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Ediser

Un titolo tira l'altro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2013

di Oddina Pittatore

Se non appartiene a una serie non è un bestseller, sembra essere il leit-motiv delle vendite internazionali del 2012. Negli Stati Uniti, nel Regno Unito e su Amazon, le trilogie scritte da due sole autrici, E. L. James e Suzanne Collins, hanno occupato prepotentemente i due terzi delle Top 10. Successi multipli che replicano (o superano), in un periodo più ravvicinato, le ottime affermazioni ottenute negli ultimi anni dalle storie che si sono sviluppate in una serie: Harry Potter (J.K. Rowling), Millenium (Stieg Larsson), Twilight (Stephenie Meyer), Le cronache del ghiaccio e del fuoco (George Martin), il ciclo dell’Eredità (Christopher Paolini), solo per citare alcune delle principali, senza dimenticare la saga capostipite, Il Signore degli anelli. Si tratta sempre di fiction scritte dallo stesso autore e caratterizzate dallo stesso protagonista, le cui avventure continuano da un libro all’altro, dando luogo a una serie che si estende su più volumi e che avvince il lettore per la curiosità di seguire i personaggi a lungo termine. I libri sviluppati in serie appartengono indifferentemente a diversi generi, dal fantasy al distopico al thriller fino al romance erotico delle Sfumature. Possono avere lunghezze e durata variabili, anche se le trilogie sembrano particolarmente baciate dal successo mentre le saghe fantasy mostrano una tendenza a dipanarsi in un numero maggiore di volumi (dai 7 di Harry Potter ai 12, nell’edizione italiana, della saga di George Martin). Dal loro successo, a loro volta scaturiscono altre serie, che imitano il genere sulla cresta dell’onda che ha scalato le classifiche. Sono, però, tutti accomunati da due fattori: la durata nel tempo e il potenziale effetto moltiplicatore creato da ogni nuova uscita che dà vita a rinnovate occasioni di pubblicità e di diffusione. Nell’arco delle storie prolungate il lettore ha maggiore possibilità di affezionarsi ai personaggi e di appassionarsi agli sviluppi delle loro vite, secondo un meccanismo molto simile a quello utilizzato dalle serie televisive.

Viaggi in digitale

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Maggio 2013

di Giorgio Kutz

Il segmento editoriale del turismo è emblematico di quanto l’incontro/scontro tra carta e digitale sia impari quando le nuove tecnologie scardinano il modello di apprendimento sequenziale proprio della carta ed elementi eversivi come la geolocalizzazione, l’accelerometro e la condivisione delle informazioni (il cosiddetto user generated content) abbinate alla connettività spianano la strada a comportamenti, prodotti e modelli di business impensabili fino a pochi anni or sono. Una volta le guide turistiche a stampa offrivano itinerari selezionati, descrizioni di luoghi, recensioni di alberghi e ristoranti, in ordine alfabetico o geografico/alfabetico. Le informazioni erogate erano in parte «evergreen» (per esempio quelle a carattere artistico-culturale) e in parte «volatili» (quelle più soggette a obsolescenza, come i riferimenti ad alberghi e ristoranti). Queste ultime erano croce e delizia degli editori: costringevano a pubblicare edizioni aggiornate con frequenza ravvicinata, con costi elevati ma con qualche interessante tornaconto. La guida a stampa era un pregiato e costoso oggetto di consumo usa e getta: nessun viaggiatore che si rispetti si sarebbe sognato di partire con una guida «vecchia» di uno o due anni. Alle guide turistiche si affiancavano altri strumenti del viaggiare in formato stampa: gli atlanti stradali, le mappe dettagliate, il mitico orario dei treni giallo da edicola, le guidine di conversazione nelle lingue straniere per chi andava all’estero, le guide «di settore», campeggi, osterie eccetera. Questo grande mercato editoriale è stato letteralmente messo in ginocchio dall’avvento di nuovi strumenti digitali e da modelli di business planetari distanti anni luce da quelli dell’editoria tradizionale.

