Ediser

Tempo libero e variabile

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2008

di Giovanni Peresson

Se la lettura è femminile, il tempo libero sembra essere una prerogativa prevalentemente maschile. Una variabile in cui si inseriscono una serie di attività che riguardano la lettura, l'acquisto, l'uso di strumenti per sfruttarlo al meglio.

Il domani delle librerie italiane

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2014

di Elena Vergine

È uno scenario di grandi trasformazioni quello che si trova ad affrontare il mercato del libro in Italia dopo quattro anni di crisi. E tra le mille difficoltà – si restringe nel 2013 del 6,1% il bacino dei lettori, si ridimensiona il mercato totale (-4,7% se nel computo si considera anche il non book), si registra un andamento negativo anche nel numero di titoli pubblicati (-4,1%) – librai ed editori sono in cerca di formule per affrontare il futuro. «Formazione, innovazione, aggregazione: questi sono gli elementi su cui l’Associazione dei librai italiani (Ali) punta e punterà per cercare di superare la crisi – spiega Alberto Galla (presidente dell’Ali) –. Perché se c’è un problema che ha vessato le librerie indipendenti italiane in questi anni è proprio l’aver vissuto per troppo tempo in un contesto di apatia rispetto al cambiamento, con la conseguenza che, di fronte alla trasformazione imposta dalla crisi, molti di noi si sono trovati impreparati. Una formazione che guardi all’innovazione, quindi, è un elemento fondamentale per fornire ai librai gli strumenti per leggere il cambiamento e per poter prendere i dovuti provvedimenti per affrontarlo. Il terzo elemento di positività è la spinta dei librai verso l’aggregazione. In tutta Italia stanno sorgendo vari gruppi di librerie: si va da quelli di carattere consortile che riguardano per esempio alcune librerie del Veneto, riunitesi sotto la sigla «Librerie d’autore», a quelli che, partendo da un input venuto dall’Ali – che era quello di ragionare sulle reti di impresa – hanno trovato una prima realizzazione sperimentale in Sardegna. Oggi questo modello sta diventando realtà e sta per essere esportato nel resto d’Italia».

Scatenare l'Inferno

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2013

di Ginevra Vassi

Il 14 maggio è uscito il suo ultimo romanzo. A giugno, dopo le tappe di New York, Londra e Berlino è sbarcato in Italia per prendere parte alla manifestazione «La Repubblica delle Idee» e per aprire la quarta edizione di «Anteprime. Ti racconto il mio prossimo libro». Parliamo di Dan Brown e del suo Inferno. Le edizioni Mondadori raccontano – con voci diverse – come hanno organizzato il lancio dell’ultimo romanzo dell’autore americano. Come si gestisce il lancio di un romanzo tanto atteso? E un autore come Dan Brown? È ovviamente un lancio molto delicato e complesso da gestire sia per l’attesa che circonda il libro sia per l’interesse dei mezzi di comunicazione. Nel caso specifico di Dan Brown si trattava inoltre di un lancio in contemporanea mondiale in molti Paesi quindi c’era anche la necessità di coordinarsi con i tempi delle altre case editrici per evitare «fughe di notizie» o di «bruciarsi» reciprocamente il lancio in un mondo in cui le notizie sono ormai globali. La parola d’ordine fondamentale per un lancio di questa portata è quindi «coordinamento». Il lancio poi in questo caso è stato fatto in due momenti: il giorno esatto dell’uscita del libro con l’anticipazione in contemporanea su tre importanti quotidiani nazionali e, in seguito, con la venuta dell’autore a Firenze dove abbiamo coinvolto tutti i mezzi di comunicazione in una seguitissima conferenza stampa.

In nome del libro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2012

di Giorgio Raccis

Lo stato di salute: l’interesse per il libro religioso cresce ancora in modo deciso. La nascita dell’Osservatorio dell’editoria religiosa italiana – iniziativa promossa dall’Unione Editori e Librai Italiani (Uelci) in collaborazione con il Consorzio per l’editoria cattolica (Cec) ed Ediser e sviluppato in collaborazione all’Ufficio studi di Aie – è l’origine dell’Indagine che annualmente analizza i dati provenienti dalle banche dati di Informazioni Editoriali, Arianna e Istat, con l’obiettivo di fornire alle case editrici e alle librerie gli strumenti conoscitivi indispensabili per fondare le scelte editoriali e commerciali su una base analitica e non solo esperienziale, per comprendere le dinamiche evolutive del settore in cui operano, per utilizzare lo strumento del benchmarking, ossia del confronto con il proprio mercato di riferimento.

Viaggio nella città del libro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2011

di Dario Grati

Sembra impossibile che ancor oggi esistano, in Europa, dei piccoli paesi incontaminati dalla civiltà contemporanea e alieni dalla frenesia delle città, in cui i pochi abitanti vivono completamente immersi in una natura splendida e imponente

L'ambiente dell'arte

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2009

di Redazione

La Fattoria di Celle è una tenuta situata sulle colline toscane tra Firenze, ma è anche sede di una importante collezione d’arte ambientale che Giuliano Gori e la sua famiglia hanno costituito dai primi anni Ottanta ad oggi. Oggi a Celle si possono contare oltre sessanta installazioni completate mentre altre sono in corso di allestimento. Ma ciò che più conta è che l’iniziativa ha dato vita a un grande laboratorio creativo che continua senza sosta nella sperimentazione e «ambientazione» di nuovi linguaggi espressi dalle diverse discipline artistiche contemporanee. È per questo motivo che, ogni anno, migliaia di persone visitano la collezione durante la stagione di apertura alle visite.

