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Mercato

Francia. C’è anche il boom del fumetto dietro al +18% record del 2021

di Bruno Giancarli notizia del 15 febbraio 2022

C’è un Paese in Europa che, nonostante un calo nel numero di lettori, si è reso protagonista nel 2021 di una crescita record del mercato di varia del 18% rispetto al 2020: merito del sostegno alla domanda garantito dai voucher ai diciottenni e dall’esplosione del fumetto – ben 7 milioni di lettori –, senza dimenticare la decisione di considerare il libro un bene essenziale. Il tutto in un contesto dove la crescita è dipesa dal libro a stampa a fronte inoltre di un generale arretramento del digitale. Sembra la descrizione puntuale del 2021 in Italia, e invece stiamo parlando della Francia.

Partiamo come sempre da un rapido riepilogo del 2020. Il primo anno di pandemia aveva condotto a una flessione del mercato del -2,4% a valore e del -3,1% a copie. Se si esclude il settore scolastico, la perdita a valore diventa del -2,6%. A pagare un prezzo maggiore erano state le librerie più grandi, come aveva comunicato a inizio 2021 il Syndicat de la librairie française. Le grandi superfici specializzate (come la FNAC) avevano registrato perdite del 9,1%. Per trovare dei numeri positivi, invece, occorre rivolgersi al digitale, soprattutto nell’area accademica e professionale: la crescita di e-book e banche dati nel 2020 è pari al +13,5%.

Stando ai dati che GFK ha comunicato a Les Échos, la crescita dell’editoria di varia nel 2021 è stata eccezionale: +18% rispetto al 2020 e +14% rispetto al 2019, per un venduto pari a 4,5 miliardi di euro. Questi numeri, come quelli che seguono, non sono del tutto comparabili con quelli relativi al 2020: i valori di GFK si riferiscono al venduto reale nei canali trade, cioè alla spesa dei consumatori finali, mentre quelli dell’anno passato sono percentuali fornite dall’associazione degli editori francesi (Syndacat national de l’édition) calcolate sul fatturato degli editori al netto di sconti e rese. Potrebbero esserci aggiustamenti anche significativi quando verranno comunicati i dati completi dell’anno. Le tendenze che già adesso emergono, in ogni caso, sono preziose. 

Il libro a stampa nel 2021 ha raggiunto i 4,4 miliardi di euro a valore, per un totale di 383 milioni di copie vendute. «Il contesto generale [dell’ultimo anno] ha chiaramente favorito il libro», afferma Sandrine Vigroux, di GFK: il riferimento è alle persistenti difficoltà di altri settori dell’industria culturale francese nel corso del 2021, ma anche al fatto che i libri siano stati considerati beni essenziali, permettendo così l’apertura delle librerie. Una prova della validità di questo discorso è il Pass culture, la versione francese della 18app: nel 2021 il 56% del bonus è stato speso in libri, con punte che hanno superato l’80% quando ancora non erano ripresi i concerti e le altre attività culturali.

Uno degli aspetti più curiosi di questa crescita del mercato è il suo essere avvenuta in un anno in cui il numero di lettori è diminuito, una tendenza che secondo lo SNE potrebbe continuare anche nel 2022. Ciò significa che a trainare il mercato siano stati i lettori forti, i quali nel 2021 – sempre secondo GFK – hanno acquistato in media due libri in più rispetto al 2019. Può sembrare una spiegazione insufficiente, se vista dalla prospettiva italiana, ma occorre ricordare che ben un francese su quattro è un forte lettore, cioè legge più di 20 libri l’anno.

Il digitale continua a rappresentare una quota minoritaria del mercato. Vale circa il 3% del mercato trade, 125 milioni di euro, e ha conosciuto un rimbalzo pari al -8% nel 2021. Come nel caso italiano, una perdita simile non deve far dimenticare che il saldo rispetto al 2019 è ancora largamente positivo (+16%), e che la lettura anche tramite i formati digitali si sta comunque diffondendo. Va a tal proposito ricordato che la lettura su supporti diversi dal libro a stampa è ancora poco diffusa in Francia e che molti lettori l’hanno sperimentata per la prima volta durante la pandemia, come ricordava uno studio di Mediametrie.

Veniamo infine all’ultimo fattore dietro la crescita record del 2021, forse il primo per importanza: l’esplosione dei fumetti. Già a luglio la portata del fenomeno era chiara – in quel momento il settore viaggiava addirittura al +72% sul 2020 –, così come era evidente come fossero i manga a trainare il genere. A fine 2021 il fumetto a chiuso a 890 milioni di euro (+50% sul 2020): una cifra pari a oltre la metà del mercato trade italiano. Il fumetto (che in più di un caso su due è un manga) diventa così il secondo settore dell’editoria francese (22% del mercato), dietro la narrativa (26%) e prima dei libri per bambini e ragazzi (17%). Vero è che stiamo parlando di un Paese in cui il fumetto è sempre stato molto diffuso, ma nel 2012 valeva il 12% del mercato, il 18% nel 2020. Per quanto numeri simili siano esaltanti, va segnalato che la crescita del mercato non è dipesa esclusivamente dal fumetto: se lo si togliesse dal totale l’editoria francese sarebbe comunque cresciuta dell’11%.

Occorrerà aspettare ancora qualche mese per avere i numeri definitivi del 2021 e per capire se e come l’onda lunga di un anno record continuerà nel 2022. C’è però una domanda in particolare che chiede risposta, ed è il ruolo dell’online nell’anno passato e in quello che verrà. Proprio mentre i francesi si apprestavano a festeggiare il capodanno è apparsa in Gazzetta Ufficiale la discussa modifica alla legge sul libro, con prima firmataria la repubblicana Darcos, la quale stabilisce un prezzo di spedizione fisso per i libri. Se l’effetto redistributivo di un provvedimento simile è tutto da dimostrare, come avevamo già avuto modo di commentare, l’inizio di quest’anno fa presagire che i consumatori nel corso del 2022 dovranno subire un doppio rincaro: quello per la carta e quello sulle spedizioni. La speranza è che non abbia ragione Nicola Gary, che conclude il suo articolo su Actualitté temendo che il principale effetto che vedremo sarà quello di un mercato che si spartirà – magari più equamente – una torta più piccola.

L'autore: Bruno Giancarli

Dottorato in filosofia a Firenze, Master in editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Attualmente lavoro presso l'Ufficio studi AIE. Mi interessano i dati della filiera editoriale e le loro possibili interpretazioni.

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