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Varie

La lettura fotografata #2

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2015

di Redazione

In questo numero vi presentiamo la seconda tornata delle 30 fotografie che componevano la mostra La Lettura fotografata, organizzata dall'Associazione italiana editori in occasione di Bookcity 2014 ed esposta presso i frigoriferi milanesi.

La versione di Marta Baroni: Più libri

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2015

di Marta Baroni

Più libri più liberi è una fiera bellissima, ma assai stancante! Per fortuna che dietro le quinte di questa importante manifestazione c'è un team professionale ed appassionato, senza dimenticare le colonne portanti della fiera: i lettori.  Con questa bella tavola inauguriamo la nostra collaborazione con Marta Baroni, illustratrice giovane e brava, che con i suoi lavori disegnerà per noi il 2015 dell'editoria italiana.

Letteratura proibita

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2015

di Dennis Abrams

In un articolo per «The Advocate», Yuan Ren riferisce che all’inizio di quest’anno, nel corso di un «giro di vite a livello nazionale sulla pornografia on line, 20 scrittori, presumibilmente sotto contratto con siti Internet che trattavano narrativa erotica illegale», sono stati arrestati nella provincia di Henan in Cina e numerosi siti Web dai contenuti «espliciti» sono stati chiusi. L’aspetto più interessante in questa vicenda è che gli scrittori in questione erano per la maggior parte giovani donne, tutte autrici di quel sottogenere della narrativa gay conosciuta come «dan mei», un genere che si è guadagnato un pubblico vasto quanto fedele in tutta la Cina, Paese in cui l’omosessualità è tuttora stigmatizzata. Il «dan mei» è una declinazione di quella che in Occidente viene chiamata «slash fiction» che quando prese piede negli Stati Uniti, durante gli anni settanta, mostrava coppie di personaggi maschili provenienti da popolari show televisivi come Star Trek, alle prese con storie d’amore omosessuale non autorizzate. La slash fiction ha fatto la sua comparsa in Cina negli anni Novanta, sotto forma di «yaoi» (o «boy’s love») – una tipologia di manga giapponese – ma, come scrive Yuan, pur concentrandosi sull’amore tra uomini, il «dan mei» (che letteralmente significa «indulgere alla bellezza») ha sorprendentemente spopolato presso un target esclusivo: lettori e autori sono principalmente giovani donne e ragazze eterosessuali.

Oltre la censura

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2015

di Elena Refraschini

La Vijecnica è il gioiello di Sarajevo: con i suoi colori pastello e le sue linee eleganti, il palazzo in stile neo-moresco, originariamente sede del municipio, si specchia nella Miljacka dal 1894, quando la Bosnia faceva parte dell’impero Austro-Ungarico. Soltanto nel 1949 l’edificio fu scelto come sede della biblioteca, e tutti lo chiamano ancora Vijecnica, «il municipio». A vederlo oggi, sembra impossibile che il palazzo sia sopravvissuto a due guerre mondiali e al più lungo assedio nella storia militare moderna. Il suo colonnato ocra e rosso è stato più volte testimone della storia: fu proprio lì che l’automobile che trasportava l’arciduca Francesco Ferdinando d’Austria si fermò, poco dopo essere scampata ad un primo attentato; e fu pochi metri più avanti, in corrispondenza del Ponte Latino, che Gavrilo Princip sparò quei due colpi che segnarono l’inizio della Grande Guerra (nell’era jugoslava il ponte in effetti era stato ribattezzato Principov most). Nell’aprile del 1992, quando crolla il sogno di una Jugoslavia unita, le forze serbo-bosniache circondano Sarajevo, soffocandola in una stretta che si sarebbe prolungata per 43 mesi. I viveri scarseggiano, il carburante anche, e vengono colpiti obiettivi strategici: ospedali, mezzi di comunicazione, industrie. Nessuno crede ai propri occhi, però, quando nella notte tra il 23 e il 24 ottobre 1993 è la Vijecnica a cadere vittima della follia bellica. «Urbicidio», lo chiamano i bosniaci: l’aperta volontà di distruggere il patrimonio culturale di una città e di un popolo. Ed è proprio questo che succede quando, in tre giorni di rogo, viene distrutto il 90% del patrimonio della biblioteca che comprendeva due milioni di libri, periodici e documenti, tra cui almeno 155mila esemplari rari e 478 preziosi manoscritti: libri d’ore, documenti catastali di epoca ottomana, manoscritti miniati di preziosa bellezza.

