Con la fine del 2021 e l'inizio del nuovo anno è tempo di tirare le somme per il pass culture, la misura francese a sostegno dei consumi culturali nata sul modello della 18app italiana. Il bonus è stato implementato sul territorio nazionale il 21 maggio di quest’anno dopo oltre un anno di sperimentazione.

Ricapitoliamo brevemente le caratteristiche principali del pass culture e in cosa si distingue dalla 18app (ne avevamo parlato più diffusamente in occasione dell’avvio dell’iniziativa). Il pass culture è rivolto ai giovani che hanno compiuto 18 anni d’età: l’importo è di 300 euro rispetto ai 500 italiani, ma è spendibile entro 24 mesi anziché entro 12. Se in Italia il ventaglio di beni acquistabili e le modalità stesse dell’acquisto sono variegate, in Francia da un lato è possibile spendere in beni digitali (e-book compresi) fino a 100 euro, dall’altro non è possibile farsi spedire i prodotti, escludendo di fatto i siti di e-commerce.

Veniamo ora ai numeri. Sono oltre 817 mila i giovani che hanno già potuto usufruire del bonus: in Italia i nati nel 2001 che hanno approfittato della 18app sono circa 390 mila, stando alle cifre comunicate dal Ministero della cultura. I dati definitivi di quest’anno non sono ancora disponibili: per i nati nel 2002 il bonus è infatti spendibile fino al 28 febbraio 2022. I numeri di Italia e Francia non sono immediatamente confrontabili, dato che si riferiscono a due anni diversi, e probabilmente non lo saranno nemmeno in futuro date le differenti finestre temporali entro le quali è possibile spendere i due bonus. Al netto di queste premure, però, rimane il fatto che la misura francese si rivolge a una platea grande due volte quella italiana, con tutto ciò che comporta per le industrie coinvolte, in primis quella editoriale.

In un anno in cui la pandemia ha ridotto i luoghi in cui spendere il bonus, è infatti l’editoria ad aver maggiormente beneficiato della misura. Più della metà dei giovani ha comprato libri, i quali a loro volta costituiscono il 56% dell’importo totale erogato finora. Nello specifico, sono i manga il genere più acquistato – addirittura il 50% dei libri – contribuendo così alla crescita di un genere che nel 2021 ha conosciuto in Francia un’autentica esplosione. Per dare un termine di paragone, ricordiamo che in Italia dalla prima edizione della 18app a oggi l’83% dei fondi è stato speso in libri. Va inoltre considerato che il peso dei libri sulla spesa totale tramite pass culture è in calo rispetto a giugno, probabilmente in virtù di una ripresa di concerti e altre attività nella seconda parte dell’anno: fino a quel momento, infatti, l’84% dei fondi era stato speso in libri, di cui il 71% in manga. Schiacciare l’acquisto di libri tramite pass culture su quello dei manga, va però detto, sarebbe scorretto: i tre titoli più venduti sono infatti After, di Anna Todd, Toujours +, di Léna Situations e Harry Potter, vale a dire due saghe di narrativa young adult (la prima e la terza) e un libro di self-help di un’influencer.

Numeri simili non possono che migliorare nel 2022. A partire dal primo gennaio il pass culture sarà esteso ai giovani tra i 15 e 17 anni, con alcune significative differenze rispetto a quanto avviene per i ragazzi più grandi. La cifra a disposizione ogni anno sarà molto più bassa (20 euro a 15 anni, 30 a 16 e 17), anche se gli importi saranno cumulabili nel tempo e spendibili fino al compimento del diciottesimo anno d’età. In secondo luogo, in aggiunta al bonus che ogni ragazzo avrà a disposizione per sé è prevista una parte comune del pass culture, vale a dire una dotazione che finirà direttamente alle scuole in proporzione al numero di studenti delle relative fasce d’età. Tale importo verrà investito in progetti pedagogici artistici e culturali.

Il bacino di utenza raggiunto e il sostegno alle librerie sono senz’altro gli aspetti più vistosi di questi primi mesi di pass culture, oltre che quelli più facilmente misurabili, ma ce n’è un altro che in prospettiva può interessare anche l’Italia ed è l’interazione con l’app del pass culture: il 50% degli utilizzatori effettuerebbe un accesso sull’applicazione almeno una volta alla settimana. In virtù di ciò, il 40% dei giovani ha scoperto nuovi luoghi culturali, tra i quali oltre a cinema e musei figurano anche le librerie. Si tratta di un aspetto sul quale potrebbe valere la pena avviare una riflessione: oltre a dare un bonus ai giovani, è fondamentale far conoscere loro i luoghi in cui spenderlo, valorizzando così in generale il patrimonio culturale del Paese e in particolare le librerie di prossimità.

L'autore: Bruno Giancarli

Dottorato in filosofia a Firenze, Master in editoria di Unimi, Aie e Fondazione Mondadori. Attualmente lavoro presso l'Ufficio studi Aie. Mi interessano i dati della filiera editoriale e le loro possibili interpretazioni.

Guarda tutti gli articoli scritti da Bruno Giancarli