Tra consolazione e depressione

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2008

di Federico Motta

Affrontare il tema di quanto leggono - e se leggono - bambini e ragazzi non vuol dire solo toccare aspetti che riguardano il mercato, la produzione, la promozione della lettura. Bensì affrontare il tema del futuro del nostro Paese.

Aprire il mercato

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2006

di Piero Attanasio

Nel dibattito internazionale sull’impatto delle tecnologie sull’industria editoriale, ci sono alcuni luoghi comuni che vale la pena di analizzare. Il primo recita: «Le tecnologie digitali stimolano le politiche di un-bundling», intendendo con tale termine la proposizione di offerte commerciali molto più granulari, ad esempio la vendita di singoli articoli invece che di fascicoli di rivista. Il ragionamento parte dalla constatazione che mentre gli studiosi hanno bisogno di leggere singoli articoli, le tecnologie a stampa obbligano gli editori a mettere più articoli in un volume, così che il consumatore è costretto ad acquistare un insieme di articoli, anche laddove non sia interessato a tutti. Essenzialmente, ciò dipende dalla struttura dei costi della produzione a stampa e dalla distribuzione libraria, che rende impossibile, dal punto di vista economico, la commercializzazione di articoli singoli. Dal punto di vista meramente tecnico, è vero che le tecnologie digitali consentono politica di un-bundling, in quanto i lettori possono scaricare da Internet singoli articoli (così come singoli brani musicali). Tuttavia, consentire non significa stimolare. Le dinamiche di mercato possono determinare un equilibrio completamente diverso.

In amore e in guerra

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2014

di Edward Nawotka

Spesso, nelle relazioni di coppia, arriva un momento in cui i partner si separano. Non è sempre la mancanza di amore ad uccidere il rapporto, a volte è un’eccessiva concentrazione sugli interessi del singolo rispetto a quelli della coppia e, più frequentemente, la mancanza di rispetto per la condizione dell’altro. Troppo spesso, purtroppo, l’editoria sta cominciando a sembrare una relazione in crisi. Prendete ad esempio una delle notizie più coperte dalle prime pagine delle testate statunitensi nel 2014: Amazon vs Hachette. In primo luogo ciò che noi sappiamo veramente si limita alle informazioni che i soggetti coinvolti hanno comunicato ai loro contatti nel mondo dei media, ma non sappiamo nulla di quanto stia realmente accadendo a porte chiuse. Sarebbe ingenuo da parte nostra escludere la possibilità che si tratti di un conflitto nato e sviluppatosi negli anni e che solo ora viene reso pubblico. Ma come spesso accade nelle relazioni in crisi, chi paga dazio maggiore è colui che ha poca o nessuna voce in capitolo: nel mondo dell’editoria si tratta dell’autore.

Self publishing made in Italy

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Settembre 2013

di Elena Refraschini

Molto più che un semplice fenomeno d’importazione, il self publishing, o autopubblicazione, è un’attività dallo sviluppo a doppie cifre anche in Italia. Prima c’era Amanda Hocking, che dopo aver autopubblicato il primo libro della trilogia YA Switched su Amazon nel 2010, nel 2011 è entrata nella scuderia di St. Martin’s Press (e di una trentina di altri editori, compreso Fazi in Italia) grazie a un accordo da più di due milioni di dollari. Oggi, anche il panorama italiano ha le sue stelle del self publishing, che dopo aver raggiunto il successo on line sono approdate all’esclusivo «club» dell’editoria tradizionale; si pensi, per esempio, al caso più unico che raro di Anna Premoli, il cui Ti prego, lasciati odiare, dopo essere stato uno dei libri più scaricati dell’estate 2012, è stato pubblicato all’inizio di quest’anno dalla Newton Compton e ha vinto il premio Bancarella 2013. O alla ragazza dietro lo pseudonimo M.J. Heron, autrice della trilogia paranormal romance Implosion, pubblicato dopo il grande successo on line dalla DeAgostini a gennaio.

La guerra delle donne

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2012

di Laura Novati

La Guerra spagnola fu forse l’ultima delle guerre romantiche per il contrasto di opposte passioni che la divorò, per le divisioni fratricide, per la solidarietà espressa dalle Brigate internazionali, di quei giovani che accorrono d’ogni parte in nome della libertà e della democrazia spagnola, per la condanna all’esilio di centinaia di migliaia di persone, per il lungo silenzio cui condannò gli sconfitti. Ha avuto subito i suoi capolavori, certamente il più celebre è forse il meno bello, Per chi suona la campana di Ernest Hemingway, del 1940, che ebbe la fortuna di essere ulteriormente consacrato dalla versione cinematografica girata in piena Seconda guerra mondiale, nel 1943, con Ingrid Bergman, Gary Cooper e Katina Paxinou.