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Varie

Libri e red carpet

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2012

di Ester Draghi

Se è vero che molti romanzi hanno ispirato alcune delle maggiori opere cinematografiche del passato oggi questo sodalizio si rinnova in maniera sempre più evidente. Sono infatti usciti o in procinto di uscire diversi film ispirati ad alcuni noti best seller internazionali (si pensi a Lo Hobbit, Breaking Down, o Anna Karenina di Joe Wright) ma anche, ed è in questo secondo ambito che si assiste ad un vero e proprio boom, italiani: due casi esemplari sono Gomorra di Saviano (uscito nel 2006) e La solitudine dei numeri primi (2008) di Giordano. «Mi sembra evidente che favorire la comunicazione e lo scambio tra autori italiani nei rispettivi ambiti di riferimento faccia parte di una strategia mirata a cercare una via originale all’universo narrativo, invece di ricorrere a immaginari di importazione» ci spiega Laura Paolucci (Direttore editoriale cinema di Fandango). I titoli di lungometraggi tratti da libri sono infatti in crescita nelle sale cinematografiche, con importanti ricadute anche sul mondo editoriale. «L’integrazione e lo scambio tra i vari linguaggi, in particolare tra letteratura e cinema, è parte essenziale della nostra politica culturale – conferma Laura Paolucci – ma quello della Fandango è un caso particolare perché si tratta di una società complessa, strutturata come una “factory”. Oltre a produrre e distribuire film, siamo anche una casa editrice (anzi un gruppo editoriale con interessi che spaziano dalla scoperta di nuovi autori italiani alla saggistica, dalla letteratura straniera al fumetto). La Fandango si occupa di molte attività che riguardano in maniera più ampia l’industria culturale».

Per aspera ad astra

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2012

di Giorgio Kutz

In questi tempi in cui tutti si arranca per recuperare credito all’estero (in tutti i sensi) fa sempre un certo piacere imbattersi in nomi di italiani che hanno conquistato successo e riconoscibilità internazionali. È il caso di Elastico, piccolo editore esordiente nel mondo dei libri interattivi per tablet, che ha ben due titoli posizionati al top delle classifiche, due reinterpretazioni high-tech di antiche storie di personaggi sempreverdi, Pinocchio e Ulisse. Di quest’ultimo, Il Viaggio di Ulisse (The Voyage of Ulysses), pubblicato a ridosso dell’estate, abbiamo trovato lusinghiere recensioni e addirittura un award in un sito statunitense. Il sito è Kirkus Reviewsche che, con grande rigore recensisce libri in commercio, ma fa anche scouting di esordienti e agevola i rapporti tra autori, agenti letterari e industria editoriale (da poco e con sempre maggior convinzione anche nel segmento del digitale). Dietro il fantasioso brand di Elastico sta un elegante sito di riferimento (in doppia versione italiana e inglese) e i nomi dei due titolari, Paolo Gonzato e Giorgia Conversi: le due anime (grafica ed editoriale) forgiate nella produzione di libri (cartacei) come service agli editori. «È dura e non siamo la Disney – dice Paolo – ma abbiamo coperto gli investimenti e Samsung è venuta a cercarci per avere la versione android della nostra App sui loro tablet».

Piccoli grandi libri

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2012

di Interviste a cura di P. Sereni

Il settore dei libri per ragazzi rappresenta il segmento di maggior successo internazionale dell’editoria italiana, nella vendita di diritti ma anche nelle coedizioni (rilevate per la prima volta quest’anno nel Rapporto sullo stato dell’editoria Aie, sono state 1.108). Spesso, ad attirare l’attenzione degli editori stranieri non è solo la produzione dei grandi gruppi ma anche il catalogo dei piccoli e medi editori italiani.

