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Canali di vendita

Paradigmi distributivi

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2012

di Emilio Sarno

Il fenomeno del franchising – di cui ampiamente si occupa questo numero – può, a ben ragione, assurgere al rango di uno dei processi di trasformazione della distribuzione libraria che maggiormente caratterizza questi anni: per numero di attori coinvolti come per numero di punti vendita. Anche se, delle trasformazioni che nel decennio scorso hanno mutato il panorama della distribuzione fisica tradizionale, costituisce, appunto, solo uno degli aspetti. Prendiamo come data di partenza il 2001. Data non casuale. Era l’anno in cui entrava in vigore per la prima volta nel nostro Paese una legge che regolamentava il prezzo di vendita al pubblico. Attraverso la limitazione della pratica degli sconti da parte della Gdo, il legislatore voleva evitare che si creassero posizioni monopolistiche nell’accesso al mercato (la Gdo valeva all’inizio degli anni Ottanta meno del 3%; 20 anni dopo, nel 2001, rappresentava il 15,1%).

Potere del licensing

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2012

di Lorenza Biava

«Resta di stucco, è un barbatrucco!». Difficile dire se c’è un altro neologismo nella storia della letteratura per ragazzi più fortunatodi quello ripreso dal fumetto di Annette Tyson e Talus Taylor, i genitori della serie Barbapapà. Quello che è certo è che dopo il boom neglianni Settanta (nel 1970 il primo titolo Barbapapà e nel 1974 la messa in onda del primo episodio del cartone animato tratto dalla serie) il fenomeno Barbapapà sembra sia tornato a vivere una seconda giovinezza e non solo in Italia. Almeno questa è l’impressione che si ha a giudicare dall’invasione di peluches, figurine, giochi, merchandising vario (si va dai capi di abbigliamento ai prodotti per la scuola fino alle biciclette e al set di tegamini giocattolo e tutto rigorosamente «barbamorfo») che, anche in questo periodo post-natalizio, continuano ad andare per la maggiore nelle preferenze dei bambini tra i due e i sei anni. Dieci albi a fumetti, sei illustrati e i nove titoli della collana La petite bibliothèque de Barbapapa costituiscono il nucleo fondamentale del Barbapapà pensiero. 

Questioni di Panda

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2012

di Giulia Marangoni

Quale editore oggi andrebbe in libreria senza Isbn o Ean o con un Isbn o un Ean sbagliato? Eppure per i metadati (ma non sarà una questione di nome?) le cose vengono percepite in modo diverso. Sembrano una cosa noiosa (e forse lo sono) ma senza di essi è come pretendere di farsi distribuire e comprare in libreria senza codice Isbn. Quello che è vero è che i metadati – il loro uso in casa editrice – richiedono di rivedere i processi editoriali e le strategie di comunicazione per raggiungere in modo efficace il pubblico dei potenziali lettori on line sfruttando le librerie virtuali, i motori di ricerca e i social network tematici per ottenere un reale riscontro sul piano commerciale. 

Riconquistare il lettore

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2012

di Giovanni Peresson

Le cattive notizie non arrivano mai da sole. Se il mercato 2011 – almeno quello relativo ai canali trade – è entrato in una zona d’ombra (-0,7% a novembre) la lettura non se la passa meglio. I dati relativi al 2011 fanno segnare per la prima volta dal 2007 una flessione nel numero di italiani con più di sei anni di età che dichiarano di aver letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti. Nel 2010 erano il 46,8% di questa popolazione, nel 2011 sono scesi al 45,3%. Un punto e mezzo in meno in termini di penetrazione, -2,7% in percentuale anno su anno. Possiamo vedere il bicchiere mezzo pieno e dire che il 2010 è stato un «picco» sceso poi nel 2011 a un valore comunque superiore al 2009. Tuttavia se volessimo guardare ai valori assoluti sono scomparsi tra 2010 e 2011, 723.000 lettori. A conferma di un fatto: la lettura è diventata nei decenni scorsi un fenomeno di consumo.

