«Pubblicare libri significa divulgare idee e modi di vivere. Farlo a servizio della missione ecclesiale vuol dire aprirsi ad una prospettiva ampia e universale, che porta il messaggio cristiano, con la sua novità e originalità, all’interno del mondo culturale e delle sue tendenze». Con queste parole il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di stato, ha inaugurato lo scorso 15 gennaio i nuovi locali della Libreria editrice vaticana, editore ufficiale della Santa Sede. Il cardinale si è inoltre compiaciuto per l’allargamento del catalogo dell’editrice oltre i settori del magistero e della liturgia, al vasto ambito della cultura cattolica italiana e internazionale.
Ne conviene don Giuseppe Costa, dal 2007 direttore della Lev, per il quale essere «editore del papa» significa «avere una dimensione internazionale, tipica del magistero del sommo pontefice e più in generale della santa sede», mantenendo «contatti con tutto il mondo editoriale, non soltanto cattolico». In questa visione rientrano la partecipazione ai saloni internazionali dell’editoria, su tutti la Fiera del libro di Francoforte, quella di Santo Domingo e il Religious education congress di Los Angeles, come pure un incremento nella vendita dei diritti editoriali all’estero. «Il magistero e gli insegnamenti di Benedetto XVI sono stati decisivi non soltanto per il catalogo della Lev, ma anche per quello degli altri editori cattolici – afferma don Costa. – Un papa dalla grandezza teologica e culturale incommensurabile. È uno dei più grandi teologi di antico stampo, con un respiro enciclopedico. Il suo stile è decisamente moderno. Mi sarebbe piaciuto segnalarlo per un premio Nobel per la letteratura perché con il suo linguaggio ha modificato quello della letteratura religiosa rendendolo più attuale, immediato, libero da barocchismi e comprensibile. In alcuni tratti, addirittura poetico».