Player on the road

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2012

di Elisa Molinari

Il giro del mondo in ottanta giorni è un romanzo di Jules Verne del 1873 in cui il ricco aristocratico londinese Phileas Fogg e l’inseparabile Passepartout tentano di circumnavigare il mondo in 80 giorni. Con una fiducia incondizionata nel progresso e nella velocità (e nell’inventiva del genere umano – impossibile dimenticarsi della slitta a vela usata per arrivare a Chicago!), i due, spinti dall’idea che «l’imprevisto non esiste», riescono a vincere la scommessa con i soci Reform Club e tornare a Londra allo scoccare dell’ottantesimo giorno, dopo essere passati attraverso Egitto, India, Hong Kong, Giappone e Stati Uniti. C’è chi nel campo dell’editoria digitale cerca di ripetere l’impresa, nonostante un ritmo di marcia meno pressante – dopotutto, Verne era un romanziere – e provare, fuor di metafora, a esportare il proprio modello di business in tutto il mondo. Si tratta di Kobo, il retailer nippo-canadese che ha da poco siglato una partnership con Mondadori grazie alla quale ha portato non solo la propria piattaforma ma anche gli e-reader e i device targati Kobo nel nostro paese. Per capire con chi si ha a che fare, ecco qualche numero. Si parla di una realtà che può contare, a soli tre anni dalla sua fondazione, su dieci milioni di utenti e tre milioni di titoli disponibili (un milione dei quali gratuiti) in circa 200 paesi. Nata a Toronto nel 2009 come Shortcovers e ribattezzata solo in seguito come Kobo – anagramma di «Book» – è, ad oggi, nonostante la giovane età (Amazon è maggiorenne, Apple ha ormai 36 anni), una delle realtà con il più elevato tasso di crescita nel campo dell’editoria digitale.

Produzione 2012 con segno meno

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2012

di Sandro Pacioli

Il fatto di disporre da gennaio di quest’anno dei dati mensili della produzione libraria forniti da IE-Informazioni editoriali permette (per la prima volta) di disporre di nuovi punti di osservazione dell’andamento del mercato. Si confermano innanzitutto delle costanti produttive indipendentemente dall’anno di riferimento: il picco di maggio (7.623 titoli nel 2011 e 7.836 quest’anno) o quella di luglio (rispettivamente 5.305 e 5.641). Lo stesso vale per i flessi: giugno. Maggio è il mese in cui si riversa sui canali di vendita gran parte della produzione: da solo vale il 18% lo scorso anno e il 19% quest’anno (il valore è calcolato sul mese di agosto). Poi, certo, sarà interessante andare a vedere questa situazione settore per settore: narrativa, ragazzi, ecc.. Da gennaio ad agosto 2011 erano stati pubblicati dagli editori italiani 42.193 opere, quest’anno nello stesso arco di mesi sono scesi a 40.348.

Saggistica doc

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2012

di Paola Sereni

Secondo i dati sulla produzione di Informazioni editoriali, dal 2005 ad oggi il numero dei titoli e delle copie della saggistica è in costante crescita, come pure il loro peso sugli scaffali delle librerie. Ne parliamo con tre realtà molto diverse tra loro. Il tratto comune? L’essere piccoli, di qualità e indipendenti.

Segnali di lettura

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2012

di Lorenza Biava

I dati presentati a Francoforte parlano chiaro: il mondo del libro è in crisi, calano i fatturati, si ridisegnano gli assetti dei canali di vendita. Ma non è tutto. A riportare un preoccupante segno negativo sono anche e soprattutto i lettori di libri che sono oggi 25,9 milioni, 723 mila in meno rispetto al 2010. L’indagine Nielsen dello scorso marzo, che lega alla lettura l’acquisto di libri, ci dice che il 7% dei forti lettori (ovvero coloro che leggono più di 12 libri all’anno) sono a loro volta il 5% dei forti acquirenti e generano da soli il 44% dei volumi venduti. La piramide dell’acquisto è così ancor più concentrata (e acuminata verso l’alto) rispetto a quella della lettura. Il 13% di chi compra più di nove libri all’anno genera un volume di vendita che rappresenta, circa, il 55% delle copie vendute nei canali trade italiani. In un simile contesto è chiaro che la promozione della lettura assume un carattere fondamentale e che proprio dalle iniziative volte ad allargare la base di lettori ci si può aspettare risultati migliori e più duraturi per un mercato in affanno come è sempre più quello del libro. Per inquadrare meglio il contesto entro cui si muove il nostro Paese, abbiamo raccolto una selezione delle iniziative di promozione della letteratura più diffuse nelle quattro maggiori nazioni europee: Francia, Spagna, Germania e Regno Unito. La prima evidenza che balza all’occhio osservando l’esperienza estera è la varietà delle iniziative proposte da fondazioni per la lettura (Germania), consorzi pubblici privati (Regno Unito), centri per la promozione del libro (Francia) e ministeri/associazioni degli editori (Spagna). Il modo più semplice per leggere le linee comuni e le proposte innovative sviluppate dai vari paesi è probabilmente quello di individuare il pubblico cui le singole iniziative si rivolgono in prevalenza. Non tutte le campagne, infatti, hanno come destinatario lo stesso pubblico di lettori deboli, pensiamo ad esempio alle numerose fiere del libro organizzate sia a livello nazionale – dal Salone del libro di Parigi a Liber, la fiera del libro di Barcellona – che locale, tutte rivolte alla cosiddetta «gente del libro».

