Le linee di connessione tra nuovi e «vecchi» media tendono, negli ultimi anni, a moltiplicarsi; ampliando reciprocamente le esperienze di fruizione, combinando sincreticamente i loro prodotti in oggetti mediali nuovi, rinverdendo l’appeal degli uni per mezzo del traino «modaiolo» degli altri o legittimando codici pop ancorandoli alla scia di più vetuste narrazioni.
Come consumatori, come fruitori di contenuti e come lettori, siamo immersi in un universo multimediale, transmediale e crossmediale, che da un lato ci solletica moltiplicando le possibilità a nostra disposizione, dall’altro c’impone la consapevolezza della scelta. O meglio, delle scelte.
La fusione tra tecnologie vecchie e nuove nell’ambito dell’editoria si sta probabilmente realizzando con tempistiche e modalità meno dirompenti rispetto a quelle che hanno caratterizzato altri scenari mediali, producendo connubi più o meno felici e duraturi.
Per esempio, scalando di molto la portata di quelle che possiamo definire «tecnologie emozionali» – capaci, cioè, di riconoscere e adattarsi a un’ampia gamma di emozioni manifestate dagli utenti – troviamo le applicazioni che consigliano libri, basandosi non tanto (o non solo) su elementi come le «letture correlate», gli autori, i generi preferiti e l’età dei lettori; quanto piuttosto sul loro stato d’animo, i desideri del momento, i «contesti d’utilizzo» e i bisogni da soddisfare attraverso la lettura.
A questa categoria appartiene
Komilibro, un’app per Android concepita da un giovane professore di letteratura spagnolo – Javier Calvo – e realizzata dal programmatore Juan Mengual.
Il servizio ha il pregio di avere una grafica molto immediata e gradevole e consente un filtraggio decisamente capillare, che procede – a imbuto – dalla scelta di una macro area d’interesse alla precisazione di elementi specifici che il lettore gradirebbe trovare nella trama, nell’ambientazione, nei personaggi.

Oltre ai filtri tematici e contenutistici,
l’app consente di impostare anche delle categorie più personali ed emozionali, tra le quali segnaliamo l’impareggiabile «Sheldon Cooper loves it», accanto alle più comuni «passionated», «engaging» e «from a sick mind». La piattaforma, inoltre, si nutre dei contributi degli utenti, che ne arricchiscono il database, ne catalogano i contenuti e inseriscono i loro consigli e le loro recensioni. Pensata per avvicinare i più giovani ai libri e per rispondere in maniera puntuale alle loro esigenze di lettori, Komilibro non è unica nel suo genere: la sezione
The Book Apothecary di readitforward.com, per esempio, suggerisce tre titoli dopo aver appreso – attraverso un paio di elementari domande –
i «sintomi» del lettore (e linka poi agli store on line per l’acquisto). Un progetto italiano simile, che prometteva anche un’app capace di suggerire cosa leggere rispondendo a una sorta di test psicoattitudinale, è quello di Gioia e Valentina, autrici di
Personal Book Shopper e dell’omonima rubrica radiofonica di consigli di lettura ideata per
RadioBue.it, l’emittente universitaria di Padova.
Se, invece, più che sul
mood del lettore il consiglio deve essere calibrato sulla sua disponibilità di tempo,
torna particolarmente utile aver installato Read&Go, l’app (disponibile
anche per iOS) per la lettura alla fermata del tram (o dell’autobus). In base al tempo d’attesa che l’utente indicherà, il servizio proporrà una storia che può essere letta in quell’esatto intervallo. Ottimizzata per la mobilità romana, l’applicazione s’interfaccia con il feed dell’Atac e fornisce tempo d’attesa previsto e lettura consigliata una volta inserito il codice della palina alla quale si aspetta. Sulla lettura (in) metropolitana punta invece
letturedametropolitana.it, che
offre racconti calibrati sui tempi di percorrenza urbani e invita gli utenti a scriverne a loro volta, ampliando così la collezione di storie disponibili.
Inoltre, dopo il libro-biglietto della metro di São Paulo e il distributore di storie di Grenoble, il Comune di Milano ha recentemente inaugurato l’iniziativa
Milano da Leggere, che tappezza i mezzanini delle stazioni e altri luoghi di passaggio con scaffali virtuali, dai quali è possibile scaricare – tramite QR Code –
e-book che narrano la città dall’Ottocento ai giorni nostri, con uno sguardo verso il futuro.

Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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