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Storie dell'editoria

Salaam Europe!

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Marzo 2012

di Laura Novati

Lo scorso novembre a Bruxelles si è tenuta la cerimonia di premiazione dei 12 scrittori che sono stati insigniti del Premio per la letteratura dell’Unione Europea per il 2011 (vedi tabella, i titoli sono riportati nella versione inglese). Il premio è un progetto di cooperazione dell’European Booksellers Federation, della Federation of European Publishers, dell’European Writer’s Council nell’ambito di Literature across frontiers – Passa Porta. In occasione della cerimonia, è stato distribuito anche un libro che raccoglie le biografie degli autori designati e estratti delle opere vincitrici. Come si vede dall’elenco, il premio non è riservato solo a scrittori appartenenti a paesi dell’Unione, ma anche a paesi alle sue frontiere o che sembrano aspirare ad entrarvi, proprio perché la dimensione «frontaliera» è una delle sue caratteristiche costitutive. Questa è la terza edizione del premio, lanciato nel 2009, i cui vincitori provengono da 36 paesi partecipanti al Culture Programme dell’Unione Europea che cofinanzia l’iniziativa. L’assegnazione avviene a rotazione e premia un solo autore per nazione.

40 anni fa

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2012

di Giovanni Peresson

La libreria dei ragazzi è stata aperta 40 anni fa da Roberto Denti e Gianna Vitali a Milano in via Tommaso Grossi. Nel 1972, quando venne inaugurata, era la prima libreria specializzata in libri per bambini, e una delle poche che nella specializzazione cercava un modo diverso di rapportarsi con un pubblico nuovo. A 40 anni dalla sua apertura e a 5 dall’avvio della nuova gestione, con l’acquisizione da parte di Editrice Il Castoro, la presidente Renata Gorgani è ottimista: «il bilancio che possiamo trarre è che le librerie per ragazzi continuano ad avere un ruolo. Teniamo sullo sfondo i dettagli dell’evoluzione della distribuzione e dei suoi rapidi, continui cambiamenti. Due gli aspetti determinanti da aver presente: la concentrazione (le catene pesano sempre più tra i canali di vendita) e le difficoltà per le librerie indipendenti. In questo scenario credo che la specializzazione resti ancora una strada percorribile».

Cambiamenti distributivi

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2012

di Giovanni Peresson

«In Messaggerie sono entrato come analista di sistemi. Eravamo nel ’72 e fino al ’75 sono rimasto al Servizio elaborazione dati. Avvenne poi che andò in Fabbri Alessandro Bacci, allora Direttore della distribuzione, e mi chiesero di prendere il suo posto. Quello della distribuzione di allora era tutto un altro mondo. Inconfrontabile con quello odierno e con ciò che è avvenuto poi». Così comincia l’intervista ad Alessandro Baldeschi, consigliere delegato di Messaggerie Italiane, il maggior gruppo distributivo nazionale che nel 2013 festeggerà i suoi primi 100 anni.

Editoria ad alta quota

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2012

di Laura Novati

Pietro Crivellaro è da sempre appassionato alpinista e scalatore (membro del Club Alpino Accademico Italiano, è stato tra l’altro sul Changabang nel 1981) e negli anni è diventato studioso e storico del mondo anche editoriale legato in senso lato alla montagna, come esperienza diretta e fonte di ispirazione. Ha tradotto e curato numerosi classici dell’alpinismo per la collana I licheni Cda& Vivalda, oltre a L’invenzione del Monte Bianco di Philippe Joutar (Einaudi 1993). Con Tararà ha pubblicato uno studio sulla lettera di Quintino Sella sul Monviso e la fondazione del Cai (Una salita al Monviso, 1998). Collabora da una ventina d’anni al supplemento domenicale de «Il Sole24 Ore». L’altro fronte di attività è il teatro: si è occupato a lungo del Centro Studi del Teatro Stabile di Torino, di cui dirige oggi anche la scuola di teatro e le pubblicazioni. Per questo gli chiediamo di fare un bilancio della situazione in questa particolare nicchia di mercato dell’editoria legata allo sport.