Un format per il futuro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2012

di Giovanni Peresson

Nell’annus horribilis per l’editoria libraria del nostro Paese, Librerie Feltrinelli ha inaugurato a Roma in via del Corso un nuovo format che rappresenta una proposta innovativa rispetto ai loro precedenti multistore. Red rappresenta «un ulteriore sviluppo dei format di Librerie Feltrinelli. – ci dice Stefano Sardo direttore generale di Librerie Feltrinelli – Soprattutto nasce da quanto abbiamo sperimentato in questi anni nei nostri megastore sull’abbinamento tra libri, cultura e cibo. Abbiamo visto che costituisce una contaminazione non solo molto apprezzata dalla clientela, ma con un trend in crescita. Avevamo l’esperienza storica di Mestre, certamente lo store più evoluto dal punto di vista della ristorazione, ma anche le caffetterie con offerte più o meno ampie in termini di assortimento e di servizi che ci hanno indicato come spazi comuni di vivibilità, di socializzazione, di sosta legati al cibo, accanto ad assortimenti librari ampi e profondi fossero una formula che incontrava un crescente gradimento da parte del pubblico. E non dimentichiamo l’esperienza che deriva dall’accordo con Antica Focacceria San Francesco».

Un mondo accessibile

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2012

di Rosa Mugavero

In Italia sono già tredici gli editori e i gruppi editoriali che, aderendo al progetto Lia - Libri Italiani Accessibili, hanno deciso di cogliere la sfida di produrre contenuti editoriali accessibili per le persone non vedenti e ipovedenti. Come è noto infatti, grazie al modello di produzione messo a punto dal progetto Lia, questa prima schiera di editori italiani, che rappresenta il 60,2% della quota di mercato a valore nei canali trade (fonte: Ufficio studi Aie su dati Nielsen), ha cominciato a realizzare i primi e-book accessibili (vedi R. Mugavero, Lia entra nel vivo, «GdL», 10, novembre, 2012, pp. 26-27). Tuttavia, il concetto di accessibilità applicato al mondo dell’editoria è un tema che interessa non solo gli editori italiani. Considerato infatti che nel mondo vivono circa 39 milioni di persone non vedenti e 246 milioni di ipovedenti (fonte: Organizzazione mondiale della salute), non stupisce sapere che, anche a livello internazionale, sempre più editori hanno iniziato a porre la propria attenzione nei confronti del tema dell’accessibilità. Del resto, rendere disponibili al maggior numero di persone le proprie opere pubblicate, è uno degli scopi dell’industria editoriale. Pertanto, complici anche la diffusione delle nuove tecnologie e l’evoluzione dell’editoria verso il digitale, molti editori internazionali hanno deciso di occuparsi di accessibilità e di cominciare ad attuare una serie di strategie di produzione, finalizzate a mettere a disposizione contenuti editoriali accessibili anche alle persone che soffrono di una qualche forma di disabilità visiva. È il caso di Penguin Books che, da circa un anno, ha iniziato ad integrare i requisiti essenziali dell’accessibilità all’interno delle proprie linee guida per la creazione di e book, come ci ha spiegato Chris Rogers (Digital publishing technology coordinator di Penguin Books).

