C’è un Paese, in Europa, dove le piattaforme che distribuiscono contenuti editoriali in streaming totalizzano da sole
circa il 60% del volume di vendite del mercato del libro. Quel Paese è la
Svezia, ed è da lì – non a caso – che arriva
BookBeat: il terzo servizio in
abbonamento dedicato specificamente agli audiolibri a fare il suo ingresso sul mercato italiano.
Terzo dopo Audible e Storytel, ma parte di una schiera più nutrita se si tiene largo l’angolo visuale. Da
Spotify, che dopo i podcast pare interessata a investire anche sugli audiolibri, a
Kobo con la sua offerta Plus.
«BookBeat è una piattaforma per lo streaming di audiolibri ed e-book. È nata nel 2015 a Stoccolma, anche se si può dire che le sue radici vadano molto più in profondità» racconta in anteprima al Giornale della libreria Valeria Luminasi, expansion coordinator della società. Il gruppo di cui fa parte, Bonnier, è infatti una delle case editrici più antiche d’Europa, oggi tra le aziende media leader del settore.
BookBeat, continua Luminasi, è nata dall’incontro tra consumatori ed editori, unendo un bisogno preciso e un’idea innovativa: rendere più accessibili le grandi storie. «Da qui in poi, i consumatori hanno fatto il resto: più di 600 mila ascoltatori in 30 Paesi, di cui 4 attualmente in espansione (Italia, Spagna, Francia e UK) e 10 core-market (Polonia, Danimarca, DACH, Norvegia, Svezia, Finlandia, Paesi Bassi e Belgio)».
Quando arriva la decisione di puntare sull’Italia? Com’è articolata l’offerta per il nostro mercato?
Diciamo che l’idea di conquistare l’Italia è già in cantiere da qualche anno, grazie anche ai buoni rapporti tra Bonnier e alcune tra le case editrici principali. In generale, l’Italia è un Paese con infinite potenzialità, di cui negli ultimi anni abbiamo seguito la costante crescita dal punto di vista del consumo di contenuti audio.
Ovviamente, il focus del mercato italiano saranno i consumatori, e per questo abbiamo ideato tre tipi di abbonamento, con un monte ore mensile a scelta, in base alle esigenze di ognuno: 20 ore/mese a 6,99€, 50 ore/mese a 9,99€ e 100 ore/mese a 14,99€. Grazie a questo streaming model su misura, riusciremo ad essere l’opzione più economica sul mercato, perfetta per chi può ascoltare solo qualche ora, ma anche per chi vuole usufruire di più tempo.
E, indipendentemente dal tipo di abbonamento, tutti avranno accesso al nostro intero catalogo di mezzo milione di titoli.
Come state lavorando con gli editori italiani per la localizzazione dell'offerta?
Il mondo dell’editoria è grande e molto vario, e crediamo ci debba essere spazio per tutti. Quello che noi ci proponiamo di essere per gli editori italiani, è un canale di distribuzione funzionale e attivo, fermo restando che i veri esperti della creazione di contenuti rimangono gli editori; per questo, al momento in Italia non produrremo audiolibri, ma agiremo «solo» da canale di distribuzione. Ciò significa che da parte nostra non ci saranno accordi di esclusività con gli editori, ma piuttosto un focus importante nel dare risalto al loro lavoro e a non farli sentire «persi» in un mare di streaming.
In poche parole, promettiamo agli editori intuitività e umanità, e per farlo forniremo loro un portale in cui tracciare i consumi su BookBeat. Il Publisher Portal, come lo chiamiamo noi, è uno strumento che abbiamo ideato per rendere le collaborazioni con gli editori estremamente trasparenti, così che vedano esattamente, e in maniera sempre aggiornata, come i loro libri vengono consumati sulla piattaforma; capire le abitudini dei lettori e fornire dati in merito è fondamentale per noi come per loro, soprattutto in un mercato dove c’è ancora molto da sperimentare.
E con gli altri produttori di contenuti audio?
Per noi, i libri dovrebbero essere accessibili a tutti; BookBeat non chiude nessuna porta e siamo prontissimi a collaborare con tutte le realtà italiane che già investono nella produzione di contenuti. In questo modo rafforziamo il nostro catalogo e offriamo agli utenti esattamente quello che cercano, senza che ci sia il bisogno di «cambiare» piattaforma pur di trovare il sequel della propria saga preferita. Di nuovo, il nostro scopo è promuovere e distribuire audiolibri, non competere con le realtà che già li producono, egregiamente, da anni.
Mettendo insieme la loro esperienza e la nostra ampia rete di utenti, vogliamo che BookBeat Italia diventi due cose: l’app per audiolibri con le valutazioni migliori sul mercato (come lo è già nella maggior parte dei nostri core-market) e quella di più semplice utilizzo per l’utente (motivo per cui ogni mese lanciamo una nuova versione, migliorata, dell’app).
Che visione avete del mercato dei contenuti digitali, in Italia e nel mondo? Come si evolverà il panorama nei prossimi 5 anni?
Il mercato dei contenuti digitali ha visto una crescita globale importantissima, anche a causa del Covid, e ci si aspetta che il mondo degli audiolibri, in particolare, cresca ancora del 24% nei prossimi anni. Nel caso specifico dell’Italia, questa situazione ha incentivato l’uso dei canali streaming e in particolare delle piattaforme di audiolibri, arrivando nel 2021 a ben 10 milioni di ascoltatori nel nostro Paese.
Dal punto di vista degli editori, tutti i segnali indicano che le case editrici produrranno sempre più audiolibri internamente, allontanandosi quindi da accordi esclusivi con altre piattaforme; questo darà loro maggiore controllo sui titoli, e la libertà di distribuirli indistintamente a tutti i canali. Altri mercati sui quali siamo presenti, ora maturi, hanno compiuto questo stesso passo, e crediamo che in Italia le cose non andranno diversamente.
In generale però, nonostante questi trend innegabili, non ci aspettiamo che gli italiani abbandonino il libro cartaceo, anzi. Potrebbero semplicemente scoprire che, nei momenti concitati di jogging, a fine giornata, o nella preparazione della cena, un audiolibro rimane facilmente al tuo fianco (o meglio alle tue orecchie). Anche se hai le mani occupate.