secondo luogo, le dimensioni ridottissime del mercato facsimilare in termini di clienti – nessun prodotto è venduto in più di 1.000 esemplari – hanno indotto molti a ignorare questo settore, liquidandolo come un fenomeno marginale legato più all’industria del lusso o al collezionismo che all’editoria.
Ciò che forse ha pesato maggiormente nell’attribuire a questa forma di editoria un carattere extravagante nel panorama editoriale sono le caratteristiche stesse delle opere pubblicate. In effetti i facsimili, riproduzioni perfette di libri antichi (soprattutto manoscritti miniati medievali), si discostano per molti versi dalla concezione del libro stampato contemporaneo: da un lato per il loro elevato costo; dall’altro per la particolarità del processo produttivo, nel quale le fasi di prestampa, stampa e legatura dei volumi sostituiscono la centralità della progettazione dei contenuti tipica dell’editoria.
Questi elementi hanno contribuito a diffondere l’idea del facsimile come un prodotto ambiguo, a metà strada tra il libro e l’oggetto d’artigianato di lusso, in bilico tra la vocazione culturale-scientifica e quella commerciale. Nel frattempo, però, la fisionomia attuale del mercato dei facsimili appare molto diversa rispetto a quella di vent’anni fa.
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