Belli da guardare

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2012

di Paola Sereni

Stracolme, minimali, trasparenti, polverose, studiate, commerciali, progettate. Sono le vetrine, l’amo a disposizione del libraio per convincere il lettore a entrare a passeggiare tra gli scaffali e magari, se si è fortunati, a convincerlo per un attimo dell’irrimediabile necessità del superfluo. Come per ogni pescatore che si rispetti anche il libraio ha i suoi trucchi: allestire vetrine tematiche, variare la proposta in base a ciò che accade di giorno in giorno, strizzare l’occhio all’ultimo libro menzionato da questa o quella trasmissione tv e così via. Che sia singola, doppia o a parete, la sostanza non cambia: tenere l’amo appuntito è fondamentale per attirare la curiosità dei lettori «infedeli». E non è detto che una vetrina stracolma di libri sia meglio di una che punta all’essenzialità. Le tecniche di visual merchandising non sembrano però essere troppo familiari tra i librai nostrani e non capita spesso di imbattersi in un progetto come quello portato avanti da Cristina Clerici e Luca Rizzardi, librai alla Libreria del Corso di Varese.

50 sfumature di rosa

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2012

di Elisa Molinari

Il momento è d’oro, anzi rosa: il ciclone E. L. James, capace di vendere oltre 20 milioni di copie e stracciare ogni record di vendita, ha catalizzato le attenzioni su un settore, quello della narrativa al femminile, spesso bistrattato. Eppure, dietro una parvenza zuccherosa, si nasconde una vera e propria macchina da guerra. Paola Ronchi, Managing Director di Harlequin Mondadori, racconta come è nata, cresciuta e si è sviluppata la casa editrice che in Italia è sinonimo di letteratura rosa. «Harlequin Mondadori è una joint venture tra Harlequin Enterprises, gruppo canadese leader mondiale della narrativa rosa e Mondadori. Il primo ci offre il supporto editoriale e ci tiene informati su trend e tendenze, il secondo offre una profonda conoscenza del mercato, essendo il nostro partner distributivo. Harlequin è il sesto editore al mondo, tra i primi se si parla di e-book. In un anno, a livello mondiale, ha venduto 131 milioni di libri. In Italia siamo nati 31 anni fa e siamo ancora fortissimi sul mercato col brand Harmony: un nome perfetto per identificare un mondo romantico, sentimentale e positivo. Tuttavia, dietro questa patina, si nasconde una casa editrice strutturata, capace di proporre oltre 600 titoli l’anno e di vendere ogni anno oltre cinque milioni di libri. Nel corso del tempo abbiamo rinnovato le linee di produzione (oltre 25) e abbiamo cercato di rinnovarci. Per quanto riguarda i canali di vendita, siamo presenti prevalentemente nel canale edicola (un’anomalia italiana: nella maggioranza degli altri paesi del mondo la vendita avviene solo in libreria), oltre al direct marketing, all’e-commerce e agli e-book».

An Amazon Life

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2012

di Elisa Molinari

«Non serve guardarsi indietro: con la tecnologia funziona così. Tira dritta, spinta dalla sua stessa ingenuità. In altre parole la nostalgia è tempo sprecato. Il libro stampato non è più in via di estinzione e non lo sarà mai: coesisterà con l’e-book e troverà un modo di essere letto, come sempre. In futuro i libri saranno disponibili attraverso diversi tipi di canali, accessibili attraverso forme di distribuzione che oggi non possiamo nemmeno immaginare». Musica e parole di James Atlas, professione biografo – se, come ha sottolineato durante la scorsa edizione di Editech, questa professione esiste davvero. Autore di due biografie e con un libro in cantiere sulla storia del genere biografico, ha portato avanti questo interesse, quasi un’ossessione, lungo tutta la sua carriera. Come editore ha ideato Penguin Lives, una serie di brevi biografie scritte da grandi autori su personaggi storici significativi e ho lavorato su altre due serie di biografie, Great Discoveries (sulle più importanti personalità del mondo scientifico) e Eminent Lives, una continuazione della mia prima serie. La svolta? L’accordo con Amazon Publishing per il quale curerà una nuova serie di almeno dodici brevi biografie (tra le 25.000 e le 40.000 parole, lunghezza tradizionale del genere) che saranno pubblicate in hardcover da Houghton Mifflin Harcourt e in e-book da Amazon. Atlas non avrà un ufficio presso la sede editoriale del colosso di Seattle e dice di non essere considerato un vero impiegato della compagnia. A chi gli chiede se è passato al lato oscuro, risponde di sentirsi leggero e spensierato.

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