Cyber fede

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2013

di Giorgio Kutz

Agnostici, atei, scettici, ricredetevi: il mondo spirituale ha spalancato le porte all’innovazione tecnologica. Non è solo il papa che twitta. Religioni millenarie di tutto il pianeta scodellano quotidianamente decine di app per tablet. Una stima molto approssimativa porta a valutare in oltre cinquemila il numero di app a carattere religioso disponibili per i credenti delle quattro fedi più diffuse. Ad essere cinici e disincantati era inevitabile che un mercato potenziale di tre/quattro miliardi di esseri umani stimolasse un’offerta che sembra non conoscere soste. Il primato dei numeri spetta ovviamente alla Bibbia, che ripete in digitale il successo planetario della versione a stampa. Per tablet ci sono quasi tremila app, per tutte le età e per tutte le lingue. Di queste più di un centinaio sono in italiano, ma riconoscere quelle «certificate» è un’enorme fatica. Due app dichiarano l’imprimatur della Cei, la Conferenza episcopale italiana: una è La Sacra Bibbia. Edizione completa di Westbridge Media (1,79 euro), la seconda è La Bibbia (Conferenza Episcopale Italiana), sviluppata da Loudreader, probabilmente apocrifa e disponibile al momento solo per iPhone (2,69 euro); entrambe offrono un motore di ricerca a full text, ma le recensioni degli utenti non sono entusiaste. Le preferenze del pubblico, anche di quello italiano, vanno a Bibbia (Holy Bible), gratuita e molto più evoluta tecnicamente. Ma di Bibbie ce n’è davvero per tutti gli orientamenti religiosi, compresa la Bibbia ebraica, Tanach for all. Il bestseller indiscusso del mondo Cattolico Romano è Porta Fidei. La fede della Chiesa, pubblicata pochi mesi prima del «gran rifiuto», è un’app gratuita che raccoglie discorsi e catechesi di papa Giovanni Paolo II nell’Anno della fede.

È politica, bellezza!

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2013

di Gabriele Pepi

«Ciò che maggiormente irrita i politici non è tanto l’essere criticati quanto piuttosto il non essere citati». A dirlo è Antonio Polito, giornalista ed ex direttore de «Il riformista» che abbiamo intervistato per capire come nasce un libro di approfondimento politico. E così si scopre che i politici italiani oggetto di tante pubblicazioni che ritroviamo in libreria (Elena Refraschini ci racconta quante esattamente se ne pubblicano Italia in Politica da leggere pp.13-14 di questo «GdL») si attengono ancora all’aforisma di Oscar Wilde: «Parlate di me bene o male purché ne parliate». Partiamo dall’inizio: come nasce l’idea alla base del progetto di un libro di attualità politica? Sostanzialmente in due modi: l’autore ha un’idea forte che propone al proprio editore oppure, viceversa, è l’editore che, facendosi portavoce di un bisogno di approfondimento ancora inespresso dal panorama dei libri in commercio, propone un progetto ad un autore di fiducia. Per esperienza personale [In fondo a destra, appena edito per i tipi di Rizzoli, nasce da una precisa richiesta dell’editore milanese ndr] in entrambi i casi il libro può «uscire bene». In fin dei conti gli editori dovrebbero essere gli organizzatori di cultura del nostro Paese, compito che portano avanti anche commissionando lavori originali al loro parco di autori.

Esportare, si può

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2013

di Giovanni Peresson

Il mercato domestico rappresenta, ormai da alcuni anni, sempre meno il solo e unico mercato di sbocco dell’editoria italiana per ragazzi. I dati demografici (appena +0,4% 2011/’10, cioè «crescita zero») e di mercato in assenza di politiche pubbliche di promozione della lettura infantile, di risorse per lo sviluppo delle collezione nelle biblioteche pubbliche e in quelle scolastiche – hanno indicato alle case editrici di libri per bambini e ragazzi la necessità di pensare nativamente a progetti editoriali per i mercati internazionali. Il quadro che emerge dalla terza indagine sull’import/export di diritti voluta dal Gruppo ragazzi dell’Aie, non fa che confermare per il 2012 – con alcune «sfumature» congiunturali – il quadro degli anni precedenti (i dati elaborati si riferiscono a case editrici che coprono il 61% della produzione e il 96% delle novità). Dal 2001 si è progressivamente ridotta la forbice e il disavanzo tra acquisto e vendita di diritti di edizione nell’editoria per ragazzi, finché dal 2009 il quadro è andato in «attivo» raggiungendo oggi gli oltre mille titoli (1.021). In particolare nel 2012 sono stati venduti 1.984 diritti di edizione, ma con un trend di crescita (+6,0%), per ragioni congiunturali, che è il più ridotto degli ultimi quattro anni.

