Come i bambini immaginano la loro libreria? Abbiamo chiesto (in occasione del laboratorio per «piccoli librai» della Libreria dei ragazzi di Milano tenuto da Fausto Boccati) ai bambini della maestra Simona Piccinini che frequentano la scuola elementare dell’Istituto suore francescane, di disegnarci la libreria che vorrebbero.
Due ci sono sembrati i modelli immaginativi. Il primo è quello della libreria come «casa». Lo troviamo nel disegno (nel progetto?) di Alice, di Giorgia (che diventa un po’ anche castello). Libreria dunque come ambiente e spazio domestico in cui ritrovare la dimensione affettiva e il calore delle cose familiari. L’altro è quello della libreria tecnologica: tra parco divertimenti e macchina robotizzata che stampa i libri che i piccoli lettori (futuri librai e progettisti di librerie?) si immaginano. È la «libreria robottica» di David, o la libreria con poltrona sospesa che porta il cliente direttamente davanti allo scaffale del suo autore di Francesca. La «libreria macchina» di Pietro è invece specializzata (in automobilismo). Ma stampa anche i libri on-demand su richiesta
del piccolo (o grande) lettore. Librerie tecnologiche che si fondono in librerie labirinto ma dotatissime di strumenti tecnologici per la ricerca dell’autore (ecco perché saranno importanti i metadati per i futuri clienti)
Accanto a modelli più tradizionali (ma coloratissimi) come la «libreria mille gusti» di Anna, sono forse le tecnologie a permeare le «librerie che vorrei»: il maxi schermo della libreria dei giochi di Rodolfo, lo schermo del pc in quella di Vera. In ogni caso per tutti vale il disegno di Riccardo: «Mi sono divertito molto quando ci sono andato. Ciao!»