Storia di una formula

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2012

di di Andrea Carbini

Chiudono le librerie indipendenti e la grande distribuzione manifesta segni di sofferenza a vantaggio delle vendite on line. Uno scenario negativo per i canali di vendita fisici nel quale però, in controtendenza, si registra la crescita costante della formula del franchising. Alla base di questo sviluppo stanno essenzialmente due spinte: da un lato la volontà dei grandi marchi editoriali di sviluppare il proprio format sul territorio nazionale fino a garantirsi, soprattutto al Sud dove i punti vendita sono meno numerosi, una sempre più capillare presenza sul territorio; dall’altro la capacità che questa formula manifesta nell’intercettare il bisogno di stabilità e semplificazione delle librerie indipendenti, sempre più in difficoltà. Una semplificazione che avviene su più fronti da quello commerciale, con l’uso per esempio del meccanismo del conto deposito proposto dai franchising Mondadori, Giunti e Messaggerie, a quello della promozione del punto vendita facilitata quando avviene sotto l’insegna di un marchio noto e prestigioso. Ma come è nato il franchising? Il primo a sperimentare questa formula commerciale nel settore libraio in modo strutturato fu Rino Caimi con le librerie Gulliver negli anni Novanta. Si trattava di una catena che operava secondo logiche di franchising del tutto innovative per quel periodo tanto da attirare, di lì a pochi anni, l’interesse del Gruppo Mondadori che decise di acquistarle e iniziare a sviluppare una propria linea di franchising.

Ultime dagli Usa

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2012

di Cristina Mussinelli

Molte sono le conferenze sull’evoluzione del digitale in editoria e sui cambiamenti che questa comporta per il settore, basta pensare infatti che durante la scorsa edizione della Buchmesse di Francoforte gli incontri su questi temi sono stati non meno di una decina. Ma quali sono i trend emergenti, quali gli elementi sui cui riflettere e quali i fenomeni da monitorare con attenzione? Partiamo dal mercato, ancora diviso tra mondo anglosassone ed Europa dove la velocità di sviluppo e di penetrazione dei prodotti più innovativi è ancora piuttosto bassa. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito, dove tutti i grandi player sono già attivi, il mercato degli e-book vede un’offerta di circa un milione di titoli e nel 2010 una percentuale rispettivamente del 6,4% (che diventa però del 13,6% se si considera solo la narrativa per adulti; Fonte: Aap) e del 6% (Fonte: Uk PA) sul mercato complessivo. Nel resto d’Europa, dove Google non è ancora sbarcato e Amazon ed Apple sono arrivati nel corso di quest’anno, l’offerta di titoli digitali è di circa 20-30.000 titoli e le percentuali del mercato e-book sono in genere sotto l’1%.

«Buy local!»

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2011

di Redazione

Varcare la soglia di Moe’s, a Berkeley, significa entrare in una leggenda. Fondata nel 1959 da Moe Moscowitz e dalla moglie Barbara, all’inizio «The paperback bookstore» (così si chiamava) aveva soltanto una vetrina che dava su Shattuck avenue e oltre ad offrire tascabili ad un prezzo onesto ospitava anche la produzione di cornici per fotografie nel retrobottega («Giusto per sentirsi più sicuri», dice oggi Doris, la figlia). Nel 1963 la libreria viene spostata sulla Telegraph Avenue, fulcro delle nascenti proteste contro la guerra nel Vietnam e per la libertà di parola (nate nel campus dell’Università di Berkeley, a pochi isolati da lì), e assume il suo nome attuale, concentrandosi soltanto sulla vendita di libri (e, più tardi, dischi) usati.

Bilanci e prospettive

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2011

di Sara Speciani

Quello che si sta chiudendo sembra essere stato a tutti gli effetti un anno difficile: la crisi internazionale non ha risparmiato l’Italia e la contrazione dei consumi ha impattato anche il mercato editoriale, che ha dovuto fare i conti – più del solito – con difficoltà economiche e finanziarie. Come se non bastasse, l’approvazione della tanto auspicata legge sul libro ha imposto un ripensamento delle modalità di comunicazione e promozione tradizionali. Molte speranze di risollevare i bilanci sono riposte nell’ultimo trimestre dell’anno (tutto senza sconti), ma le incognite rimangono.Ne abbiamo parlato con i responsabili commerciali e marketing di alcune case editrici medio-piccole e, soprattutto, indipendenti per conoscere il loro punto di vista.

