Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina

Indagini

Paradigmi distributivi

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2012

di Emilio Sarno

Il fenomeno del franchising – di cui ampiamente si occupa questo numero – può, a ben ragione, assurgere al rango di uno dei processi di trasformazione della distribuzione libraria che maggiormente caratterizza questi anni: per numero di attori coinvolti come per numero di punti vendita. Anche se, delle trasformazioni che nel decennio scorso hanno mutato il panorama della distribuzione fisica tradizionale, costituisce, appunto, solo uno degli aspetti. Prendiamo come data di partenza il 2001. Data non casuale. Era l’anno in cui entrava in vigore per la prima volta nel nostro Paese una legge che regolamentava il prezzo di vendita al pubblico. Attraverso la limitazione della pratica degli sconti da parte della Gdo, il legislatore voleva evitare che si creassero posizioni monopolistiche nell’accesso al mercato (la Gdo valeva all’inizio degli anni Ottanta meno del 3%; 20 anni dopo, nel 2001, rappresentava il 15,1%).

Questioni di Panda

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2012

di Giulia Marangoni

Quale editore oggi andrebbe in libreria senza Isbn o Ean o con un Isbn o un Ean sbagliato? Eppure per i metadati (ma non sarà una questione di nome?) le cose vengono percepite in modo diverso. Sembrano una cosa noiosa (e forse lo sono) ma senza di essi è come pretendere di farsi distribuire e comprare in libreria senza codice Isbn. Quello che è vero è che i metadati – il loro uso in casa editrice – richiedono di rivedere i processi editoriali e le strategie di comunicazione per raggiungere in modo efficace il pubblico dei potenziali lettori on line sfruttando le librerie virtuali, i motori di ricerca e i social network tematici per ottenere un reale riscontro sul piano commerciale. 

Riconquistare il lettore

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2012

di Giovanni Peresson

Le cattive notizie non arrivano mai da sole. Se il mercato 2011 – almeno quello relativo ai canali trade – è entrato in una zona d’ombra (-0,7% a novembre) la lettura non se la passa meglio. I dati relativi al 2011 fanno segnare per la prima volta dal 2007 una flessione nel numero di italiani con più di sei anni di età che dichiarano di aver letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti. Nel 2010 erano il 46,8% di questa popolazione, nel 2011 sono scesi al 45,3%. Un punto e mezzo in meno in termini di penetrazione, -2,7% in percentuale anno su anno. Possiamo vedere il bicchiere mezzo pieno e dire che il 2010 è stato un «picco» sceso poi nel 2011 a un valore comunque superiore al 2009. Tuttavia se volessimo guardare ai valori assoluti sono scomparsi tra 2010 e 2011, 723.000 lettori. A conferma di un fatto: la lettura è diventata nei decenni scorsi un fenomeno di consumo.

Dal facsimile alle app

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Giovanni Peresson

Il mercato dell’editoria d’arte e d’immagine non sta attraversando anni facili. Solo qualche dato per articolare meglio il quadro: -3,3% nelle novità pubblicate, 1.430 copie/titolo, un mercato nei canali trade di poco meno di 60 milioni di euro (+0,8%) e di circa 25 milioni tra bookshop di musei e mostre d’arte. Per di più, di quei quasi 60 milioni di euro, solo 27,5 derivano da quello che si considera il core business del settore: monografie illustrate, cataloghi, design, fotografia. Tutto il rimanente è saggistica, con più o meno ampi corredi iconografici. E questo segmento, all’interno di quello arte/immagine, rispetto al 2008 fa segnare un -6%. I cataloghi e i libri d’arte, però, rappresentano solo una parte di un più vasto settore che l’Ufficio studi dell’Aie sta progressivamente indagando.

Leggere in piazza

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Giovanni Peresson

Per l’editoria italiana settembre è mese di festival come Natale è mese di libreria. Ormai – dopo il crescendo di Mantova (quest’anno 64 mila i biglietti staccati e circa 40 mila le presenze stimate agli eventi gratuiti – dal 1997 i festival letterari, nelle loro varie declinazioni, generi e formule, fanno ormai parte del panorama e delle agende degli uffici stampa, delle direzioni editoriali e commerciali, delle stesse librerie. Ne fanno parte, dalla fine degli anni Ottanta, dopo il successo (inaspettato) del Salone di Torino (prima edizione 19-23 maggio 1988) fiere e saloni del libro. Si è scritto e detto molto in questi anni sui festival. Sulla dimensione del loro impatto economico sul territorio (le indagini di Ask su Sarzana, o quelle più recenti sul Salone del libro di Torino). Sulla loro funzione di marketing rispetto al progetto editoriale della casa editrice, di lancio di nuovi autori, di rafforzamento del brand di autori consolidati. Ma anche sul loro effetto «promozione»: una delle componenti della crescita della lettura nel nostro Paese in assenza di altre iniziative (+15,7% dal 1998).

