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Lettura

Un francese su 4 ha letto più di 20 libri nel 2020. Ma il numero dei lettori è in calo: soprattutto per i libri a stampa

di Bruno Giancarli notizia del 6 aprile 2021

Attenzione, controllare i dati.

Il Centro nazionale del libro (CNL), in collaborazione con Ipsos, ha pubblicato l’edizione 2021 dell’indagine sulla lettura in Francia. Lo studio, condotto dal 2015 a cadenza biennale (dell’edizione 2019 avevamo parlato qui), riguarda un campione rappresentativo di mille francesi con più di 15 anni. Il sondaggio non ha previsto domande che facessero direttamente riferimento alle misure per contrastare la diffusione del Coronavirus al fine di garantire l’omogeneità con le rilevazioni degli anni precedenti.

Il dato più rilevante è che diminuiscono i francesi che si dichiarano lettori: essi rappresentano l’81% della popolazione, 7 punti in meno rispetto al 2019. La pandemia non sembra cioè aver comportato in Francia quell’aumento della lettura che, sia pur contenuto, c’è stato in Italia. Il calo è più marcato nella fascia 15-34 e riguarda entrambi i generi. Le categorie dove i lettori sono sopra la media, in ogni caso, rimangono le stesse: le donne e le persone con più di 65 anni (85% delle donne e il 92% degli over 65 si definisce tale 92% contro il 77% degli uomini e il 69% dei ragazzi nella fascia 25-34). Lo studio rileva anche la frequenza di lettura: il 45% dei lettori legge tutti i giorni o quasi (in calo di 5 punti rispetto al 2019), il 42% occasionalmente, il 12% solo nei giorni festivi. Rimane stabile a 18 il numero di libri letti in media nel corso dell’anno precedente. Di questi, 15 sono cartacei e 3 e-book. Un francese su quattro è un forte lettore, ha letto cioè 20 o più libri nel corso degli ultimi 12 mesi. Se nel 2017 e 2019 sembrava che si stesse abbassando la loro età media, il 2021 ha invertito questa tendenza.

Andando a specificare i generi letti si scopre che, per la prima volta, i fumetti sono usciti dal podio, superati dai libri storici. Romanzi e non fiction pratica, seppur in calo, rimangono rispettivamente al primo e al secondo posto. Anche a questo secondo livello dell’indagine i numeri confermano il calo dei lettori (l’87% degli intervistati dichiara di aver letto almeno uno dei generi elencati, contro il 92% del 2019), con i ragazzi fino a 24 anni in testa rispetto a qualsiasi altra fascia d’età (91%), il che permette di ribadire – specie considerando il brusco calo nei dieci anni successivi – il ruolo insostituibile della scuola nella lettura. Che più in generale sia l’infanzia il momento in cui si andranno a definire le abitudini di lettura nel prosieguo della vita viene confermato anche da un altro dato: la presenza di forti lettori è maggiore tra coloro i quali dichiarano che la lettura abbia rivestito un ruolo importante nella propria famiglia quando erano bambini.

Passando al tipo di lettura, si scopre che il calo ha riguardato soprattutto i libri fisici. L’83% dei francesi dichiara di utilizzarli, contro il 91% della precedente rilevazione. Stabili gli e-book, formato di cui si serve il 23% della popolazione. È interessante notare che ai due formati corrispondono tipologie di lettori diverse: al libro cartaceo corrisponde un pubblico più femminile e la cui età (55 anni) si colloca sopra la media della popolazione francese (48); a quello digitale uno più misto, giovane, e tendenzialmente residente nell’Ile-de-France. Lo studio evidenzia l’equilibrio tra i lettori di e-book nelle diverse fasce d’età e nei generi, caratteristica che può essere spiegata soprattutto con la diffusione sempre più trasversale degli smartphone. A usare entrambi i formati è il 20% della popolazione. I lettori forti, in ogni caso, si collocano per la quasi totalità tra coloro i quali preferiscono il cartaceo.

Il calo del libro fisico non stupisce se si pensa alle chiusure che hanno riguardato le librerie nel 2020. I diversi lockdown attivati in Francia aiutano a spiegare anche altri fenomeni legati alla lettura. Su tutti, il crollo di 14 punti della lettura fuori casa, che riguarda ancora il 65% dei lettori, il 48% se si fa riferimento a coloro i quali leggono sui mezzi di trasporto. L’infiltrarsi delle letture lavorative nel proprio domicilio, sostiene la ricerca, può aver portato una fascia della popolazione ad allontanarsi dalla lettura per piacere: sono del resto in calo i francesi che dichiarano di voler leggere di più (57%, -12 punti).

Le chiusure delle librerie contribuiscono a spiegare il calo degli acquisti di libri nuovi sia per sé (-4 punti), sia per farne un regalo (-6 punti), comportamenti praticati rispettivamente dal 75% dei lettori e dal 78% della popolazione. Tra coloro i quali non comprano libri in libreria, i primi tre motivi che giustificano tale scelta sono: l’assenza di librerie nelle vicinanze, i prezzi più elevati che altrove, l’assenza dei libri cercati.

Le restrizioni dovute al contrasto della pandemia sono parimenti dietro il calo della frequentazione delle biblioteche: il 27% dei lettori fa ricorso a esse, in calo di 4 punti rispetto al 2019. Tra i lettori che non frequentano le biblioteche il motivo principale rimane il desiderio di possedere i libri che si leggono.

Passando infine ai freni alla lettura, le prime tre posizioni – seppur in calo – sono la mancanza di tempo (64%), la concorrenza di altri interessi o piaceri (56%) e di altri tipi di letture (45%). Tra gli incentivi colpisce non tanto il primo, la disponibilità di maggior tempo (55%), quanto l’ascesa di motivazioni quali una lettura più semplice e che richiede meno sforzi, i pareri letti su internet e le discussioni sui social. Una dinamica simile si riflette sulle abitudini d’acquisto: i motivi principali, anch’essi in calo, rimangono la voglia di leggere un autore che si apprezza (79%, -8 punti), il consiglio di un conoscente (78%, - 9 punti) e il parere di un giornalista o critico letterario  (52%, -11 punti); è in ascesa il consiglio letto su internet (40%, +9 punti). Il rapporto del CNL non manca di mettere in risalto l’attaccamento dei francesi alle librerie e a una certa idea di lettura, per così dire, canonica: i dati presentati, però, sembrano suggerire che è in atto un cambiamento di abitudini fino a pochi anni fa considerate consolidate.

L'autore: Bruno Giancarli

Dottorato in filosofia a Firenze, Master in editoria di Unimi, Aie e Fondazione Mondadori. Attualmente lavoro presso l'Ufficio studi Aie. Mi interessano i dati della filiera editoriale e le loro possibili interpretazioni.

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