La produzione sta cambiando. Non ci stiamo riferendo al mix di generi che le case editrici propongono al mercato, e neppure alla crescente integrazione (già nella fase produttiva del processo editoriale) in cui carta e digitale hanno una lavorazione «parallela» per venir distribuite poi su canali di vendita diversi: canali fisici e librerie on line da una parte, store di e-book dall’altra.
Ci riferiamo proprio alle «quantità» di libri prodotti dall’industria editoriale italiana.
I due grafici che corredano l’articolo e che mostrano come sono cambiate le cose in questi anni sono già estremamente eloquenti e considerano i tanti segmenti che compongono la varia adulti (non abbiamo considerato l’editoria educativa soggetta a dinamiche sue proprie né quella destinata a bambini e ragazzi).
L’arco di tempo che abbiamo considerato è abbastanza lungo, così da evitare possibili «effetti best seller» che potrebbero in qualche misura inquinare il dato in un semplice confronto anno su anno (il 2012 sul 2011, ecc.).