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Innovazione

Google Home e Disney. Effetti (sonori) speciali per le fiabe

di Alessandra Rotondo notizia del 5 novembre 2018

Attenzione, controllare i dati.

Ad aprile Orna O’Brien, conference manager di Quantum – l’evento dedicato al digitale che precede l’apertura della London Book Fair – definiva l’audiolibro come «il golden child dell’editoria», il figlio d’oro, la promessa digitale di un settore che non ha voluto (saputo? potuto?) cogliere la rivoluzione in un altro formato elettronico: l’e-book. In effetti, negli ultimi due anni, i prodotti e gli esperimenti che ruotano attorno alla fruizione audio si sono moltiplicati, tanto che pochi mesi fa abbiamo cercato di fare il punto con una pubblicazione sul tema. E da allora le novità non si sono certo arrestate, sia sul fronte dei contenuti che su quello tecnologico.

L’attuale mercato dell’audio, quello che sempre più nitidamente va profilandosi all’orizzonte, trova un driver forte nella tecnologia (dalla centralità che gli smartphone hanno acquisito nelle nostre vite alla possibilità non più tanto – o solo – futuristica che abbiamo di interfacciarci con case, elettrodomestici e servizi intelligenti). E, un altro, nell’abitudine – sviluppata da una certa fetta di pubblico – a un certo tipo di fruizione mediale: quella che passa da Netflix e da Spotify, che è avvezza ai concetti di subscription e di mobilità.

Parte di questo pubblico è costituito dai bambini. Bambini che non sottoscrivono abbonamenti né acquistano device, ma sono sempre più consistentemente al centro delle scelte (e delle voci di spesa) del così detto mercato family. Marco Azzani, country manager di Audible Italia, in un’intervista pubblicata in versione ridotta sul «Giornale della libreria» di maggio 2018 e per intero nell’e-book Audio revolution. L’ascolto è la nuova frontiera della lettura?, raccontava: «In questi primi due anni in Italia, abbiamo notato una consistente tendenza alla sovrapposizione di fruizioni diverse in campo allo stesso account. Così, la mamma o il papà – che mentre vanno al lavoro o fanno jogging ascoltano titoli romance e di self help, o ancora audio serie – dopo le 21 fanno partire Harry Potter per i bambini, affidano ad Audible la lettura della favola della buonanotte».

Una tendenza che Amazon deve aver colto a livello globale se, da maggio scorso, ha reso disponibile nei mercati anglofoni Echo Dot Kids Editionla versione a prova di bambino dello smart speaker abitato da Alexa – che (oltre a una doverosa custodia protettiva) include l’abbonamento di un anno a FreeTime Unlimited, il parental control ideato dalla company per i suoi device, e una garanzia di due anni che promette la sostituzione «senza fare domande» anche in caso di danno accidentale.


E mentre Alexa inizia a parlare la nostra lingua e arriva in Italia con la carica dei suoi altoparlanti intelligenti, anche Google Home (che l’ingresso nel nostro mercato l’ha fatto qualche mese prima) rivolge convintamente il suo sguardo al mercato kids. A partire da novembre – e solo per Usa e Uk – lo smart speaker di Google è in grado di riprodurre effetti sonori, musica e altri suoni durante la lettura di una determinata collezione di fiabe, grazie a un partnership stretta con Disney.

Per iniziare, basterà pronunciare il comando vocale dedicato: Hey Google, let’s read along with Disney. Da quel momento, Google Home riconoscerà automaticamente la storia scelta adattando in tempo reale i contribuiti sonori alla narrazione. Insomma, all’adulto di turno il compito di leggere, a Google quello di aggiungere «gli effetti speciali». E, nel caso in cui la lettura dovesse essere interrotta, lo speaker intelligente continuerà a riprodurre una musica di sottofondo fino alla ripresa del racconto.

Non sappiamo quanto la capacità d’integrazione tra la voce di Google e quella del «narratore umano» sarà precisa e accurata. Né che valore gli effetti sonori apporteranno alla fruizione del racconto. Due considerazioni, però, viene da farle. La prima, sui risvolti tecnologici. Appare sempre più evidente, infatti, lo sforzo dei big player nello sviluppare soluzioni incentrate sulla comprensione del linguaggio naturale. Uno sforzo reso ancor più sfidante e concreto dalla necessità di includere il riconoscimento (e l’interazione) vocale nell’equazione.

La seconda, sulle origini della relazione tra editoria e audio che proprio nelle favole e nell’attenzione agli ascoltatori più piccoli ha trovato una sua prima applicazione. Anche evitando di citare le celeberrime Fiabe Sonore dei Fratelli Fabbri Editori, a chi è stato bambino ormai qualche anno fa verrà forse da chiedersi qual è la distanza che passa tra i libri sonori (quelli con la pulsantiera alimentata a pile accanto alle pagine, incorporata nella copertina di cartone)  e i suoni di Google Home. In attesa di una risposta, possiamo se non altro considerare che i vocalizi dello smart speaker non corrono il rischio di diventare striduli e inquietanti a causa dell’usura dalle batterie. Come succedeva, e non di rado, con gli accompagnamenti audio di prima generazione.

L'autore: Alessandra Rotondo

Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.

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