«Abbiamo Netflix per scoprire nuovi film, Spotify per scoprire nuove canzoni. Ma non una piattaforma altrettanto efficace per scoprire nuovi libri online». Così esordisce Sebastian Cwilich, amministratore delegato di Tertulia, la neonata app che consiglia i libri in base a quanto se ne parla su Internet e che nasce con l’obiettivo di replicare online l’esperienza della libreria fisica.
Sebbene l’e-commerce – complice la pandemia – abbia conquistato anche in Italia molti lettori (le librerie online hanno totalizzato, nel 2021, il 43% delle vendite, ma quelle fisiche riconquistano terreno con il 52,4%), resta il fatto che online è più difficile imbattersi casualmente in un libro. Mentre su Internet è facile che gli acquirenti mettano nel carrello qualcosa che già sanno di volere, è meno probabile che incontrino un titolo a loro non familiare, che abbiano il piacere di esplorare e di scoprire qualcosa di nuovo, come spesso accade in libreria.
Con la migrazione degli acquisti su e-commerce, peraltro, secondo una ricerca di BookScan riportata in un articolo del New York Times, la maggior parte degli scrittori non riesce a trovare un grande pubblico e dei 3,2 milioni di titoli statunitensi monitorati nel 2021, meno dell'1% ha venduto più di 5mila copie.
Come si può quindi replicare online la stessa esperienza di acquisto di una libreria fisica e la stessa possibilità di scoprire nuovi titoli e autori? Diverse aziende e start-up hanno tentato negli anni di trovare una soluzione e tra le più recenti troviamo appunto Tertulia, che sta tentando un approccio diverso: aggregare recensioni e consigli pubblicati online.
L’app usa sia l’intelligenza artificiale che quella umana, raccogliendo discussioni e «chiacchiere» sui libri provenienti da tutto il web, dai post social, dalle recensioni sui siti specializzati, dagli articoli pubblicati sui giornali online, costruendo una lista ad hoc per il lettore che, a sua volta, deve fornire all’app una serie di indicazioni che aiutino quest’ultima nella scelta del libro da consigliare.
Tra queste indicazioni ce ne sono alcune piuttosto comuni – i generi preferiti – e altre più peculiari – da che tipo di persone ci piacerebbe ricevere consigli di lettura, astronauti o poeti, chef o storici, personaggi dello spettacolo o critici letterari. È possibile accedere a Tertulia anche tramite Twitter, in modo tale che l’app utilizzi i dati forniti dal social per profilare meglio l’utente.
Con Tertulia i suoi fondatori sperano appunto di replicare quel meccanismo di «passaparola» che guida la maggior parte delle vendite nei negozi fisici. Non a caso, il nome Tertulia, che in spagnolo significa «raduno»,«incontro sociale», si riferisce alla tradizione dei salotti letterari informali e dei raduni artistici.
Prima di Tertulia è stato lanciato un altro sito web per la scoperta di novità letterarie, Bookfinity, che offre agli utenti consigli personalizzati dopo aver fatto loro compilare un test che definisce il «tipo di lettore» (un lettore da spiaggia, una/un simpatica/o mamma/papà, un ricercatore spirituale, …).
E poi ancora Booqsi, una piattaforma che si autodefinisce «l'alternativa “Amazon Free” a Goodreads» e Copper, una nuova app per la scoperta di libri progettata per connettere gli autori (finora sono 500 quelli registrati) con i lettori.
È anche vero affermare che ultimamente consigli di lettura e recensioni di libri sono reperibili anche da altri canali: dai booktoker ai book club delle celebrity, dai book stylist alle care, vecchie recensioni. Le indicazioni su cosa leggere di certo non mancano. Ma, secondo gli ideatori delle app sopra elencate, oggi per un lettore è facile trovare ciò che sa di volere ma è molto difficile scoprire una novità e appassionarsene. E, in ogni caso, la discussione sui libri resta confusa e frammentaria. «Tertulia – in particolare – potrebbe riuscire a mettere ordine nel caos e costruire un vero discorso digitale sui libri», ha detto Sloane Crosley, che ha partecipato alla fase di test dell’app.
Laurea in Scienze e Tecniche della Comunicazione e master in Digital Publishing e Influencing Marketing organizzato da Università Bocconi e Condé Nast. Mi occupo principalmente di comunicazione scritta. Libri e social media il mio mix preferito.
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