Professione avvocato

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2015

di Lorenza Biava

La manualistica professionale dedicata al mondo giuridico è un evergreen sugli scaffali delle librerie italiane. Capire perché è semplice visto che, secondo gli ultimi dati diramati dall’Ordine degli avvocati iscritti agli albi, nel 2013 erano 230.435 con una proporzione di 3,8 avvocati (sino a 6,7% per la regione Calabria!) per ogni 1.000 residenti e un tasso annuo di crescita dell’1,6% (nel 1995, quando però gli avvocati erano solo 83.090, era l’11,6%). Dato forse ancor più interessante, anche se aggiornato al 2012, è il reddito medio di questi professionisti che si aggirava, due anni fa, attorno ai 46.921 euro annui, in costante decremento però anno su anno. A questi si aggiungono gli oltre 30.000 aspiranti che hanno sostenuto la prova scritta per l’esame di avvocatura nel 2014 e che, almeno in parte, sono entrati nel novero di coloro che per mestiere devono essere costantemente aggiornati sulle ultime novità che interessano l’esercizio della professione. Quali sono i bisogni di questa schiera di professionisti e come può rispondervi la libreria? Lo abbiamo chiesto a Fabio Barlassina, libraio con più di trent’anni di esperienza nel settore della manualistica e, dal 1980, alla libreria Hoepli di Milano.

Una fiera come lente

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2015

di Giovanni Peresson

Cosa può dire, oggi, Più libri più liberi rispetto allo stato di salute dell’editoria italiana in generale e, in primo luogo, di quello della piccola editoria cui la manifestazione è dedicata? In questo senso le fiere, i saloni del libro, i festival letterari hanno, per tutti gli anni Ottanta e successivi, anticipato tendenze, gusti e comportamenti dei lettori. La domanda è se lo siano ancora. Alcuni dei dati dell’edizione 2014 di Più libri (ma per il 2013 valeva un discorso analogo) indicano qualcosa d’altro. Prendiamo ad esempio i visitatori, il cui numero resta sostanzialmente stabile (ma con un certo grado di fedeltà o di ricambio?). Nel 2014 (su cinque giorni di apertura) abbiamo lo stesso numero di ingressi del 2011, anno «uno» della crisi. Solo a titolo di raffronto, i forti lettori sono diminuiti nel nostro Paese del 4%. Segni di una tenuta e di un avvicinamento del flesso della curva discendente? Più comunicazione, più appuntamenti? La dimensione «evento» che cattura sempre la gente, anche se bisogna attraversare tutta la città per arrivare al palazzo dei Congressi dell’Eur? Forse, ma intanto è un +1% rispetto al 2011.

Ancora Più libri

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2014

di Gabriele Pepi

Al Palazzo dei Congressi dell’Eur è tutto pronto per la tredicesima edizione della più importante manifestazione dedicata alla piccola e media editoria italiana. Gli stand sono allestiti, le sale pronte ad accogliere gli oltre 300 eventi della convegnistica e i corridoi aspettano, innaturalmente silenziosi, il flusso allegro e interminabile dei 50-55 mila visitatori medi che ogni anno fanno tappa a Più libri. È proprio in questo momento di operosa calma, prima che si apra il sipario sui cinque ricchissimi e sfiancanti giorni della kermesse, che incontriamo Fabio Del Giudice, direttore di Più libri, per farci raccontare le novità di questa edizione ma anche per chiedergli di come l’editoria indipendente stia reagendo alla crisi.

Format di innovazione

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2014

di Giulia Bussotti

Editech è un appuntamento ormai consolidato tra le attività formative di Aie, dal 2008 è l’occasione per fornire agli editori un momento di approfondimento con esperti internazionali sul tema dell’innovazione tecnologica in campo editoriale. Proprio con Editech si sono sperimentate negli anni diverse formule di aggiornamento professionale e quest’anno si è molto lavorato con la commissione digitale di Aie per proporre un incontro che fosse nuovo ed efficace, e che fornisse una reale occasione di confronto e di esperienza formativa. Quest’anno si è proposto un format aperto a diversi tipi di professionalità, editori, ma anche service e sponsor. La due giorni si è tenuta presso H-Farm, incubatore italiano di start-up e culla dell’innovazione tecnologica made in Italy, dove siamo riusciti a instaurare gruppi di lavoro residenziali e operativi, fatti di workshop in cui il confronto con gli esperti internazionali sulle esigenze derivate dallo stato dei lavori in Italia si è alternato al dialogo tra pari. La scelta del nuovo format è stata premiata. Il risultato? Una full immersion in un ambiente innovativo e intersettoriale che ha generato una risposta positiva da parte di tutti i partecipanti. A Editech quest’anno hanno preso parte 31 diverse aziende che operano nel settore editoriale, erano presenti tutti i grandi gruppi editoriali e una importante rappresentanza di quelli indipendenti.

