Cos’è oggi il romanzo di formazione, o de-formazione, o altra formazione? Come arriva nei nostri cataloghi e quali lettori e lettrici intercetta? Questo il tema del panel È l'ora dei romanzi di de-formazione?, svoltosi sabato 6 dicembre a Più libri più liberi, parte di un ciclo di tre appuntamenti – frutto della collaborazione tra l'Ufficio studi AIE e il Giornale della Libreria – pensati per raccontare i linguaggi, le forme e le comunità che oggi animano il libro e la relazione con la vitalità culturale della piccola e media editoria.
Dopo aver parlato di editoria turistica e del libro come oggetto, intorno al tema del romanzo di de-formazione si sono confrontati Tiziano Cancelli di Mercurio Books, Eugenia Dubini di NN Editore e Tiziana Triana di Fandango Libri – tre editori con tre cataloghi molto diversi tra loro, ma parlanti –, moderati dalla nostra Alessandra Rotondo del Giornale della Libreria.
Data la natura del programma professionale, che vede le riflessioni dei panel srotolarsi intorno ai dati di mercato, l’Ufficio studi AIE ha fornito alcune coordinate sull’andamento della narrativa di genere nel mercato del libro italiano, che non esauriscono le esperienze degli editori, ma che aiutano a inquadrare il fenomeno. L’analisi comprende thriller, gialli, horror, narrativa rosa ed erotica, fantasy, fantascienza, romanzo d’avventura, narrativa di argomento mitologico, young adult e mostra che tra il 2019 e il 2024 sono stati pubblicati tra i 5000 e i 6000 titoli ascrivibili alla narrativa di genere: l’anno scorso sono circa 1000 in più i titoli pubblicati rispetto al 2019. La quota di mercato della narrativa di genere è cresciuta nel post pandemia, soprattutto dietro al traino del romance e della letteratura young adult: rispetto al periodo pre-pandemico, gli italiani e le italiane hanno speso quasi 70 milioni di euro in più per titoli di narrativa di genere e hanno comprato 4 milioni di copie in più.
«Questi dati ci hanno spinto a chiederci come stiamo guardando e per cosa stiamo utilizzando la narrativa oggi, cioè a quali bisogni, a quali paure, a quali incertezze personali e collettive essa risponde» spiega Alessandra Rotondo. «Osservando i dati, ci è sembrato di leggere una correlazione tra le traiettorie spezzate che hanno le nostre vite – il sentimento di crisi condivisa, di paura – e l’utilizzo della lente del genere per guardare e guardarci dentro e approcciare a storie che forse ci assomigliano, probabilmente non ci confortano, ma in cui magari ci rispecchiamo».
«Come NN Editore non abbiamo molto utilizzato il parametro della narrativa di genere, quando abbiamo iniziato a costruire il nostro catalogo: immaginavamo un lettore onnivoro, che passasse da un genere all’altro, quindi non abbiamo mai nemmeno impostato delle collane specifiche» racconta Eugenia Dubini. «Con la nascita della collana Le Fuggitive, nel 2021, ci siamo un po’ ricreduti. Raccogliendo submission degli agenti e degli editori stranieri, abbiamo iniziato a notare sempre di più delle narrazioni al femminile, narratrici donne che raccontavano la propria storia con dei memoir o storie di fiction, mettendo in scena dei romanzi di formazione simili in cui però la protagonista viveva dei profondissimi dilemmi tra l’ordine costituito dal patriarcato e l’emancipazione, l’autodeterminazione, e ci è sembrato interessante raccogliere tutte queste storie sotto lo stesso cappello. In questa collana abbiamo affrontato il tema dell'amore, della sottomissione, della bellezza, dello sguardo degli altri su noi stessi, del senso di colpa, del vuoto e della fame, d’amore, di cibo, incarnati da donne “fuggitive” che cercavano di trovare soluzioni, di diventare quello che vogliono essere. È una ricerca continua: inventare una nuova identità diventa un percorso di formazione» continua Dubini. «In risposta, abbiamo notato un pubblico giovane, non diviso per gender, che ci dimostra che il percorso di formazione al femminile di una donna oggi, non definita in termini biologici ma in termini culturali, è un percorso che riguarda tante identità molteplici, che in questo momento si riconoscono nella stessa ricerca, nella stessa discussione dei paradigmi, nello stesso percorso narrativo».
