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Mercato

Spagna da record nel 2021. Il libro chiude a +5,9%, miglior incremento degli ultimi 20 anni

di Bruno Giancarli notizia del 27 luglio 2022

Un anno fa, nel commentare i dati dei primi sei mesi del mercato italiano, il presidente di AIE Ricardo Franco Levi parlò di una «marea che, alzandosi, solleva tutte le barche». Se c’è un Paese per il quale è calzante la riproposizione dell’analogia questo è la Spagna: nel 2021 infatti l’editoria nel Paese non solo si è collocata in territorio largamente positivo (+5,6% a valore, per un totale di 2,58 miliardi di euro, e +5,9% a volume, per un totale di 174,1 milioni di copie, il miglior incremento degli ultimi vent’anni), ma la sua crescita ha riguardato praticamente ogni canale e categoria. È quanto emerge dai dati diffusi dall’associazione degli editori spagnoli, (Federación de Gremios de Editores de España). Prosegue così il cammino di ripresa del mercato iniziato nel 2014 (e che nemmeno la pandemia ha interrotto, come mostravano i dati del 2020), per quanto i 2,89 miliardi registrati nel 2010 rimangano ancora molto lontani.


Produzione

Le novità e nuove edizioni sono state nel 2021 55.197 (+8,9% rispetto al 2020), alle quali vanno aggiunte 24.176 opere in digitale (+1,2%). Si tratta di valori di poco al di sotto rispetto a quelli del periodo prepandemico, ma comunque coerenti con gli anni passati. Un dato interessante è rappresentato dalla tiratura media, che in Spagna – in maniera solo in apparenza controintuitiva – aumenta all’aumentare del numero di novità pubblicate e viceversa. Nel 2021 è pari a 3.590 copie, in crescita dello 0,4% rispetto al 2020. In altre parole, per reagire alla contrazione della produzione del 2020 gli editori spagnoli hanno deciso di stampare più libri e in più copie: l’effetto non è stato quello di saturare il mercato, ma al contrario di trainare la crescita. Il +8,9% dei titoli cartacei, in effetti, rappresenta una media di singoli valori tra loro omogenei, come mostra la tabella che segue.


Una conferma indiretta dello stato generale di buona salute del mercato viene inoltre dal fatto che l’aumento della produzione è trasversale alle lingue in cui vengono pubblicati (e tradotti) libri nel Paese, non ha cioè riguardato soltanto il castigliano ma anche le altre lingue e quindi diverse aree.


Mercato

Quando si parla del recupero del mercato spagnolo negli ultimi anni è doveroso apporre una premessa: il recupero è tale a prezzi correnti. Rispetto al 2017 la crescita è stata dell’11%, una percentuale che scende al 2,8% a prezzi costanti. Detto altrimenti, la crescita dell’editoria ha grosso modo seguito l’andamento dell’inflazione e in termini reali il valore è rimasto sempre lo stesso nel tempo. Si tratta di una considerazione che andrà con ogni probabilità recuperata a fine 2022, e non solo in Spagna, qualora la spirale inflattiva che si sta abbattendo in Europa proseguirà anche nella seconda parte dell’anno.


La crescita diffusa in tutti i settori si collega all’aumento dei lettori che c’è stato nel 2021. L’unico segno meno è quello dell’editoria scolastica, il quale però dipende dal fatto che il 2021 è stato l’anno di transizione della riforma dell’istruzione approvata a fine 2020: la spesa per i libri è in parte a carico delle famiglie, ma in molte zone del Paese è sostenuta dalle comunità autonome, le quali nell’ultimo anno hanno deciso di non rinnovare i testi in adozione.

Il vincitore del 2021 è il settore dei libri per bambini, che nel 2020 era cresciuto del 18% rispetto al 2019 e che nel 2021 ha ripetuto la prestazione: +18% rispetto al 2020 e addirittura +51% in cinque anni. Si tratta di un dato confortante, specie se lo si rapporta alle preoccupazioni emerse dallo studio della fondazione Germán Sánchez Ruipérez sulla lettura vista con gli occhi dei ragazziIl fumetto, estraneo al boom che c’è stato in Francia o Italia, non raggiunge il 3% del mercato. Va però considerato che la Spagna è uno dei Paesi europei che soffre maggiormente l’erosione delle vendite a causa della pirateria digitale.

Il rapporto non manca inoltre di fornire dati sulla distribuzione del mercato per territorio e per dimensione delle case editrici. Nelle regioni di Madrid e della Catalogna si concentra il 94% dell’editoria spagnola. Gli editori molto grandi coprono il 41% del mercato, includendo i grandi si arriva al 63% e con i medi all’87%. Per quanto di per sé non rappresenti necessariamente un problema, un dato simile rischia di tradursi in una minore vitalità degli editori più piccoli – basti pensare a quanto sia diverso il panorama in Italia della media e piccola editoria – e nel medio periodo in una diminuzione della varietà del mercato.


Canali di vendita


È nelle quote dei canali di vendita che risiede l’unicità del mercato spagnolo rispetto ai maggiori Paesi Europei. Le librerie indipendenti coprono il 35% del mercato, le catene il 19% e la GDO un altro 8%. I principali canali fisici rappresentano cioè i due terzi del mercato, e nel complesso sono cresciuti del 13% a valore negli ultimi 5 anni, con valori assoluti ai massimi. Le vendite istituzionali, in buona parte dipendenti dalle vendite di testi scolastici, rappresentano un ulteriore 14%. Il digitale vale poco più del 5%, mentre internet il 2%: meno delle edicole e poco più del club del libro. Numeri ancor più impressionanti se si pensa che si riferiscono alla totalità del mercato e non solo al trade fisico. Anche se nel report non è specificato, probabilmente le vendite online delle librerie fisiche – un fenomeno rilevante in Spagna, come mostrano i casi di Bookshop e todostuslibros – rientrano nella categoria “librerie indipendenti” e non in quella dell’e-commerce. 


Digitale ed export

Il mercato digitale nel 2021 vale 134,8 milioni di euro, in crescita del 6,8% rispetto al 2020. È la saggistica il genere più venduto (61%) del totale, seguita dalla narrativa (18%). Va però detto che il digitale in Spagna guarda più all’estero che ai confini interni, in particolare all’America latina.

A tal proposito, l’unica nota dolente del 2021 viene proprio dall’export: al crollo avvenuto nel 2020 non è ancora seguita una ripresa, e anzi c’è stato un ulteriore arretramento del -0,7%, per un valore pari a 388,91 milioni di euro.


Prezzi medi

C’è un dato che va citato in conclusione, non tanto per quel che rappresenta in sé quanto in comparazione con il valore italiano: il prezzo medio del venduto, pari a 13,97 €. In Italia nello stesso periodo era 14,72€, cioè il 5,4% più caro. Il PIL italiano, però, vale all’incirca il 37% in più di quello spagnolo. Numeri da tenere presenti quando si ripete il luogo comune che i libri in Italia siano troppo cari.

L'autore: Bruno Giancarli

Dottorato in filosofia a Firenze, Master in editoria di Unimi, Aie e Fondazione Mondadori. Attualmente lavoro presso l'Ufficio studi Aie. Mi interessano i dati della filiera editoriale e le loro possibili interpretazioni.

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