Nel 2000 erano 599 i titoli pubblicati dalle case editrici italiane e tradotti da lingue (ed editorie) che non fossero quelle di lingua inglese, tedesca, spagnola o francese. Dieci anni dopo questo valore si attesta attorno ai 700 titoli/anno (696, ma 709 nel 2005).
Numeri che sintetizzano, meglio di molti discorsi, quello che è avvenuto in questi anni in una parte non piccola dell’editoria italiana: la scoperta e l’esplorazione di editorie e letterature diverse da quelle con cui le case editrici italiane si erano storicamente interfacciate tra fine ‘800 e per tutto il ‘900, secondo ben precisi e ampi cicli storici.