La regione nord-europea – corrispondente in larga parte con la penisola scandinava – è quella in cui si addensa la maggior percentuale d’offerta erogata in abbonamento: il 59%. Non è un caso, d’altronde, che in Svezia il mercato del libro venga trainato ormai da qualche anno dall’audio streaming e che a Stoccolma abbiano sede diverse grandi piattaforme internazionali dell’audio (due raggiungono anche l’Italia: Storytel e BookBeat).
Al contrario, nell’Europa centrale (Germania, Svizzera, Austria, Polonia…) – dove risiede più del 30% delle piattaforme operanti nel continente – oltre il 50% dei player propone offerte on demand, il 21% abbonamenti e il 16% modelli ibridi.
Passando ai territori dell'Europa meridionale (Spagna, Portogallo, Italia e Grecia) – che contribuiscono alla mappa europea dell’audio con il 14,5% dei player di settore – l'abbonamento è il modello di business più adottato (35% delle realtà analizzate), seguito dai servizi di vendita per unità (24%) e dalle piattaforme di prestito digitale delle biblioteche (10%). In nessun’altra area europea le biblioteche raggiungono la percentuale a doppia cifra: in Francia e Regno Unito, che troviamo immediatamente dopo l’Europa meridionale nella scala dei Paesi più adusi all’audio-prestito, la percentuale si ferma appena a 3. Le biblioteche, nel complesso, rappresentano il 6% dei canali audio europei.
Sul territorio di Francia, Regno Unito e Benelux (Europa dell’ovest) ha residenza il 16% delle piattaforme audio operanti in Europa, con un equilibrio molto interessante tra i diversi modelli di business: il 25% eroga infatti servizi in abbonamento, il 22% vende on demand e il 19% applica un modello ibrido. Tra le peculiarità dell’ovest, una grande ricettività ai contenuti audio per bambini, che valgono più del 20% del totale dei canali radicati nell’area.
L’Europa dell’est rimane la grande frontiera, ospitando al momento solo l’1% delle realtà europee dell’audio.
Il 24% delle piattaforme operanti in Europa, rileva lo studio spagnolo, ha poi sede al di fuori del continente: soprattutto negli Stati Uniti (80%). I canali extraeuropei sono rappresentati per lo più da piattaforme di abbonamento (47%), seguite da realtà che offrono un modello ibrido (21%), da aggregatori/distributori (11%), da canali di vendita on demand e da piattaforme di prestito di biblioteche digitali (entrambi 8,5%). Nel parterre extraeuropeo delle piattaforme audio che operano in Europa, infine, le realtà specializzate nel target bambini rappresentano il 4% del totale.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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