Per il quinto anno consecutivo il «Giornale della Libreria» propone ai suoi lettori la mappa dell’editoria italiana che, come sempre, è stata aggioranta grazie alla collaborazione con le case editrici che vi compaiono.
Ma cos’è una mappa? E, per di più, in un settore come quello della produzione e distribuzione dei contenuti editoriali?
Una mappa «è una rappresentazione semplificata di uno spazio che evidenzia relazioni tra le componenti (oggetti, regioni) di quello spazio». Più in generale, le mappe possono essere usate per «rappresentare qualsiasi proprietà locale del mondo o parte di esso, o qualsiasi altro spazio».
Le mappe hanno anche un’accezione di significato di derivazione agronomica. Anzi è da lì che il termine assume l’attuale significato: «Gli antichi agronomi chiamarono mappe (perché eseguite spesso su tela) ogni rappresentazione grafica di una zona di terreno. Di qui l’uso moderno della parola». Le mappe delineano cioè confini e proprietà, servono a stabilire la successioni di campi e terreni, concetti che, in senso lato, ritroviamo anche nella nostra mappa.
Nel tracciarla, fin dalla prima edizione, abbiamo tentato di rappresentare anche ciò che poteva apparire fuori dal mondo fisico della produzione e della distribuzione dei libri: le società, talvolta controllate da gruppi editoriali, che producono software per uffici e studi professionali; il settore delle banche dati; la distribuzione tradizionale delle librerie di catena e degli store on line; i distributori di e-book.