Vero/Non vero

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2011

di Marco Polillo

L’appuntamento della Buchmesse non vuole essere quest’anno solo l’occasione per fare il punto sullo stato dell’editoria italiana in un confronto con gli altri Paesi. Come indicano i dati del Rapporto Aie 2011, siamo sempre la settima-ottava posizione mondiale e la quarta-quinta in Europa. L’editoria italiana sta soffrendo per la crisi: da quando è iniziata nel 2008, abbiamo avuto riduzioni di fatturato, ma meno di altri settori, rafforzando così la nostra posizione come primo settore per spese dei consumatori tra le industrie italiane dei contenuti (stampa quotidiana e periodica,home video, cinema, tv, musica, etc).

10 anni dopo

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2011

di Emilio Sarno

In attesa di celebrare i vent’anni di Più libri più liberi (Plpl) potrebbe essere interessante, in occasione del decennale, cominciare a interrogarci su come sarà la piccola e media editoria da qui a vent’anni. Indubbiamente quando a dicembre del 2002, al Palazzo dei congressi all’EUR di Roma, si aprì la prima edizione della Fiera, il quadro del mercato nazionale e dello scenario internazionale – con i tre big player (Amazon, Google, Apple) ancora lontani dallo scardinare i paradigmi del commercio e della produzione mondiale di libri (che non fosse l’e-commerce), delle tecnologie agli albori del Web 2.0 con i suoi social network, il self publishing, il mercato mobile e di iPhone e iPad – appariva ben diverso da come appare oggi.

Attualità o futuro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2011

di Giovanni Peresson

Rappresenta uno dei segmenti editoriali dove maggiore risulta essere la crescita. È quello dell’«attualità», dei libri di inchiesta sulle tante vicende oscure italiane, gli scandali, le caste, i delitti oscuri e mediatizzati che hanno affollato pagine di giornali e serate televisive del nostro Paese. Come pure legate a vicende internazionali. Crescita dei titoli e delle copie distribuite, marchi (o collane) e case editrici che si posizionano su questo nuovo settore che – grazie anche ad alcune azzeccate impostazioni grafiche di copertina – hanno potuto sfruttare anche una migliore visibilità sugli scaffali e sui banchi della libreria.

I nuovi re sole

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2011

di Raffaele Cardone

Giunto alla quinta edizione, «Le classement Livres Hebdo de l'édition mondiale» stila la classifica di tutte le aziende editoriali che, indipendentemente dalle aree linguistiche, geografiche o dai mercati in cui sono presenti, superano i 150 milioni di euro di fatturato. Dal punto di vista del «campionato», non è cambiato molto dall'anno scorso: i mogul dell'editoria, i primi dodici conglomerati del publishing, restano gli stessi, con piccole variazioni nella parte alta della classifica e un manipolo di nuovi protagonisti da Cina, Corea e Brasile; in tutto 87 società riconducibili a 58 gruppi editoriali di 17 Paesi.

Un decennio di crescita

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2011

di Giovanni Peresson

Come si presentava nel 2010 il quadro della lettura di libri nel nostro Paese lo vediamo rappresentato nella prima delle tabelle di questo articolo. Lo scorso anno il 58,4% di bambini e ragazzi (da 6 a 17 anni) dichiarava di aver letto almeno un libro non scolastico nei dodici mesi precedenti. Detto subito – meglio, ripetuto per l’ennesima volta – che il 41,6% non avrebbe letto nessun libro diverso da quelli di adozione scolastica (ma su questo torneremo), il grafico mette in evidenza alcuni altri elementi di rilievo soprattutto guardando al fenomeno in una prospettiva temporale più ampia.

Generazione Mobile: sempre connessi

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2010

di Cristina Mussinelli

Come i più giovani utilizzano le tecnologie? E come il loro utilizzo influenza le abitudini di consumo dei diversi media? Interessanti spunti di riflessione in tal senso emergono dall'analisi della parte qualitativa dell'indagine svolta in Italia dall'Osservatorio permanente sui contenuti digitali e dai risultati, recentemente pubblicati, dell'analoga indagine svolta dalla Kaiser Family Foundation negli Stati Uniti.

Editori Usa al verde

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Luglio-Agosto 2008

di Paola Mazzucchi

Alla fine del 2006, il Book Industry Study Group (Bisg) ha interpellato i propri membri per definire le priorità e le direttrici attorno alle quali orientare le attività dell'ufficio studi negli anni successivi: al primo posto si sono classificati i temi legati alla digitalizzazione, ma al secondo posto è emersa con forza la volontà da parte del comparto editoriale statunitense di conoscere le dimensioni dell'impatto ambientale dell'industria editoriale.

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.