La rivistaAprire il mercato
di Piero Attanasio
Abstract ∨
Nel dibattito internazionale sull’impatto delle tecnologie sull’industria editoriale, ci sono alcuni luoghi comuni che vale la pena di analizzare. Il primo recita: «Le tecnologie digitali stimolano le politiche di un-bundling», intendendo con tale termine la proposizione di offerte commerciali molto più granulari, ad esempio la vendita di singoli articoli invece che di fascicoli di rivista. Il ragionamento parte dalla constatazione che mentre gli studiosi hanno bisogno di leggere singoli articoli, le tecnologie a stampa obbligano gli editori a mettere più articoli in un volume, così che il consumatore è costretto ad acquistare un insieme di articoli, anche laddove non sia interessato a tutti. Essenzialmente, ciò dipende dalla struttura dei costi della produzione a stampa e dalla distribuzione libraria, che rende impossibile, dal punto di vista economico, la commercializzazione di articoli singoli. Dal punto di vista meramente tecnico, è vero che le tecnologie digitali consentono politica di un-bundling, in quanto i lettori possono scaricare da Internet singoli articoli (così come singoli brani musicali). Tuttavia, consentire non significa stimolare. Le dinamiche di mercato possono determinare un equilibrio completamente diverso.
Catalogo, una risorsa
di Giovanni Peresson
Abstract ∨
Nato nel ’69 come Ufficio centrale del catalogo, nel 1975 diventa nel neonato Ministero per i beni culturali l’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione (Iccd) con la finalità di realizzare il Catalogo unico del patrimonio in un Paese devastato dagli effetti del boom economico, della speculazione edilizia, dello scempio paesaggistico, dall’incuria di molte amministrazioni locali. Tema di accesi dibattiti negli anni Settanta e Ottanta, oggi nel radicale mutamento del quadro complessivo di riferimento in materia di tutela e gestione dei beni culturali potrebbe rappresentare – con la sua banca dati – un importante punto di riferimento per il settore dell’editoria d’arte del nostro Paese.
Dove passa la conoscenza
di interviste con Gaspare Mura (Urbaniana UP), Aldo Pinchera (Edizioni Plus), Giuseppe Morante (LAS), L
Abstract ∨
La nascita di vere e proprie University press sul modello anglosassone è un fenomeno relativamente recente per quanto concerne l’università italiana. Negli ultimi anni, inoltre l’insieme del comparto dell’editoria universitaria è percorso da cambiamenti in termini di modelli di business prevalentemente legati all’introduzione massiccia delle nuove tecnologie, nonché dalle esigenze didattiche richieste dalla riforma. Alla luce di queste considerazioni, abbiamo chiesto alle University press afferenti agli atenei del nostro Paese una valutazione dell’evoluzione dello scenario in cui si trovano a operare, con particolare riferimento alle strategie di posizionamento rispetto all’insieme delle pubblicazioni afferenti all’ateneo di riferimento e all’uso delle tecnologie. Di seguito le risposte che abbiamo raccolto e che evidenziano una molteplicità di modelli di business e di approcci sia in relazione alla specifica produzione libraria a fini didattici sia, e ancor più, in relazione all’uso delle nuove tecnologie.
Editoria d'arte e turismo culturale
di Giovanni Peresson
Abstract ∨
Il turismo culturale rappresenta negli ultimi anni una delle «forme» del consumo turistico in crescita nel nostro Paese. Detto ciò, va ribadito il fatto che non ci può essere un turismo culturale, una valorizzazione del patrimonio artistico e naturalistico della regione senza un parallelo sviluppo di un’editoria, di un tessuto di punti vendita specializzati, la formazione di professionalità editoriali e di vendita per rispondere a questi elementi di valorizzazione del territorio.
Isole di lettura
di Le iniziative di promozione della lettura della regione Sardegna, Redazione
Abstract ∨
Un’Italia dai pochi lettori, ma con molte centinaia di iniziative – purtroppo in larga parte, con l’eccezione della Puglia, localizzate nelle Regioni del Nord e del Centro – che hanno a che fare con la promozione della lettura: fiere e saloni del libro, pubbliche letture, festival letterari, iniziative realizzate su spiagge o in alpeggi montani da associazioni, biblioteche, librerie, Comuni, Regioni e naturalmente case editrici. Molte di queste iniziative sono però del tutto sconosciute agli stessi addetti ai lavori.
Le schede che presentiamo censiscono le iniziative che si svolgono in Sardegna - raccolte grazie all’Associazione degli editori sardi che a fine maggio aveva organizzato a Cagliari su due giornate un seminario (e convegno) anche su questi temi – costituiscono un campione, anche in termini di originalità delle formule, che ci sembra rappresentativo di quello che viene fatto nel nostro Paese in materia di promozione della lettura – o di come viene detto in questi Stati generali – di «creazione della domanda»: I Presidi del libro, Macomer, Marina Cafè Noir, Mieleamaro, Settembre dei Poeti, Festival di Tuili, Festival di Gavoi, Isola del Teatro, NoArte.
Scatti di editoria
di Sandro Pacioli
Abstract ∨
L’editoria fotografica – nonostante le decine di migliaia di copie mensilmente vendute in edicola dei mensili di fotografia – rappresenta nel nostro Paese una nicchia, all’interno di un’altra nicchia: quella del libro illustrato o del libro d’arte. