Pietro Crivellaro è da sempre appassionato alpinista e scalatore (membro del Club Alpino Accademico Italiano, è stato tra l’altro sul Changabang nel 1981) e negli anni è diventato studioso e storico del mondo anche editoriale legato in senso lato alla montagna, come esperienza diretta e fonte di ispirazione. Ha tradotto e curato numerosi classici dell’alpinismo per la collana I licheni Cda& Vivalda, oltre a L’invenzione del Monte Bianco di Philippe Joutar (Einaudi 1993). Con Tararà ha pubblicato uno studio sulla lettera di Quintino Sella sul Monviso e la fondazione del Cai (Una salita al Monviso, 1998). Collabora da una ventina d’anni al supplemento
domenicale de «Il Sole24 Ore». L’altro fronte di attività è il teatro: si è occupato a lungo del Centro Studi del Teatro Stabile di Torino, di cui dirige oggi anche la scuola di teatro e le pubblicazioni. Per questo gli chiediamo di fare un bilancio della situazione in questa particolare nicchia di mercato dell’editoria legata allo sport.