Il grillo e il giaguaro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2013

di Interviste a cura di P. Sereni

In un’Italia politicamente divisa, oppressa dalla crisi e dalla mancanza di prospettiva di giovani e famiglie, strati sempre più ampi della società civile iniziano ad interessarsi ai meccanismi che regolano i poteri forti, ai temi di attualità politica, ai retroscena e alle tante «verità nascoste» dietro a partiti e movimenti. Quali scelte editoriali stanno facendo le case editrici? Ne discutiamo con alcuni editori specializzati in saggistica politica.

L'attualità religiosa

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2013

di Elena Vergine

Le dimissioni di Benedetto XVI, il Conclave, l’elezione al soglio pontificio di Francesco ma anche gli scandali, il Vatileaks e le carte segrete. La Chiesa è un’organizzazione pubblica e le vicende che la attraversano hanno un’eco mondiale. I giornali, la televisione, Internet e i social network sono i mezzi che l’opinione pubblica, non solo cristiana, utilizza per informarsi. Ma il ruolo dei libri come strumenti deputati all’approfondimento e alla riflessione più complessa, va oltre la semplice documentazione ed è quindi insostituibile. Se è vero infatti che i quotidiani sono, per eccellenza, deputati all’interpretazione dell’attualità, i libri religiosi (i cui dati sulla produzione sono reperibili a pp. 10-11 di questo «GdL») a loro volta intrattengono uno stretto legame con le vicende del mondo contemporaneo, diventando la chiave per rispondere agli interrogativi dei lettori. Che sia questa la formula per uscire dalla crisi? Tutti gli editori, non solo cristiani, con cui ci siamo confrontati, indipendentemente dal target cui si rivolgono, ci hanno confermato il loro impegno nell’affrontare i temi della contemporaneità con le loro pubblicazioni. Un dato interessante, tanto più che il settore è noto per essere un’editoria prevalentemente di catalogo, in cui il peso delle novità è maggiormente ridotto rispetto al mercato generale. Un’altra tendenza, emersa già lo scorso anno, è sicuramente l’apertura dell’editoria religiosa verso generi in precedenza esplorati maggiormente dall’editoria «laica» come il romanzo o il manuale di uso pratico, libri che possono far presa anche su un pubblico non necessariamente credente, in risposta, forse, all’esplorazione di generi religiosi da parte dell’editoria generalista. Sicuramente è andata rafforzandosi l’attenzione riservata dalle case editrici specializzate in religione verso le possibilità offerte dalle nuove tecnologie. Che si tratti di produrre e-book, rafforzare la presenza sulle varie piattaforme di e-commerce o curare il profilo del proprio brand sui social network gli editori religiosi non sono rimasti indietro. Aggiornamento, attenzione all’attualità, apertura verso un pubblico più vasto, vendita di diritti all’estero, promozione dei propri titoli e digitale, sono solo alcuni dei temi di cui abbiamo discusso con dieci editori religiosi, di cui proponiamo l’esperienza nelle prossime pagine.

La religione in libreria

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2013

di Elena Vergine

È un periodo di grande tumulto nella capitale. Prima c’è stata l’emozionante attesa per il Conclave, poi la fumata bianca e migliaia di pellegrini pronti ad acclamare il papa neoeletto, infine il primo Angelus del pontefice che si è risolto, come prevedibile, nell’ennesimo bagno di folla in Piazza San Pietro. La strada principale che collega lo Stato Vaticano a Roma, inquadrando scenograficamente la Basilica, è Via della Conciliazione. Progettata dagli architetti Marcello Piacentini e Attilio Spaccarelli dopo i Patti Lateranensi dell’11 febbraio 1929, questa arteria è anche la zona d’Italia a più alta concentrazione di librerie specializzate in religione. Riportiamo di seguito l’esperienza di quattro librai della zona.

