In mezzo alla sua scrivania ingombra di articoli, di schedari, di riviste, spicca il rosso della sua piccola portatile 22, lo strumento insostituibile di mezzo secolo e più di attività di Morando Morandini critico cinematografico; Morando difende il suo strumento di lavoro, del tutto consapevole del suo valore arcaico (in un recente viaggio l’oggetto magico era con lui nella sua custodia e un giovane inserviente d’albergo curioso gli chiese: «Scusi, quella è una macchina da scrivere?», non avendone mai vista una da vicino e ancora in uso), ma non per questo disposto all’abbandono.