Con oltre 2,3 milioni di contagi e più di 122 mila decessi, gli Stati Uniti sono il Paese che ha pagato il tributo maggiore in questi ultimi mesi segnati dall’emergenza coronavirus. Come avvenuto in tutti i Paesi analizzati (cliccando sui link seguenti è possibile leggere gli articoli dedicati a Francia, Germania, Austria, Spagna, Portogallo, Grecia, Svezia, Norvegia, Russia e Cina), alla crisi sanitaria si è ben presto affiancata quella economica dovuta a diversi fattori, tra cui la chiusura della maggior parte delle attività per diverse settimane, il peggioramento del clima di fiducia delle famiglie e delle imprese e le tensioni a livello internazionale. L’amministrazione Trump ha lasciato una grande libertà ai singoli Stati in relazione alle modalità di gestione dell’emergenza, soprattutto nelle prime fasi di diffusione del virus, ma in generale le misure adottate nella maggior parte del Paese hanno compreso la chiusura delle scuole, la cancellazione o il rinvio di fiere, convegni e festival (tra cui BookExpo e la New York Rights Fair, spostate alla primavera del 2021), il divieto di raduni e la sospensione degli eventi sportivi.

Il Congressional Budget Office – l’agenzia federale che ha la funzione di fornire le analisi economiche al Congresso – stima per gli Usa un calo del Pil del -38% nel secondo trimestre e una contrazione del 5,6% per l’intero anno. Per rivedere un segno positivo, si dovrà aspettare il 2021, quando è prevista una crescita del +4,2%.

Secondo i dati resi noti dall’Association of American Publishers, il mercato del libro statunitense ha risentito della difficile situazione del Paese, registrando segni negativi nei mesi di marzo e aprile.

A marzo, il settore nel suo complesso (trade, educativo, universitario e professionale), ha registrato un calo del -8,4% rispetto allo stesso periodo del 2019. Se però si considerano solo i canali trade, le vendite sono state tendenzialmente stabili, registrando un +0,8% rispetto al 2019.
Il segno negativo è dovuto principalmente al crollo dei testi scolastici e universitari, con il risultato peggiore (-50,6%) registrato dai k-12 instruction materials (destinati alla scuola primaria e secondaria).

L’effetto dell’emergenza è più accentuato se consideriamo i risultati del mese di aprile:  -6,6% nei canali trade e -3,5% per il mercato complessivo rispetto allo stesso mese dell’anno scorso.
Nonostante questo forte calo, grazie ai buoni risultati dei mesi di gennaio e febbraio, il mercato trade nei primi quattro mesi registra complessivamente un +0,5%, arrivando a un giro d’affari di 2,2 miliardi di dollari.

Analogamente a quanto rilevato anche nel nostro Paese e nei principali mercati internazionali del libro, buoni risultati sono stati ottenuti dai formati digitali, in particolare e-book e audiolibri. Nel mese di aprile gli audiolibri hanno registrato una crescita del +8,0% e gli e-book addirittura del +10,7%, sempre rispetto ad aprile 2019. Se consideriamo i primi quattro mesi dell’anno, per gli audiolibri il balzo complessivo è del +14,8% rispetto al periodo gennaio-aprile 2019, mentre per gli e-book si registra un calo del -1,1%, dovuto prevalentemente ai risultati negativi di gennaio e febbraio.

Per avere un quadro completo dell’andamento del mercato del libro statunitense – e in particolare della sua possibile capacità di ripresa – dovremo aspettare i dati che l’AAP pubblicherà nei prossimi mesi. Diversi sono i fattori che incideranno sui risultati del settore: la propensione all’acquisto da parte dei lettori, l’elevato numero di novità che si prevede potrebbe arrivare in libreria (molte delle quali previste inizialmente per i primi mesi dell’anno), portando così a una minore visibilità dei singoli titoli, la capacità degli editori di pensare a prodotti e progetti innovativi in grado di attirare il pubblico e l’andamento della capacità di spesa delle famiglie.

L'autore: Antonio Lolli

Redattore scientifico iscritto all'ordine degli ingegneri della provincia di Modena. Dopo la laurea in Ingegneria e l’esperienza di ricerca in ambito accademico svolta presso l’Università di Bologna, ho frequentato il master in editoria dell'Università Cattolica di Milano e ho lavorato diversi anni alla redazione del Giornale della libreria. Seguo il mondo editoriale nelle sue diverse sfaccettature, con particolare interesse per il confronto tra le realtà dei diversi Paesi del mondo e per le ultime novità dal punto di vista produttivo e tecnologico.

Guarda tutti gli articoli scritti da Antonio Lolli