Le librerie indipendenti italiane (ma non solo) sono messe a dura prova dalla crisi che si declina non solo in una diminuzione della spesa degli italiani in libri, ma anche in una sempre più ardua competizione con gli store on line e con la crescita dell’e-commerce. Eppure, come sottolineato in questo stesso numero da Alberto Galla (presidente dell’Associazione librai italiani) le librerie «stanno
dimostrando una straordinaria capacità di resilienza» a riprova del fatto che i librai hanno più di un asso nella manica. Tra questi vi sono i software gestionali. «Il gestionale in libreria ci sta come i libri e gli scaffali. È lo strumento di lavoro principale di cui il libraio oggi non può fare a meno, – afferma Francesco Bova (Decalibro) –. D’altro canto, a petto della crisi presente, il gestionale di miracoli non ne fa, non abbassa gli affitti dei locali, non smuove le politiche commerciali degli editori, non batte gli sconti
della grande distribuzione e molte altre cose non fa. La differenza la fanno il libraio e la specializzazione della libreria: è solo su questa base che poi anche il gestionale può dare il meglio di sé».