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Editori

Tra sfide e progetti

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Dicembre 2015

di Giovanni Peresson

È diventata in poco più di dieci anni la «terza forza» tra le manifestazioni del settore. Dopo Torino, Bologna – che rientra nella categoria delle manifestazioni riservate al mondo professionale – c’è Roma, con Più libri più liberi. L’unica manifestazione in Europa, e quindi nel mondo, dedicata alla piccola editoria (o, come si dice altrove, all’editoria «indie»). Ritorna con il suo mix di incontri «pop» rivolti al pubblico di lettori e appassionati (mai termine, in fondo, si adatta meglio a una manifestazione come questa, che nel 2014 ha fatto oltre 55 mila ingressi), e di convegni, workshop, seminari professionali. Alla fine della manifestazione dello scorso anno ci chiedevamo cosa potesse dire una fiera del libro dell’attuale stato di salute dell’editoria italiana, e non solo della salute della piccola editoria. Ce lo chiedevamo per due ragioni. La prima perché le fiere e i festival letterari hanno, per tutti gli anni Ottanta e i successivi, anticipato tendenze, gusti, comportamenti e bisogni del pubblico dei lettori (Roma, ad esempio, ha intercettato la domanda di una maggiore qualità dell’assortimento della libreria). La seconda perché a sua volta la piccola editoria ha sempre segnalato, a saperla guardare, tendenze e flussi che poi emergendo nel mercato mainstream sono diventati comuni a tutto il nostro mondo. E le pagine di questo «GdL» in larga parte dedicato proprio alla piccola editoria costituiscono un sondaggio di questa propensione, o come si ama dire: di questa «eccellenza».

Bao-tiful Publishing

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2015

di Elisa Molinari

Bao Publishing è «una casa editrice fondata nel 2009. Da allora ha pubblicato oltre duecentocinquanta titoli ed è la casa italiana di nomi come Jeff Smith, Terry Moore, Scott McCloud e di molti lavori di Alan Moore. Tra le opere di autori italiani annovera il catalogo completo dei titoli di Zerocalcare, costantemente in cima alle classifiche di vendita di fumetti nelle librerie, forte delle oltre duecentomila copie vendute in due anni». Questa la breve presentazione della casa editrice sul sito internet. Dal 2009 le cose sono molto cambiate, sia per il mondo del fumetto e delle graphic novel, ormai non più relegato a un ruolo di secondo piano nel panorama editoriale italiano, sia per la Bao Publishing. Tra gli elementi del successo della casa editrice, un’efficace strategia di comunicazione, capace di parlare ai lettori e promuovere non solo tutti i titoli presenti i catalogo ma dare risalto a tutte le figure che ruotano intorno alla case editrice: autori, librerie, fumetterie, stamperie. Il tutto dosando lanci di nuovi titoli, recensioni, contest, dietro le quinte e anticipazioni di nuovi titoli che si aggiungeranno al catalogo. Un sito, una pagina Facebook, account Twitter, Instagram, Vimeo e un blog, I tipi di Bao. Cosa passa per la testa di un editore?, i canali scelti per raccontare storie di redazione e il mestiere di chi si occupa di fumetti. Michele Foschini, Chief Creative Officer di Bao, ci ha raccontato la storia della casa editrice e gli ingredienti alla base della promozione dei titoli della casa editrice.

Classifiche

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2015

di Camilla Pelizzoli

Come ogni anno, con l’inizio dell’autunno le librerie cominciano a riempirsi di novità e le classifiche sono occupate da titoli freschi di stampa. Ben undici titoli su venti nella classifica generale sono nuove uscite; tuttavia resistono ancora alcuni dei bestseller della stagione appena passata, come La ragazza del treno, i volumi della serie After, Grey – che tuttavia comincia a perdere slancio – e l’ultimo capitolo della serie Millennium, Quello che non uccide, che ha conquistato il terzo gradino della classifica dopo una partenza (per quello che è stato il successo dei volumi precedenti) un po’ più cauta. Sorprende invece il totale rinnovamento della classifica dei libri per ragazzi: solo un terzo dei titoli era già presente in classifica il mese scorso.