Futuro del publishing

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2012

di Raffaele Cardone

Quando Google lanciò il progetto Book Search alla fine del 2004, Amazon era solo un potente retailer on line, ma pur sempre un retailer, sopravvissuto alla bolla di internet ma che non faceva ancora profitti; Apple era impegnata nella propria rinascita come produttore di computer e come creatrice di iPod/iTunes, che aveva però solo tre anni di vita; Google era già il motore di ricerca numero uno, ma restava un’agenzia pubblicitaria, e nessuno capiva perché volesse mettere così pesantemente i piedi nel piatto dell’editoria libraria. Rinfreschiamo i ricordi. Il libro elettronico era letteralmente fermo al palo da cinque anni: Napster era stata bloccata già nel 2001 dopo aver raggiunto quasi 27 milioni di utenti (una cifra che oggi suona come una profezia), ma i siti di file sharing di cui si nutriva iTunes si moltiplicavano e l’editoria non voleva correre il rischio che i libri facessero la fine delle canzoni e, lei stessa, quella dell’industria musicale. Myspace era nato meno di due anni prima, nell’agosto 2003, e niente faceva presumere che i social network sarebbero diventati quello che sono, soprattutto il loro uso come strumenti di marketing. Facebook come lo conosciamo oggi sarebbe nato solo del 2006, dopo due anni di gestazione nelle università americane; nello stesso anno nasceva Twitter. I contenuti video erano una frazione interessante ma molto piccola del traffico di internet, You Tube avrebbe visto la luce solo l’anno successivo (2005) per essere acquisito da Google nel 2006. Solo nel 2010 i contenuti video sarebbero diventati oltre il 50% del traffico su internet. (Fonte: «Wired», 2010). In questa situazione l’editoria pensava al futuro digitale come ad una partita potenzialmente mortale dove nessuna strategia era né sicura né vincente. Il campo di gioco era ancora il suo, ma c’erano dei nuovi players.

Il nuovo L'Archivolto

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2012

di Lorenza Biava

Ritrovo culturale della Milano da bere, crogiuolo di intellettuali (tra i frequentatori Umberto Eco, Mario Botta, Paolo Portoghesi, Peter Eisenman, Souto de Moura), architetti o semplici appassionati, i 50 metri quadri della libreria di via Marsala 2 – 110 considerando anche lo spazio espositivo per mostre ed eventi ospitato nella sottostante ex carbonaia ottocentesca – dal 1980 incarnano al meglio l’essenza della Milano capitale della creatività. Oggi, come molte librerie indipendenti, anche L’Archivolto si trova a dover affrontare il problema dell’aumento degli affitti, una delle principali cause di chiusura di esercizi storici, soprattutto a Brera. Ma Silvio San Pietro, architetto e fondatore de L’Archivolto, ha trovato il modo di reinventare la propria libreria grazie a un progetto architettonico innovativo e al trasferimento dell’attività al civico 3 della stessa via, proprio di fronte alla storica sede. «Non nego che la decisione di lasciare i locali della libreria sia stata una scelta sofferta. Ma, dopo tutto, questo trasferimento fornisce il pretesto per inaugurare una nuova fase de L’Archivolto», spiega San Pietro.

L'architettura in rivista

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2012

di Lorenza Biava

Dopo lo speciale dedicato al mondo dei facsimilari («GdL», 9, settembre 2011, pp. 18-19) e quello riservato alle riviste d’arte («GdL», 12, dicembre 2011, pp. 20-21), indaghiamo in queste pagine il variegato mondo delle pubblicazioni d’architettura. Dalle riviste storiche del settore a quelle d’avanguardia, le coordinate fondamentali per capire come e perchè sta cambiano il settore.

La scienza si fa festival

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2012

di Laura Novati

All’Auditorium Parco della Musica di Roma si è tenuto dal 19 al 22 gennaio il Festival delle Scienze, giunto alla settima edizione, che ha visto l’afflusso di 20.000 partecipanti. Un numero consistente, intorno al tema di quest’anno, il concetto del tempo. «Il tema è stato scelto – ha detto Vittorio Bo, direttore artistico del festival – perché rappresenta una dimensione della nostra vita che da sempre, dai Greci sino ai giorni nostri, ha attratto la curiosità e il desiderio speculativo della mente umana», intrigando filosofi e scienziati quanto artisti. Perciò tra gli invitati c’erano Jean Pierre Luminet, astrofisico, scrittore e poeta, seguito da Stefano Benni con il suo reading Che ore sono, dal filosofo Ned Markosian, esploratore della metafisica nel tempo e Giovanni Amelino Camelia, docente alla Sapienza, nominato tre anni fa come l’erede di Einstein, che ha tracciato Una breve storia del Tempo: prima, durante e (forse) dopo Einstein. E ancora: il campione di atletica, Andrew Howe, Oliviero Beha e Stefano Tamorri, presidente degli psicologi sportivi; l’incontro fra un fisico, Julian Barbour, e Giulio Giorello, chiamati a rispondere alla domanda: «Esiste il tempo?». Dunque successo a Roma, come successo ogni anno a Genova al Festival d’autunno, o a Modena sul concetto di natura, ma queste occasioni di incontro, sia pure di alto profilo, quanto incidono sulla cultura diffusa nel nostro Paese? Quanto si fa, in altri termini, per una almeno dignitosa «cittadinanza scientifica»?

