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Internazionalizzazione

Perché il Time ha scelto l’Intelligenza Artificiale come Persona dell’anno 2025

di Alessandra Rotondo notizia del 12 dicembre 2025

L’Intelligenza Artificiale è la Persona dell’anno 2025 per il Time. La scelta si inserisce nella tradizione della rivista americana – che dal 1927 individua la persona o il fenomeno che ha avuto il maggiore impatto sull’anno, nel bene o nel male – e non rappresenta un unicum nella sua storia: in passato il Time aveva già attribuito questo riconoscimento a soggetti collettivi o non individuali, come «The Computer» nel 1982 e «You» nel 2006, con un’iconica copertina riflettente. In questo caso, però, l’attenzione si concentra in modo esplicito sull’IA come infrastruttura tecnologica e sulle persone che ne stanno guidando lo sviluppo.

Secondo quanto spiegato nella cover story, il 2025 segna un passaggio di fase. L’Intelligenza Artificiale non è più una tecnologia emergente né un ambito sperimentale, ma una infrastruttura già operativa, capace di incidere contemporaneamente su economia, lavoro, ricerca scientifica, informazione e produzione culturale. È questa pervasività a motivare la scelta del Time, che parla apertamente di un impatto ormai strutturale.

Per raccontare questa centralità, il Time ha adottato una soluzione editoriale esplicita, scegliendo due copertine differenti. La prima è concettuale e priva di volti, dedicata all’IA come forza sistemica integrata nelle strutture del presente. La seconda rappresenta invece alcune delle persone che ne hanno guidato lo sviluppo recente, riportando l’attenzione sulla dimensione umana, industriale e politica delle scelte tecnologiche: Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI; Demis Hassabis, cofondatore e responsabile di DeepMind; Jensen Huang, amministratore delegato di Nvidia; Lisa Su, amministratrice delegata di AMD; Dario Amodei, cofondatore e amministratore delegato di Anthropic; Fei-Fei Li, scienziata e docente universitaria, tra le voci più autorevoli della ricerca sull’Intelligenza Artificiale; Mark Zuckerberg, fondatore e amministratore delegato di Meta; Elon Musk, imprenditore tecnologico e fondatore di xAI.


La rivista non li presenta come visionari isolati, ma come rappresentanti di un sistema fatto di grandi aziende tecnologiche, centri di ricerca, infrastrutture computazionali e ingenti investimenti. L’accostamento tra una copertina senza volti e una con volti chiarisce il messaggio del Time: l’Intelligenza Artificiale non è una forza autonoma o neutrale, ma il risultato di decisioni umane – industriali, economiche e politiche – che concentrano potere e responsabilità.

Nel racconto convivono riconoscimento dei risultati e attenzione alle criticità. Da un lato, il Time sottolinea i progressi già visibili – dall’automazione di processi complessi ai passi avanti nella ricerca scientifica e medica, fino alla diffusione di strumenti capaci di generare testi, immagini e codice. Dall’altro, richiama i nodi ancora aperti – concentrazione del potere tecnologico, opacità dei modelli, uso dei dati, impatto energetico, ridefinizione del lavoro cognitivo e creativo – che rendono inevitabile una riflessione su responsabilità, governance e regole.

Anche l’editoria si trova dentro questo passaggio, non come spettatrice ma come ambito direttamente coinvolto. Secondo una recente ricerca dell’Associazione Italiana Editori, presentata a Più libri più liberi, tre editori su quattro dichiarano di utilizzare già strumenti di Intelligenza Artificiale, in forme e con obiettivi diversi lungo la filiera editoriale. Se l’adozione degli strumenti procede rapidamente, restano centrali i temi dei criteri d’uso, della trasparenza, della tutela del diritto d’autore e del valore del lavoro umano. È su questi terreni che si giocherà il rapporto futuro tra IA ed editoria: non tanto nella contrapposizione tra entusiasmo e rifiuto, quanto nella capacità di definire confini, responsabilità e scelte consapevoli. E la doppia copertina del Time restituisce bene questa tensione: l’Intelligenza Artificiale è già parte del presente, ma il modo in cui verrà governata resta una decisione profondamente umana.

L'autore: Alessandra Rotondo

Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.

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