Il primo interprete di una performance letteraria così come la concepiamo oggi è stato probabilmente Omero: «letture» ad alta voce, mandate a memoria va da sé, con accompagnamento musicale. Passano i secoli e per comodità derubrichiamo dalla categoria tutte le concioni dei grandi pensatori del passato, le memorabili lezioni di etica, filosofia, scienza, politica destinate agli studenti di antiche università; per trovare qualcosa di simile alle attuali «messe in scena» di autori blasonati bisogna arrivare alle conferenze pubbliche di Darwin, Dickens o Twain, come ci suggerisce James Harkin, direttore del programma di lectures, dibattiti e conferenze dell’Institute of contemporary arts di Londra, in un recente articolo sul «Financial Times» (The author as perfomer, 19 giugno 2009).