Libri sotto l'albero

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2011

di Emilio Sarno

Quando questa introduzione all’ultimo Scenari & Trend dell’anno è stata scritta le temperature erano ancora miti, il sole splendeva e il Natale era ancora lontano. Ma questo 2011 che si sta concludendo con il gran botto di Natale – che (ci auguriamo) rianimerà un’annata piuttosto fiacca – segna almeno due punti di svolta rispetto al passato immediatamente recente. È nato nel 2011 un reale mercato di e-book all’interno di quello digitale. Ancora trascurabile in termini di spesa domestica: ma quanto comprano i lettori italiani di e-book dallo store di Kindleche ha già almeno 20.000 titoli italiani?

A misura di bimbo

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Lorenza Biava

Un lungo nastro di legno colorato e rivestito di velluto che parte dalla vetrina e prende per mano i lettori invitandoli a entrare in un mondo fatto di libri, colori e giochi. Questo è il primo impatto che il visitatore ha della libreria LibroGiocando di Monza. Nata grazie all’esempio della prima pionieristica Libreria dei ragazzi fondata nel 1972 da Roberto Denti e Gianna Vitali a Milano (nel 2007 acquisita dall’editrice Il Castoro e poi sviluppatasi in un network nel 2009 a Monza e nel 2010 a Brescia), LibroGiocando si presenta come un universo a prova di bambino dove tutto si può (e si deve, secondo i proprietari Emanuela Menabue e Jacopo Mazza) toccare: dai tavolini su cui sono squadernati libri di tutti i tipi agli scaffali appositamente a misura di bimbo, fino all’«utero», una nicchia tonda nella parete ammorbidita da cuscini colorati, che sembra fatta apposta per accogliere genitori e prole in una rilassante lettura.

L'ecosistema Kindle Fire

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Raffaele Cardone

Il tablet di Amazon è in vendita – solo negli Usa – dal 21 novembre e i lettori del GdL avranno ormai letto decine di articoli sull’argomento. Spostiamo quindi l’attenzione da cosa è Kindle Fire (un tablet con un nuovo browser, il Silk, pensato per «splittare» i contenuti tra Kindle e i Cloud Services di Amazon), e cosa non è (non è per il momento sofisticato e «connesso» come un iPad2), a cosa sarà, a come potrebbe muovere il mercato editoriale con app, e-book, video, film, serie tv e altri prodotti dell’industria globale dei contenuti. Nell’industria dei contenuti digitali su device portatili la tecnologia ha guidato il mercato degli ultimi anni. Kindle ha di fatto creato il mercato degli e-book negli Usa e in UK; non era il primo, e neppure il migliore fra i reading device, ma bisogna dar ragione a Bezos quando lo presentò anni fa non come un gadget tecnologico, ma come un servizio. Kindle Fire può e vuole far propria questa definizione? Nelle intenzioni, sembra di sì.

Ritrovarsi in libreria

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Ilaria Barbisan

Gli eventi in libreria sono una prassi ormai consolidata, anzi intrinseca alla vita di ciascun punto vendita, sia indipendente sia di catena. Le presentazioni di libri, i corsi, i laboratori per bambini, le mostre, i dibattiti sono tutte attività diventate imprescindibili da qualsiasi logica di marketing e in particolare in un’ottica di fidelizzazione della clientela, che sempre più spesso ha bisogno di essere coccolata attraverso attività esperienziali all’interno del punto vendita. Così, poco importa se i metri quadrati a disposizione sono esigui, l’importante è «fare», ancor meglio se in maniera creativa. Entro queste linee si muovono diverse librerie indipendenti italiane che trattano gli eventi come parte preponderante della loro attività e si considerano ormai come luogo di aggregazione cittadina.

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