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La scommessa religiosa

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La scommessa religiosa
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Il fatto che nella classifica dei venti titoli più venduti nelle librerie nel mese di settembre compaiano tre titoli di carattere religioso, non è certo una novità. Tre titoli che diventano nove (sui 15 considerati) nel settore della saggistica. Piuttosto, la rappresentazione visibile di un processo che ha preso l’avvio diversi anni fa (tra 2003 e 2005) e che lentamente è andato a imporsi nelle classifiche di vendita, nelle quote di mercato tra i generi (e all’interno di essi) all’attenzione (e all’interesse) del pubblico ma anche dei diversi competitors. Lo conferma l’annuale edizione dell’Osservatorio sull’editoria cattolica che Aie cura (da quattro anni) per conto di Uelci (Unione editori e librai cattolici) e il Cec (Centro per l’editoria cattolica). Osservatorio che rielabora i dati di vendita di Arianna secondo criteri di analisi meglio rispondenti alle esigenze conoscitive del settore, a partire innanzitutto da criteri di classificazione bibliografica più analitici di quelli correnti. In estrema sintesi il settore rappresenta oggi il 6,0% del mercato e (nel 2012) il 20,5% della produzione di titoli (novità) pubblicate. Il maggior peso (il consistente maggior peso) dei titoli sul venduto generato si spiega facilmente là dove si consideri come una parte importante della produzione posta in commercio comprenda libri con prezzi di copertina significativamente più bassi rispetto alla media del mercato (del 22% nel 2012, del 26% l’anno prima). Comunque nel 2012 l’andamento dell’editoria religiosa è stato sì negativo (-3,8% nei canali trade) ma molto meno negativo rispetto alla media fatta registrare da tutto il settore: -7,8%. Risultato: cresce (di poco, ma cresce) il peso che questo settore ha sul mercato trade.
 

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