Fotografia: istruzioni per l'uso

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2015

di Alessandra Rotondo

Quando ci s’immagina l’editoria fotografica, il pensiero va agli illustrati che celebrano l’opera dei grandi maestri, ai titoli di storia e cultura fotografica, ai cataloghi che diffondono la bellezza delle gallerie espositive. Dell’editoria indirizzata alla fotografia, però, è parte integrante anche la manualistica fotografica, settore in costante e grande evoluzione: il passaggio dalla pellicola alla fotografia digitale prima, l’affermarsi dello scatto da smartphone poi – con tutte le implicazioni social e selfie-aholic – hanno indirizzato e ricalibrato il focus della sua produzione e del suo mercato. Con il contributo di alcuni editori del settore, abbiamo provato a ritrarre il panorama italiano, soprattutto alla luce delle trasformazioni in corso.

I numeri della produzione

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2015

di Emilio Sarno

Aiuta a riflettere sapere che nei primi 8 mesi del 2015 sono stati pubblicati 2.993 libri in meno rispetto al 2011. In compenso gli ebook sono schizzati da 12.551 nel 2012 a 34.198. Il prezzo medio di copertina cresce del +1,7% sul 2014 ma resta di 2,5 euro in meno sul 2012; parlando di flessione del mercato anche questo dato aiuta. Le serie mensili sono consultabili su www.giornaledellalibreria.it.

La fotografia fotografata

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2015

di Sandro Pacioli

Il libro illustrato non gode in questi anni di particolari fortune. Gli immobilizzi nel monte merci della libreria ne penalizzano l’esposizione. Il prezzo di copertina più alto deprime l’acquisto. L’interesse del lettore, dal libro d’arte «antica» (si vedano gli articoli sull’editoria d’arte sul «Giornale della Libreria» di settembre 2015, pp. 28-30) si sposta verso altri generi: l’architettura, il lifestyle, la fotografia. L’attenzione media del pubblico si è spostata, sia in termini di partecipazione che di spesa, verso la dimensione dell’evento piuttosto che verso quella dell’approfondimento e della documentazione.

La versione di Marta Baroni: fotografia

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2015

di Marta Baroni

«Una fotografia è un segreto che parla di un segreto. Più essa racconta, meno è possibile conoscere.» Diane Arbus

Una, cento, mille fotografie

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Novembre 2015

di Antonio Lolli

La manualistica fotografica, a partire dai primi anni Duemila, ha subito importanti trasformazioni anche per effetto dell’avvento delle macchine digitali. Con l’arrivo degli smartphone, dei tablet e delle app dedicate – come Instagram e Pinterest – la fotografia è diventata sempre più un’attività alla portata di tutti, anche se spesso manca una vera e propria cultura dell’immagine, che permetta di capire il vero significato di uno scatto d’autore. Abbiamo quindi chiesto a Nino Romeo, responsabile del settore fotografia della libreria Hoepli, con il contributo di Sara Giudice dell’ufficio stampa della casa editrice stessa, di tracciare un quadro degli sviluppi della manualistica fotografica e del livello di attenzione del pubblico verso questo particolare settore editoriale.

Classifiche

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2015

di Alessandra Rotondo

La classifica di agosto parla di serialità e di narrazioni lunghe. Sospese, continuate, riprese, approfondite. Era di maggio di Antonio Manzini, che balza dalla diciassettesima alla terza posizione, riapre la vicenda di Non è stagione, riprendendo la narrazione tre giorni dopo la conclusione del libro precedente. Elena Ferrante continua a tenere banco, in classifica con due dei volumi del ciclo L’amica geniale, e Grey rimane sul podio seguendo la scia delle Sfumature. Camilleri sale con La giostra degli scambi, espressione della serialità classica e collaudata del commissario Montalbano. Anche l’unica novità in classifica – Quello che non uccide di David Lagercrantz – è espressione di una narrativa di lungo progetto: si tratta, infatti, del quarto capitolo della saga Millennium di Stieg Larsson, rimasta ferma a causa dell’improvvisa scomparsa dell’autore e poi ripresa da un altro, non senza polemiche da parte degli eredi. Senza entrare nel merito delle strategie di marketing sottese all’iniziativa, è evidente che la serialità sia una strada che sempre più gli editori si trovano a percorrere. Come lettori siamo affascinati dalle storie che si evolvono con noi, s’interrompono, ritornano sui loro passi per poi proseguire altrove. In questa passione è riconoscibile quell’amore per il racconto che, dall’oralità dei miti allo storytelling sui social media, evidentemente ci coinvolge ancora. Non è un caso che uno dei risultati migliori quest’estate lo abbia ottenuto Anna Todd, al terzo posto con After (in salita dal nono) e al sesto con Un cuore in mille pezzi, secondo capitolo della vicenda. Interessante è costatare come la Todd abbia cominciato a scrivere su Wattpad, la community di autori regno della fanfiction. Un posto in cui gli utenti non si limitano a caricare i propri racconti, ma interagiscono tra loro, si danno consigli, si leggono a vicenda, scrivono e riscrivono, tessendo, infine, una trama narrativa compartita e collettiva.

