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Lettura

Dalla Spagna uno studio sulla lettura vista con gli occhi dei ragazzi

di Bruno Giancarli notizia del 7 marzo 2022

Persino la migliore strategia per favorire la lettura può fallire se parte da una concezione astratta del libro, della sua importanza per la formazione dei cittadini di oggi e domani e così via anziché da una conoscenza concreta di come i ragazzi vivano il loro rapporto quotidiano con il mezzo. È per questo che la fondazione spagnola Germán Sánchez Ruipérez (FGSR), da sempre molto attenta al tema della promozione della lettura (ricordiamo l’ultimo intervento del suo presidente, Luis González, in occasione di Più Libri più liberi sul tema delle leggi sul libro), ha diffuso uno studio qualitativo sul punto di vista degli adolescenti sul tema. Lo stesso Luis González ha scritto un articolo per presentare i risultati principali della ricerca, apparso originariamente sul sito di Aldus Up, il network delle fiere europee del libro. Di seguito ne pubblichiamo la traduzione italiana.

La fondazione Germán Sánchez Ruipérez (GSR) ha condotto uno studio qualitativo, riferito al 2021, focalizzato sul rapporto dei giovani spagnoli con la lettura. Il report finale suggerisce alcune ipotesi sul futuro di questo rapporto, cerca di capire quali possano essere le ragioni dietro la lettura, e infine quali variabili abbiano la maggiore influenza sulla loro relazione con la lettura, sulle loro preferenze, sugli stimoli che possono avere e altri fattori.

L’indagine ha previsto una metodologia tripartita:

  • Un sondaggio che ha coinvolto insegnanti, bibliotecari, editori, librai e genitori dei ragazzi.
  • Interviste individuali agli adolescenti.
  • Dodici focus group, per un totale di 98 ragazzi, composti tanto da lettori quanto da non lettori.

Lo studio si è focalizzato sui 15-16enni – la scelta dipende dal fatto che si tratta della fascia d’età con la più alta frequenza di lettura in Spagna – con i seguenti obiettivi principali:

  • Capire la percezione che hanno i ragazzi della lettura come momento di svago e delle sue qualità.
  • Valutare la percezione che hanno i ragazzi circa l’influenza della scuola, delle biblioteche e delle altre organizzazioni sulle loro abitudini di lettura.
  • Identificare le sfide principali che deve affrontare la lettura dei libri per poter essere maggiormente percepita come attività di svago.
  • Identificare uno «scenario probabile» per il futuro della lettura, basato su quanto emerge dalle opinioni degli adolescenti e, per contrasto, raccomandare una strategia per raggiungere uno «scenario preferibile».

Tra i risultati ai quali arriva lo studio, basati sulle opinioni degli adolescenti, i più rilevanti sono quelli che seguono:

  • Gli adolescenti – tanto i lettori quanto i non lettori – hanno una visione limitata della lettura. Ciò è dovuto al fatto che non considerano aspetti come le differenti tipologie di lettura (generi e formati, il ruolo dei classici e così via) o l’impatto positivo che può avere sulle loro vite.
  • La lettura è sì percepita come un’attività rilassante, ma anche come qualcosa che isola dalla società. Si tratta di una visione ambivalente: da un lato è una risorsa contro l’«affaticamento digitale», dall’altro può anche dare vita a problemi, trattandosi di un’attività individuale. In altre parole, può condurre a un isolamento dal gruppo di amici del lettore.
  • Al punto precedente è correlata la sparizione della lettura dagli argomenti di conversazione dei ragazzi, a differenza di quanto avviene in gruppi che seguono le stesse serie TV. La lettura ha un ruolo debole e reca il marchio dell’attività culturale. A essere preclusa, perciò, è la possibilità di scoprire nuovi libri tramite i consigli degli amici: un elemento ancor più rilevante in età in cui gli amici sono così influenti.
  • Lo smartphone è il principale avversario nella lotta per conquistare l’attenzione dei ragazzi. Le piattaforme digitali sono più efficaci, in quanto offrono un tipo di svago che richiede un impiego cognitivo basso, basato su interazioni e contenuti effimeri.
  • Sono ricorrenti dichiarazioni di scarsa tolleranza dello sforzo cognitivo richiesto dalla lettura, le quali possono assumere la forma di lamentele sull’obbligo di leggere testi canonici e di redigere analisi critiche delle proprie letture. I compiti richiedono di avere a che fare con testi complicati e proprio a questo proposito lo studio evoca l’uso erroneo di strumenti in rete (riassunti, abstract e altro) per semplificare l’assimilazione dei testi obbligatori.
  • I lettori più assidui mostrano spesso il loro entusiasmo per un autore, una saga o un genere letterario, ma non viene apprezzato il valore aggiunto che porta l’editore. Ciò è evidente quando viene chiesto ai ragazzi di valutare l’importanza del marchio dell’editore come garante della qualità, o quando si considera la disinvoltura con cui parlano di scaricare gratuitamente libri.
  • I ragazzi valutano in modo negativo e critico l’impatto che le scuole hanno nell’incentivare gli studenti alla lettura.
  • C’è una sorta di dissociazione tra la visione tradizionale delle biblioteche pubbliche come luogo da un lato di accesso ai libri, dall’altro di attività culturali: il primo aspetto è giudicato irrilevante, mentre il secondo mantiene una reputazione positiva.
  • Ai ragazzi manca un’idea chiara dell’impatto che la lettura di libri ha sul loro futuro professionale e più in generale sulle opportunità che offre loro in quanto cittadini di una società nella quale la trasformazione delle informazioni in valore economico è cruciale.
  • Lo scarto tra la percezione che hanno gli addetti ai lavori e i ragazzi è la base da cui partire per migliorare la conoscenza dei loro gusti. In questo senso, l’accelerazione del digitale che c’è stata dall’inizio della pandemia potrebbe rappresentare un’opportunità per esaminare i programmi scolastici, i sistemi di valutazione e gli strumenti per la promozione della lettura tra gli adolescenti.

La parte finale del report propone una comparazione tra le qualità che i ragazzi collegano alla lettura e gli inneschi emotivi che vengono utilizzati dalle strategie di marketing. Quest’analisi permette di elaborare una proposta per una nuova narrazione della promozione della lettura e di lavorare a una «pianificazione dello scenario», affinché ci si allontani dallo «scenario probabile» e ci si avvicini a quello «preferibile».

L'autore: Bruno Giancarli

Dottorato in filosofia a Firenze, Master in editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Attualmente lavoro presso l'Ufficio studi AIE. Mi interessano i dati della filiera editoriale e le loro possibili interpretazioni.

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