Le cifre della fede

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2013

di Giorgio Raccis

Il mercato 2012 perde il 5,9% in termini di fatturato e tiene in termini di copie con un dato negativo limitato a 0,6%. Tuttavia la tenuta delle copie vendute risulta una magra consolazione perché, confrontandola con il dato a valore, evidenzia la costante diminuzione del prezzo medio del libro acquistato in libreria, arrivato a quota 7,70 euro (erano 7,78 euro nel 2011 e 8,18 nel 2010). Queste sono le prime valutazioni sintetiche sul 2012 che si possono trarre dai dati di sell out rilevati dai 1.800 punti vendita del circuito Arianna e in attesa di poter esaminare il terzo Rapporto sull’editoria cattolica e le librerie religiose in Italia 2012, in corso di redazione da parte dell’Osservatorio dell’editoria religiosa italiana, iniziativa promossa dall’Unione editori e librai cattolici italiani (Uelci) in collaborazione con il Consorzio editoria cattolica (Cec) ed l’Ufficio studi Aie. Purtroppo sono lontani i dati del 2011 quando l’editoria cattolica aveva ancora un andamento anticiclico e le vendite dell’anno avevano ancora il segno positivo (+1,4% a valore e +3,7% a copie), anche per il traino del libro del papa pubblicato da Lev (il secondo sulla Vita di Gesù). Già, perché nel 2012 il terzo volume della trilogia di Benedetto XVI è stato pubblicato da Rizzoli e del suo impatto non ha beneficiato il comparto dell’editoria cattolica. Considerando che dicembre per l’editoria religiosa rappresenta quasi il 12% del volume delle vendite annue, gli editori confidavano in un recupero di fatturato per lenire il dato negativo. Speranze deluse da un dicembre 2012 chiuso in territorio ampiamente negativo a -10,9%.

Mamme digitali

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2013

di Ester Draghi

Il Sistema infanzia di Rcs (Sfera) è una realtà internazionale, multicanale e multimediale che pone al centro della sua offerta un target d’elezione: la mamma (in particolare la futura mamma e la mamma con figli fino all’età scolare) con tutti i suoi bisogni. Abbiamo chiesto a Gabriele Melazzini (direttore Sistema infanzia di Rcs MediaGroup) di raccontarci la sua esperienza. Come funziona il vostro modello di business, a cavallo tra stampa e digitale? L’approfondita conoscenza del target e dei suoi bisogni specifici e la conseguente capacità di intercettare e «intrattenere» le mamme in una relazione di scambio e fiducia determina l’efficacia del nostro modello di business, non solo in Italia ma anche in Spagna, Messico e Cina, Paesi dove è già stato replicato con successo. Come evidenziato dall’Osservatorio mamme, da noi organizzato in collaborazione scientifica con il Politecnico di Milano per monitorare l’evoluzione del rapporto delle mamme con l’informazione, la mamma è un soggetto straordinariamente capace di muoversi in un contesto ricco di stimoli e sollecitazioni provenienti da tante fonti di cui sa riconoscere il valore aggiunto: per esempio, usa molto il Web per interazione, praticità e aggiornamento ma considera la stampa specializzata la fonte più autorevole e affidabile. Nel nostro caso stampa e Web generano un circolo virtuoso di reciproci rimandi: sei mamme su dieci arrivano al nostro sito Quimamme.it dalle nostre riviste («Io e il mio Bambino», «Donna&Mamma», «Insieme» e «Dolce Attesa»). E proprio le riviste specializzate sono la fonte preferita (28%), seguita dal Web (21%) e dagli specialisti (20%).

Nuove strade

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Aprile 2013

di Elisa Molinari

Dopo il successo della prima edizione, la Fiera del Libro per Ragazzi ha riproposto, in collaborazione con Children’s Technology Review, il Bologna Ragazzi Digital Award, al fine di incoraggiare le produzioni eccellenti ed innovative nell’ambito delle app derivate da libri, prevedendo le categorie Fiction e Non Fiction, per poter premiare sia le app che si concentrano sullo storytelling, sia quelle che si concentrano sull’aspetto ludico e di reference. Il premio, rivolto a tutti gli editori e sviluppatori di applicazioni indirizzate a bambini e ragazzi dai due ai quindici anni, ha visto quest’anno la partecipazione di 242 app da 32 paesi diversi, prodotti pubblicati entro l’anno, pensati già in ottica internazionale. Imparziale la giuria internazionale, composta da Warren Buckleitner (Children’s Technology Review), André Letria (Pato Lògico Edições), Chris Meade (if:book) e Cristina Mussinelli (Associazione Italiana Editori). L’idea di fondo è che le nuove tecnologie hanno aperto nuove strade innovative a chi si occupa di storytelling nel mondo ragazzi. Se è vero che a volte la tecnologia può distrarre dalla storia e che capita di vedere alcuni prodotti che non siano altro che la digitalizzazione di versioni a stampa con l’aggiunta di alcune animazioni sparse, in altri casi invece la magia della tecnologia si fonde perfettamente in illustrazioni di qualità, narrazione, creando un’esperienza ricca e piacevole da esplorare.

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