Quando si parla di editoria per bambini (159,8 milioni di euro; 15,5 milioni di copie vendute nei canali trade; 5.219 titoli pubblicati nel 2013) si pensa subito ai libri per la prima infanzia, alle fiabe, agli albi illustrati. Oppure ai characters – Peppa Pig, la Schiappa, Violetta, Geronimo Stilton, ecc. – che dominano incontrastati non solo banchi e vetrine delle librerie ma anche il merchandising connesso e la programmazione televisiva.
Non si considera mai, invece, il segmento dell’editoria d’arte per bambini. Delle ragioni editoriali del fenomeno e delle difficoltà che incontrano le realtà editoriali che si sono focalizzate su questo segmento parla ampiamente Marzia Corraini nell’articolo che segue.
Le case editrici specializzate in titoli d’arte per i bambini sono per lo più realtà di medio-piccole dimensioni e innovative dal punto di vista del progetto editoriale.
Spesso però sono in difficoltà nel dare visibilità alle loro linee di ricerca (illustratori, grafici, autori, confezionatori, ecc.) o rispetto alla necessità di operare commercialmente in un mercato di cui ben conosciamo le attuali difficoltà e trasformazioni.