I sommersi e i salvati

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2014

di Giovanni Peresson

Le storie guidano il mondo e la piccola e media editoria italiana è uno dei più vasti e ricchi laboratori di narrazioni attivi nel nostro panorama culturale. Portavoce di universi narrativi e instancabili organizzatori di cultura capaci di interpretare i desideri dei lettori e trasformarli in libri, gli oltre 400 marchi presenti a Più libri più liberi rappresentano una ricchezza inestimabile per il settore. Tuttavia troppo spesso, invece di raccontare queste storie e ciò che di positivo va costruendosi, indugiamo sulla narrazione della crisi e dei suoi effetti che, certo, sono reali e presenti, ma per fortuna non sono l’unica chiave interpretativa per analizzare quanto sta accadendo oggi. In un Paese in cui di «grandi imprese» industriali ne restano poche e il tessuto della piccola media imprenditoria versa da tempo in gravi condizioni a causa delle difficoltà nell’accesso al credito, della non elevata propensione all’innovazione tecnologica, della scarsa attenzione alla formazione e all’internazionalizzazione e via elencando, non c’è da stupirsi se la piccola editoria ha ottenuto in questi anni risultati inferiori a quelli della media del settore. Il 2014 è il quarto anno di una crisi che ha iniziato a cambiare il settore: dai modi di acquistare e leggere dei clienti alla comunicazione, fino al diverso peso assunto dai vari canali di vendita che, a fronte della crescita dell’e-commerce del libro fisico e dell’e-book, registrano il calo della quota di mercato della libreria.

Il libro nell'orto

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2014

di Emilio Sarno

Boschi verticali, villette con giardino, orti metropolitani sui tetti delle case o sui terrazzi, orti e giardini nella casa di campagna. Rubriche sulla stampa periodica, mensili specializzati (almeno cinque a cominciare dal più noto «Gardenia» con 574 mila lettori nel numero medio; Fonte Ads 2014/II). Garden center e fiere del florovivavismo (la più nota quella di Verbania) tra rose, gardenie, orchidee o piante grasse. Un turismo stagionale da fine settimana tra garden center e vivai. Sono queste – e l’elenco potrebbe continuare – le coordinate entro cui si muovono gli appassionati di giardinaggio e di orticultura. L’amore per il «verde», la cura del giardino o dell’orto, la cultura e la rinnovata attenzione verso queste dimensioni valoriali è sicuramente, da anni, una dimensione in crescita. Collegata com’è a componenti salutistiche, alla maggior attenzione e cura dell’ambiente domestico, al cibo «sano», a «km 0» e tanto meglio se autoprodotto nell’orto di casa, ai processi sociali di de-urbanizzazione e fuga verso cascine, casali o, più spesso, verso i piccoli comuni che circondano le metropoli, caratterizzati dalle villette a schiera con immancabile giardinetto (e annessi nanetti) da accudire. Se da un lato le dimensioni economiche del settore (fiori e piante da giardino) generano un mercato domestico di oltre 2 miliardi di euro (Fonte: Assogarden) – pur risentendo dal 2012 degli effetti di una maggior attenzione alla spesa da parte della famiglie (-6%) – dall’altro indicano come nel nostro Paese le famiglie «con vocazione e pratica del verde» sono complessivamente qualcosa come 12,5 milioni (Fonte: Nielsen).

Insieme verso il futuro

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2014

di Redazione

Lo scorso anno il bacino dei lettori si è ristretto del 6,1%, il mercato si è ridimensionato (-4,7%) e si registra un andamento negativo – per la prima volta – nel numero di titoli pubblicati (-4,1%). Di fronte a questo scenario sconfortante sono in atto grandi trasformazioni in tutta la filiera del libro, che sta concentrando risorse, idee ed energie per sopravvivere alla crisi. Sul «GdL» di novembre vi abbiamo proposto il punto di vista dei librai sulla situazione attuale, su questo numero riportiamo quello degli editori indipendenti.

La lettura fotografata

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2014

di Giovanni Peresson

I numeri non rappresentano più le trasformazioni che sta subendo la lettura in questi anni. Dicono sempre meno di come stanno cambiando i modi, i tempi, i luoghi, e i supporti su cui si legge. Perché i cambiamenti sono molto più rapidi di un tempo, e perché sono soprattutto le dimensioni qualitative del leggere a mutare e a diventare rilevanti per editori, autori e librai. Tali dimensioni aiutano a pensare a storie, a prodotti editoriali: quando si vede un bambino che cerca di attivare le illustrazioni sulle pagine di un libro cartaceo come se il libro fosse un tablet, ci troviamo di fronte a un’informazione importante sull’evoluzione della lettura, su come il pubblico vorrà vedere organizzate e presentate le storie che ama dall’editore. Alle statistiche si deve quindi affiancare un’antropologia della lettura. Un’antropologia che si fa osservatorio dei cambiamenti dei modi di leggere, e delle forme stesse del supporto attraverso cui il lettore entra nelle storie. Un’antropologia fatta di scatti che documentino, oggi, la «lettura praticata»: i luoghi, i comportamenti, i tic, le posture. Il modo stesso di interpretare la lettura da parte di chi oggi la fotografa. Questa l’idea di partenza dell’Associazione italiana editori e del «Giornale della libreria». Un’idea che si è tradotta, grazie all’aiuto dell’Istituto italiano di fotografia (Iif), nella mostra La lettura fotografata, tenutasi dal 14 al 16 novembre in occasione di Bookcity a Milano. A partire da questo numero del «GdL», riproporremo via via le 30 fotografie che compongono il progetto e scattate da 11 giovani fotografi dell’Iif coordinati dalla docente Wanda Perrone Capano.

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