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Editori

Dal libro a Netflix e viceversa. Arriva in autunno il percorso formativo di AIE dedicato alle storie transmediali

di Alessandra Rotondo notizia del 20 luglio 2021

Le storie fluiscono da un contenitore all’altro. La narratività si propaga su media e supporti diversi, talvolta si adatta come un fluido al recipiente che la contiene, in altri casi prospera in «recipienti» diversi, funzionali ad approfondire questo o quell’aspetto della storia, questo o quel punto di vista, questa o quella sottotrama. Addirittura la scelta di un media, di un canale anziché un altro, ha un impatto significativo sul tipo, la consistenza, la numerosità del pubblico toccato da quella storia.

È la transmedialità: fenomeno oramai noto nell’universo dei prodotti a vario titolo editoriali – dai libri ai videogiochi, dai character al licensing, dagli universi narrativi fantastici ai fumetti, passando per gli adattamenti cinematografici e televisivi – e sempre più capace di allungare la vita delle storie, di potenziarne e amplificarne l’impatto, anche commerciale.

Un fenomeno che diventa tanto più d’impatto quando tra i punti d’approdo di queste narrazioni c’è un panorama audiovisivo molto più complesso e frastagliato, che sostituisce alla canonica contrapposizione tra autorialità cinematografica e prodotto televisivo mass market la gradazione di colori offerta dalle piattaforme on demand e la loro fame di contenuti.

Insomma, ai tempi del piccolissimo schermo – porta d’accesso verso l’abnorme compagine dell’intrattenimento digitale – lungi dall’esaurirsi, il rapporto tra carta e pixel sembra diventare sempre più intenso. Il caso che fa scuola è quello di House of Cards – trasmessa per sei stagioni da Netflix – adattamento dell'omonima miniserie televisiva prodotta dalla BBC, a sua volta basata sulla trilogia di Michael Dobbs del 1989. Ma gli esempi sono tanti: dalla celeberrima Game of Thrones nata come adattamento televisivo del ciclo di romanzi Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R. R. Martin a The Walking Dead, bastata sull'omonima serie a fumetti scritta da Robert Kirkman. Fino a casi molto più recenti, come il successo planetario di Brigerton, la serie originale Netflix più vista nella storia della piattaforma basata sull’omonima saga di Julia Quinn.

Se il libro è spesso l’incipit di una catena di valore capace di attraversare e coinvolgere altri media (e lo abbiamo recentemente sentito raccontare da Sky Italia e Lux Vide) non vuol dire che questo valore non possa poi al libro ritornare: in forme e modalità diverse. È il caso di Leonardo, fortunata fiction mandata in onda in primavera da Rai 1 che ha fatto crescere del 156% le vendite di titoli dedicati all’artista. O anche quello de La regina degli scacchi che – già tratta dall’omonimo romanzo di Walter Trevis – ha mobilitato le vendite di scacchiere e pedoni, manuali e corsi, e ovviamente del libro di Trevis.

Di pochi giorni fa è poi la notizia dell’acquisizione da parte dell’Editrice Il Castoro dei libri ufficiali di un’altra serie Netflix di culto dedicata al pubblico dei più giovani (ma non disdegnata affatto dagli adulti): Sex Education. In questo caso il passaggio è inverso – dalla serie al libro – e testimonia come il circolo virtuoso della transmedialità possa davvero assumere orientamenti diversi. Licenziati da Hachette Children’s Group in 20 Paesi in tutto il mondo, i due titoli ispirati alla serie – Sex Education: On the road e Sex Education: il sesso, l’amore e le relazioni spiegati bene usciranno in Italia rispettivamente il 2 settembre e il 14 ottobre. I due libri, l’uno nel genere del romanzo, l’altro del libro non-fiction, conservano l’approccio diretto e delicato alla sessualità adolescenziale tipico della serie e parlano – oltre che al pubblico dei fan – anche a quello più ampio dei young adult.

In considerazione di quanto siano numerose e frastagliate le opportunità da considerare quando si ripensano storie, personaggi e proprietà intellettuali in ottica transmediale, AIE ha voluto dedicare a questi argomenti un ciclo formativo in quattro appuntamenti, dal titolo Libri, film, serie TV: investire nelle storie transmediali. Dal progetto, alla scrittura, alla gestione degli aspetti contrattuali.

Nel primo e nel quarto modulo Paola Corsini, licensing e dramatic rights specialist, illustrerà gli scenari editoriali e progettuali della transmedialità, soffermandosi in concreto sulle attività da svolgere e sulle ricadute pratiche da sull’organizzazione della casa editrice e sulle sue risorse. Si vedrà quindi come proporre i propri titoli alle case di produzione e come lavorare per trasformare un prodotto editoriale in un programma televisivo, cinematografico e/o digitale, o per creare un libro partendo da un film o da una serie Tv.

Alle avvocate Beatrice Cunegatti e Fabrizia Serpieri saranno invece affidati il secondo e il terzo modulo, dedicati ai risvolti legali e contrattuali della trasmedialità, con l’analisi di tutte le implicazioni che queste attività hanno sulla definizione degli accordi contrattuali con tutti gli attori coinvolti: autori, produttori e piattaforme.

I corsi – ai quali ci si può iscrivere singolarmente o, beneficiando di uno sconto, con la formula pacchetto – si rivolgono ai direttori editoriali, responsabili uffici diritti e contratti, editor e consulenti editoriali di case editrici, agenti letterari, producer e responsabili dello sviluppo progetti delle case di produzione. Le informazioni per partecipare e il dettaglio dei singoli appuntamenti – che si terranno nel complesso dal 14 settembre al 25 novembre – possono essere consultati a questo link.

L'autore: Alessandra Rotondo

Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.

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