Il
60% dei piccoli editori del Regno Unito teme di non riuscire a superare l’autunno a causa della crisi legata all’
emergenza coronavirus. È questo uno dei dati più emblematici dell’indagine realizzata da
«The Bookseller» per mettere in luce la situazione in cui si trovano oggi le piccole case editrici del Paese.
I dati sono stati ottenuti a partire da un sondaggio che in 48 ore ha ottenuto le risposte di 72 piccoli editori britannici. Il quadro che emerge è quello di una grave difficoltà che rischia di compromettere la salute dell’intera filiera editoriale. L’85% degli editori ha dichiarato di aver registrato un calo di oltre il 50% del fatturato e il 45% ha segnalato un crollo addirittura del 70%. Il 25% dei rispondenti ha inoltre evidenziato di non essere in grado di iniziare la lavorazione di nuovi titoli.
E per quanto riguarda le previsioni a marzo 2021, è il 75% a temere la chiusura della propria attività, con il 36% che considera «da medio ad alto» il rischio di dover abbassare la saracinesca dell’azienda.
La percezione dei piccoli editori britannici che emerge da questo sondaggio rispecchia i problemi e le criticità che il settore sta affrontando in tutti i principali
mercati internazionali del libro (cliccando sui link seguenti è possibile leggere gli articoli dedicati a
Francia,
Germania,
Austria,
Spagna,
Portogallo,
Grecia,
Svezia,
Norvegia,
Russia,
Cina,
Stati Uniti e
Brasile).
A ulteriore riprova di questa tendenza arrivano i dati dell’Associazione degli editori scozzesi, relativi alle vendite delle case editrici associate.
Durante il periodo di lockdown (dal 23 marzo al 28 maggio), il 40% delle case editrici attive nel mercato trade ha registrato un calo di vendite tra il 70% e il 90%, il 33% tra il 50% e il 70% e il 5% tra il 90% e il 100%. Gli editori del settore educativo hanno inoltre sottolineato un forte aumento del fenomeno della pirateria, a causa della maggiore fruizione di contenuti in formato digitale, resi disponibili su siti e piattaforme in modo illegale.
Le previsioni sui prossimi confermano anche in questo caso le criticità che sta affrontando il settore, con il 75% degli editori che prevede un calo di circa il 50% del fatturato nei prossimi 12 mesi.
Un’ipotesi, quest’ultima, che rischierebbe di compromettere l’andamento dell’intero settore editoriale britannico, visto che Associazione degli editori scozzesi conta, tra le circa 70 case editrici associate, importanti realtà come HarperCollins e Canongate Books (nominata casa editrice dell’anno nel 2003 e nel 2009 dai British Book Awards).
Per poter avere un quadro completo dell’andamento del settore in questi difficili mesi, si dovranno comunque attendere i dati complessivi che saranno resi noti dalla Publishers Association nelle prossime settimane. Ancora più interessante sarà vedere l’andamento delle vendite nella seconda metà del 2020, per capire se il mercato editoriale britannico – uno dei maggiori e più dinamici a livello globale – riuscirà a invertire la rotta e a recuperare, anche parzialmente, le forti perdite legate all’emergenza coronavirus.
Redattore scientifico iscritto all'ordine degli ingegneri della provincia di Modena. Dopo la laurea in Ingegneria e l’esperienza di ricerca in ambito accademico svolta presso l’Università di Bologna, ho frequentato il master in editoria dell'Università Cattolica di Milano e ho lavorato diversi anni alla redazione del Giornale della libreria. Seguo il mondo editoriale nelle sue diverse sfaccettature, con particolare interesse per il confronto tra le realtà dei diversi Paesi del mondo e per le ultime novità dal punto di vista produttivo e tecnologico.
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