Tra i settori economici in cui la pandemia di Covid-19 ha prodotto le conseguenze più rilevanti rientra senz’altro il commercio internazionale. Per l’OMC (organizzazione mondiale del commercio) nel 2020 c’è stata una contrazione degli scambi tra Paesi pari al -5,3%, un valore che nel primo semestre aveva toccato il -15%. L’editoria sembrava in parte esente da queste dinamiche: tra i Paesi con una forte vocazione per l’export c’è per esempio l’Inghilterra, che ha chiuso l’anno in pareggio per quanto riguarda questa voce. I dati della Spagna relativi al 2020, però, smentiscono questa narrazione: stando ai numeri diffusi dalla Federación de Gremios de Editores de España, a una sostanziale tenuta del mercato interno (+0,8%) fa da controcanto il crollo del commercio estero: -26,2%.
Mercato interno
Il libro, in tutti i suoi formati, è stato per gli spagnoli un valido sostegno durante i mesi della pandemia: il mercato interno chiude al +0,8%, continuando così una striscia positiva iniziata nel 2014. I valori del 2010 sono ancora lontani e la crescita è di poco inferiore a quella degli anni passati (+2,4% e +1,9% rispettivamente nel 2019 e 2018), ma la sostanziale stabilità del mercato va senz’altro salutata come un’ottima notizia. Tra marzo e aprile, va inoltre ricordato, il calo stimato era dell’80%. Il libro a stampa segna un +0,4%, mentre il digitale (il cui valore stimato è di 126 milioni, poco più del 5% del totale) un +5,9%.
Il mercato spagnolo è cresciuto più a copie che a valore: con 164,45 milioni di esemplari venduti il 2020 segna un +1,4% sul 2019. È inoltre significativo che questo risultato sia stato ottenuto riducendo le novità pubblicate nell’anno addirittura del 9,4% a 74.589 titoli, dato che diventa un -16,5% per i libri a stampa (50.698 titoli) ma +10,6% per quelli digitali (23.891). Numeri simili, continua Tixis, dimostrano la rapidità con cui l’editoria spagnola ha saputo adattarsi per riuscire a far arrivare i libri ai lettori. Tiratura media e assoluta sono anch’esse in calo, rispettivamente del 5,4% e addirittura del 21%: tutti questi numeri significano una sola cosa, che nell’anno della pandemia l’editoria spagnola non solo ha saputo fronteggiare la crisi ma ha anche reso l’intera filiera più efficiente, capace di indirizzarsi verso tirature adeguate alla domanda. Per quanto riguarda i canali, librerie indipendenti e di catena rappresentano ancora il 53% del valore del mercato. Manca però il dato sull’online, che si stima sia cresciuto del 57% nell’ultimo anno.
Come per altri Paesi, è l’editoria scolastica – che in spagna rappresenta circa un terzo del mercato – ad aver sofferto più della varia: il 2020 chiude con un -6,6% rispetto al 2019. Tutti gli altri settori, viceversa, sono in crescita, soprattutto i libri per bambini e ragazzi. Si segnala il dato dei fumetti, che a differenza di altri mercati – per esempio la Francia – non ha conosciuto una vera esplosione e si attesta sul 2,6% del mercato, in aumento rispetto al 2019 dell’1,7%.
Digitale
Il mercato digitale nel 2020, come detto, cresce del +5,9% e arriva a rappresentare il 5,2% del mercato (126 milioni di euro). Il dato, però, potrebbe essere leggermente sottostimato, se si pensa che Libranda, il principale distributore di contenuti digitali in lingua spagnola nel mondo, segnala per il solo mercato spagnolo un +43% a valore e valuta il mercato degli e-book al 7,3%. Il digitale segue una traiettoria opposta rispetto al libro a stampa, nella misura in cui cresce più a valore che a copie: i download sono aumentati infatti del 4,3%. Un’altra differenza è la composizione del mercato digitale in base ai generi. Rispetto ai libri a stampa, infatti, la non-fiction diventa maggioritaria e copre il 60,6% del mercato (+21,6%). Seguono la fiction al 17,6% (in calo del 7,5%) e la scolastica al 16,2% (come per i libri a stampa con un calo più marcato rispetto al resto pari al -21,7%).
Export
Il -26,2% del commercio estero porta il mercato spagnolo a valori che non aveva mai conosciuto negli ultimi dieci anni. Il presidente dell’associazione spagnola degli editori, Patrici Tixis, non ha dubbi circa il fatto che si tratti di una situazione congiunturale e che anche l’export ripartirà a pieno regime in poco tempo. In effetti, la crisi delle vendite all’estero dipendono dalle difficoltà dei Paesi importatori, particolarmente in America Latina: il principale mercato di sbocco dell’editoria spagnola, il Messico (seguito da Francia e Argentina), ha del resto chiuso l’anno con un preoccupante -20%. Il continente sudamericano rimane il mercato di riferimento per l’editoria spagnola, seguito dall’Europa. I restanti mercati si spartiscono il 6,6% dell’export.
Dottorato in filosofia a Firenze, Master in editoria di Unimi, Aie e Fondazione Mondadori. Attualmente lavoro presso l'Ufficio studi Aie. Mi interessano i dati della filiera editoriale e le loro possibili interpretazioni.
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