Effetto Premi

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2015

di Sandro Pacioli

Il numero di copie vendute rappresenta, per l’editore straniero, uno degli indicatori più importanti attraverso cui giungere alla decisione di acquistare i diritti di traduzione di un autore italiano: e nel marketing della casa editrice – accanto alla gestione del lancio, a quella commerciale e del brand dell’autore, alla comunicazione tradizionale e non e alla partecipazione dell’autore a incontri con il pubblico – la vincita (e la costruzione della strategia per conseguirla) di un premio letterario costituisce una leva che torna ad avere la sua importanza anche nel prolungare il ciclo di vendita del titolo, così come nel far muovere quelli usciti in precedenza; sia nella versione cartacea (che qui misuriamo) che in quella e-book (di cui, al momento, nulla possiamo sapere e dire). Con la collaborazione di IE-Informazioni editoriali abbiamo provato proprio a vedere l’effetto premio su sei autori italiani che nel 2013 e nel 2014 hanno partecipato e vinto i tre principali premi letterari.

Effetto Risiko

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2015

di Lorenza Biava

«Lo scopo del gioco è il raggiungimento di un obiettivo predefinito, segreto e diverso per ciascun giocatore, che può consistere nella conquista di un certo numero di territori, nella conquista di due o più continenti o nell’annientamento di un player avversario». Questo è quello che si legge sulla plancia di Risiko, uno dei più diffusi e conosciuti giochi di strategia; ma con qualche piccola correzione potrebbe essere anche un ottimo modo di guardare all’edizione 2015 della classifica dei maggiori editori a livello globale, promossa per il nono anno consecutivo da «Publishers Weekly» e «Livres Hebdo». Se Pearson si conferma l’editore più importante per fatturato (7,072 miliardi di dollari nel 2014), le grandi acquisizioni, la transizione al digitale e l’emergere di nuove potenze editoriali come la Cina hanno giocato un ruolo fondamentale nella classifica di quest’anno. Partiamo dalla performance degli editori italiani. Il primo che troviamo in classifica è DeAgostini, al 18esimo posto, con una revenue stimata di 1,367 miliardi di dollari, che ha perso cinque posizioni rispetto allo scorso anno. Segue il Gruppo editoriale Mauri Spagnol, anche lui in leggera discesa – dal 34esimo al 35esimo posto in classifica – con un fatturato di 460 milioni di dollari; leggermente distaccato troviamo il Gruppo Mondadori, che passa dalla 36esima alla 37esima posizione con un fatturato di 410 milioni di dollari. In calo anche il quarto editore italiano presente in classifica, Rcs Libri, che passa dalla posizione 44 alla 48 (271 milioni di dollari).

Far conoscere le eccellenze

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Ottobre 2015

di Emilio Sarno

In anni non molto lontani, un titolo ogni quattro pubblicati dagli editori italiani era la traduzione di un libro straniero. Nel 2014 siamo scesi al 17%. Nel 2001 vendevamo ai nostri colleghi stranieri diritti di edizione per circa 18 mila titoli. Oggi sfioriamo i 5 mila. Certo, continuiamo a comprare più di quanto vendiamo, perché i lettori in Italia saranno pochi, ma questi pochi sono molto curiosi e vogliono leggere quanto di meglio le letterature e le editorie dei vari Paesi stampano per i loro lettori. In questi anni è avvenuta una silenziosa ma importante trasformazione. Abbiamo imparato a pensare ai libri non più solo guardando al nostro cortile di casa, ma anche alle possibilità offerte da un mercato sempre più internazionale e in cui la libera circolazione dei diritti di edizione costituirà l’asse portante degli sviluppi futuri.

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