Una linea perfettamente in dialogo con la collana Weird Young di Fandango Libri, nata nel 2020 con il desiderio di incontrare il pubblico più giovane. «Vedevamo il nostro stand alle fiere riempirsi di giovani poco più che adolescenti, che venivano e si compravano i nostri saggi anche di un certo livello – ovviamente una saggistica che riguardava tantissimo l’identità e l’espressione di se stessi – e abbiamo deciso di trovare il modo di incontrare questi lettori e lettrici anche con delle storie» spiega Tiziana Triana.
«Sono generazioni cresciute con i device, i cellulari, la serialità televisiva, il gaming, tutti contenuti con delle strutture narrative e dei linguaggi veramente molto complessi. Abbiamo sentito la necessità di dar loro delle storie che li interessassero, li facessero riflettere anche in modo diverso, “weird”, strano» continua Triana. «E così abbiamo iniziato con due titoli – che sono poi diventati i nostri long seller più longevi – Bunny di Mona Awad e Us di Michele Cocchi: sono stati così apprezzati che abbiamo capito che i nostri “young adult” sono molto più “adult” di quello che pensiamo e che sono in grado di sostenere una complessità di storie notevole».
«Abbiamo anche pubblicato un libro di Jacqueline Woodson, Proteggimi, che all’inizio è stato difficilissimo da far passare alle scuole poiché tratta tematiche di una certa difficoltà, dal razzismo ai traumi, solitudine, difficoltà con i genitori, abusi. Il libro ha vinto il Premio Strega Ragazzi e Ragazze 2025 nella categoria 11+ e una recensione di una ragazzina mi ha colpita moltissimo: “lo so che voi adulti pensate che queste storie forse sono un po' troppo difficili per noi, ma questa è la realtà in cui viviamo”. Questo racchiude il senso di tutto ciò che facciamo».
Diverso, invece, il percorso di Mercurio Books, un progetto editoriale intero costruito sul genere e sul superamento di esso. «Il tema di Mercurio è quello della soglia. Volevamo far sì che lettori e lettrici tornassero ad avere quell’urgenza, quella spinta famelica, di leggere, che ti porta, in un certo momento della tua vita, a smettere di fare quello che stavi facendo per tornare a leggere un libro» racconta Tiziano Cancelli. «Il tutto coniugato a un lavoro sulla letteratura, cercando storie scritte bene, autori e autrici con una voce letteraria. Su questo è nata l’idea di Mercurio, l’idea di soglia, di comunità che c’è dietro al libro. Abbiamo, anche aperto un bistrot culturale, si chiama Mercurio Pigneto, dove proponiamo eventi e incontriamo i nostri lettori e le nostre lettrici».
«Per quel che riguarda il tema del genere letterario è, a mio avviso, una trappola» continua. «Se un libro è buono, non mi interessa se parli di alieni o di drammi familiari, il punto è che ci sia uno sguardo contemporaneo, un’emozione che porti a quell’entusiasmo che chiama la lettura. Il mio personale interesse nei confronti del genere nasce dall’aver constatato – soprattutto nel pubblico più giovane – che è oggi una forma di relazione con il libro».
Ma cos’è, o cosa può essere, l’etichetta del genere? Ad esempio, Orbital di Samantha Harvey, pubblicato da NN Editore – oltre a essere tra i libri più venduti nei primi dieci mesi del 2025 nella classifica dei piccoli e medi editori – nel 2024 ha vinto il Booker Prize e si è anche posizionato in finale al Climate Fiction Prize. «Io non ho fatto l’associazione con questa etichetta quando ho deciso di pubblicare il libro» spiega Dubini. «Quando l’ho preso in mano mi è sembrato sì un oggetto non ben identificato, che forse sarebbe stato difficile da promuovere per il libraio, ma ho pensato “ecco dove sta la voce, ecco dove sta la letteratura". Identificare come genere un titolo, per una casa editrice che non fa distinzioni di genere, per me non è funzionale. Quello che mi chiedo quando valuto un titolo da pubblicare è solo se sta dentro NN Editore».
