I Paesi scandinavi ci hanno abituati nel corso degli anni a performance molto positive dei mercati del libro, legate anche all’alta propensione alla lettura dei loro abitanti. Come avvenuto in tutti i Paesi analizzati finora (cliccando sui link seguenti è possibile leggere gli articoli dedicati a Francia, Germania, Austria, Spagna, Portogallo, Grecia, Russia e Cina), l’emergenza coronavirus ha fatto sentire i suoi drammatici effetti anche in Scandinavia, con un’intensità più o meno dello stesso ordine di grandezza nonostante le diverse misure attuate dai rispettivi governi.
La Svezia è stato l’unico Paese europeo a non prevedere misure di contenimento della diffusione del virus anche nelle settimane più difficili dell’emergenza. Senza ovviamente entrare nel merito della decisione politica, i numeri sono comunque evidenti, con molti più decessi e contagi rispetto ai Paesi confinanti. Se confrontiamo la situazione con la vicina Norvegia, per esempio, possiamo avere un quadro più chiaro della situazione: 4.874 vittime svedesi rispetto alle 242 della Norvegia e 51.614 contagiati contro 8.631. Nonostante le librerie siano rimaste sempre aperte – così come la maggior parte delle attività – il mercato del libro svedese ha risentito della difficile situazione sanitaria e sociale, con un calo del 12,3% a valore nel periodo compreso tra il 9 e il 22 marzo, rispetto allo stesso periodo del 2019. Una diminuzione di vendite che per le librerie fisiche arriva a un -30,4%, sempre nelle stesse settimane di marzo.
In Norvegia il governo guidato da Erna Solberg ha messo in atto misure di contenimento a partire dal 12 marzo, su modello di quelle scelte dalla Danimarca, con un blocco parziale dei trasporti e la chiusura delle scuole, delle università e di molte attività come librerie, ristoranti, bar e palestre. «I provvedimenti più restrittivi presi dalla Norvegia in tempo di pace», così sono stati descritti dalla prima ministra il giorno dell’avvio del lockdown. Le misure sono state poi gradualmente alleggerite a partire dal 7 maggio, con la riapertura delle scuole e delle università a partire da lunedì 11 maggio.
Le settimane di chiusura hanno portato a un calo in tutti i principali settori economici. Il mercato del libro, dopo i risultati positivi di gennaio e febbraio e il calo limitato registrato a marzo (-4,2%), ha risentito dell’effetto negativo della pandemia soprattutto nel mese di aprile, con una contrazione del -29,0% rispetto allo stesso mese del 2019.
Un crollo che ha portato il settore a un’involuzione inaspettata, se pensiamo che a fine febbraio la crescita era stata del +11,5% rispetto al 2019.
E a contribuire negativamente al calo del mese di aprile sono state soprattutto le vendite di libri cartacei. Anzi, i dati dell’associazione degli editori norvegesi mostrano andamenti nettamente contrapposti tra libri «fisici» e in formato digitale: -35% per i primi e +31% per i secondi. Un’impennata delle vendite in digitale che però non è riuscita a invertire il segno negativo del mercato nel suo complesso, a causa dell’incidenza ancora inferiore rispetto al libro «tradizionale».
A breve sapremo se la riapertura delle attività in Norvegia sia riuscita a dare una boccata di ossigeno al settore, anche per iniziare a fare qualche previsione sull'andamento della seconda metà dell'anno. Per avere un quadro completo della capacità di ripresa dei mercati del libro in Svezia e Norvegia dovremo però aspettare i dati ufficiali resi noti dalle due associazioni degli editori nelle prossime settimane.
Redattore scientifico iscritto all'ordine degli ingegneri della provincia di Modena. Dopo la laurea in Ingegneria e l’esperienza di ricerca in ambito accademico svolta presso l’Università di Bologna, ho frequentato il master in editoria dell'Università Cattolica di Milano e ho lavorato diversi anni alla redazione del Giornale della libreria. Seguo il mondo editoriale nelle sue diverse sfaccettature, con particolare interesse per il confronto tra le realtà dei diversi Paesi del mondo e per le ultime novità dal punto di vista produttivo e tecnologico.
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