Scoprendo l'India

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Febbraio 2012

di Ginevra Vassi

«Chi ama l’India lo sa: non si sa esattamente perché la si ama. È sporca e povera. Eppure, una volta incontrata non se ne può fare a meno. Si soffre a starne lontani. Ma così è l’amore: istintivo, inspiegabile, disinteressato»: così la descrive Tiziano Terzani in Un altro giro di giostra. L’India, oggetto della XXIX edizione della Mostra internazionale di illustrazione per l’infanzia da cui sono tratte le immagini che illustrano questo articolo, è senza dubbio un paese incredibilmente complesso. La sua area è pari a circa un terzo di quella degli Stati Uniti e ha una popolazione di oltre 1 miliardo di abitanti con un tasso di crescita dell’1,6% all’anno. Nonostante le lingue nazionali ufficiali siano l’inglese e l’hindi, nei 28 stati delle sette principali regioni del paese si parlano almeno 26 lingue, 1.612 varianti di dialetti differenti rappresentati da 12 alfabeti diversi. La lingua comune più diffusa è l’inglese, parlato da oltre 50 milioni di persone (il 5% della popolazione) mentre è l’hindi la lingua più parlata, con 500 milioni di persone. L’enorme complessità linguistica e culturale di questa enorme popolazione si riflette anche nel mondo editoriale. Prima dell’indipendenza, l’industria editoriale era controllata dal Regno Unito, e ciò per lungo tempo ha determinato una sostanziale omogeneità del mercato. Negli anni Ottanta hanno iniziato a diffondersi i primi editori indipendenti (tra cui Kali, Seagull, Roli). Il decennio successivo ha visto una crescente liberalizzazione che ha permesso alle compagnie straniere di aprire succursali in India, ma fino al 2003 la burocrazia ha fortemente limitato l’export e quindi la crescita del settore.

30 poeti per un secolo

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2012

di Laura Novati

«In effetti ogni poesia/ potrebbe intitolarsi “Attimo”.// Basta una frase/ al presente/ al passato o perfino al futuro:// basta che qualsiasi cosa/ portata dalle parole/ stormisca, risplenda,/ voli nell’aria,/ guizzi nell’acqua,/ o anche conservi/ un’apparente immobilità,/ ma con una mutevole ombra…» È l’inizio di In effetti, ogni poesia e bastano questi pochi versi a rendere la leggerezza ironica e disincantata di questa poetessa polacca che vive appartata nella sua Cracovia. Un premio Nobel, d’accordo, ma che aveva trovato in Italia un traduttore d’eccezione, Pietro Marchesani (vero veicolatore in Italia della cultura polacca del secondo Novecento) mancato lo scorso 29 novembre. La Szymborska gli ha mandato un enorme cuscino di rose rosse, accompagnato da due versi per lui, a dirgli il suo affetto e la sua riconoscenza. Perché è davvero singolare che lei sia diventata in assoluto la poetessa più letta e conosciuta in Italia, tanto da giustificare il suo nome per il lancio della nuova collana di poesia, iniziata il 27 dicembre, un’antologia cui è stato dato il titolo di Elogio dei sogni, prezzo di vendita euro 1,80. La cura, ultima fatica, è ancora di Marchesani, ma il curatore complessivo dellacollana è Nicola Crocetti, a cui chiediamo di parlarci dell’iniziativa. 

A volte ritornano

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2012

di Giovanni Peresson

Li avevamo dati per scomparsi. O destinati a scomparire. Invece, eccoli qua. Smagriti nelle pagine e (soprattutto) nel prezzo come si conviene ai periodi di recessione annunciata in cui si hanno meno soldi da spendere. Stiamo parlando della nuova stagione di collaterali. D’altra parte anche Ikea aveva annunciato che la sua storica libreria Billy, in anni di e-book, doveva venir riprogettata perché le biblioteche domestiche saranno fatte più da digitale e meno di carta. Non c’è stato bisogno di tanto. Alle enciclopedie e alle grandi opere di reference, e poi alle collane di dvd di cinema, si sono sostituiti esili «volumetti» di racconti o di romanzi brevi. O come per il «Corriere della Sera», di poesia. L’unico caso, questo, che vede la collaborazione di un quotidiano con una casa editrice: Crocetti. Ma è interessante anche il caso di «Famiglia cristiana» con la sua collanina di spiritualità che comprende alcuni degli scritti di Enzo Bianchi.

Cambiamenti in corso

rivista: Giornale della Libreria

fascicolo: Gennaio 2012

di Alfieri Lorenzon

Chi ha iniziato a sfogliare questo numero di gennaio del «Giornale della Libreria» si sarà accorto di un importante cambiamento. La sezione Attualità che negli ultimi dieci anni apriva la rivista è stata sostituita da altrettante pagine dedicate alle classifiche dei libri più venduti (i primi 20) e da alcune tabelle e grafici che presentano l’andamento della produzione editoriale (titoli, prezzi, e-book, ecc.). È il segnale più evidente della trasformazione di un periodico che, dal 1888, rappresenta la più autorevole rivista di informazione professionale del settore del libro, o dei «contenuti editoriali» come si dice oggi.  

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