«Per noi il genere è uno strumento che ci permette di trattare degli argomenti complessi in una maniera avvincente e attraente per i giovani lettori e lettrici» racconta Triana. «Confrontarsi con una platea di giovani significa avere a che fare anche con i loro gusti ed è evidente dai dati del mercato che i giovani lettori e lettrici amano tantissimo i generi, non il genere, ma i generi sì, nel senso che si accostano tantissimo all’horror, alla fantascienza, al romance, al fantasy: ciò significa che per entrare in contatto con loro occorre trovare il modo di utilizzare quel genere. Lo si può fare trovando la voce di scrittori e scrittrici che non abbiano soltanto una storia, ma un modo di raccontarla, e un tema che possa essere trasfigurato in qualcosa che non è esattamente coincidente con la realtà, almeno non sempre».
«Quello che mi sento di aggiungere è il concetto di genere nel senso di comunità» sottolinea Cancelli. «Il segnale più netto che abbiamo visto è che attraverso la letteratura di genere si creano delle comunità vere e proprie di lettori e lettrici. E noi come Mercurio abbiamo lavorato tantissimo su queste comunità: qui il genere apre degli spazi di vivibilità, di pensabilità».
La parte finale dell’incontro si è spostata sul tema dell’autorialità italiana in relazione a queste tipologie di narrativa: Le Fuggitive pubblica come primo titolo dal nostro Paese la scrittrice Olga Campofreda con Ragazze perbene, in Weird Young c’è – ad esempio – Us di Michele Cocchi, Mercurio invece propone Amarsi in una casa infestata di Matteo Cardillo.
«Come non facciamo distinzioni sul genere, tendenzialmente non ne abbiamo mai fatte per l’origine o la lingua dei testi. Ma essere un editore in Italia, che opera in Italia in un momento storico in cui l’autorità non ha forme di sostentamento, ci richiama al dovere di dedicare una linea di ricerca agli esordi italiani» racconta Dubini. «Per ora le “fuggitive italiane” sono sì Campofreda, ma anche Rosanna Turone, Cecilia Rita. Però nel nostro catalogo generale dell’anno prossimo continueremo ad aggiungere degli italiani e delle italiane perché troviamo che sia fondamentale».
«Fandango ha una lunga tradizione di lavoro con l’autorialità italiana nella sua produzione letteraria, diciamo, classica» racconta Triana. «Per quel che riguarda la collana Weird Young è più difficile trovare autrici e autori italiani disposti a scrivere delle storie che possano essere lette dai 14-15 anni in su, quindi libri complessi che però siano accessibili anche ai più giovani e alle più giovani. Ma non vedo l’ora di avere davanti, nei prossimi anni, autrici e autori che mi portino storie pazze, folli, ambientate in Italia».
«Mi aggancio sul tema della difficoltà» aggiunge Cancelli. «Nonostante il nostro progetto abbia al centro l’autorialità italiana, finora abbiamo pubblicato solo un autore italiano perché è estremamente difficile trovare scrittori e scrittrici, soprattutto esordienti, che non siano da un lato intrappolati nel genere e, dall’altro, che non facciano della letteratura un totem incrollabile, immobile, decadente».
«Matteo Cardillo è il nostro primo italiano uscito a maggio dell’anno scorso, il secondo che pubblicheremo a febbraio dell’anno prossimo è Jacopo Iannuzzi con Re Corallo, una storia di amicizia fra due persone che si rincorrono con lo scopo di ritrovarsi l’uno nell’altro. Cardillo, ad esempio, è riuscito a tenere in piedi ciò che vuol dire scrivere con serietà, quindi documentarsi, studiare, con un approccio autoriale professionale, abbinato a un’idea di storia un po’ quirky, un po’ fuori dalle righe, che è proprio ciò che cerchiamo. È difficile, ma continueremo a farlo».
Laureata in Lettere all’Università degli Studi di Verona, ho conseguito il master Booktelling, comunicare e vendere contenuti editoriali dell’Università Cattolica di Milano che mi ha permesso di coniugare il mio interesse per i libri e l’intero settore editoriale con il mondo della comunicazione digital e social.
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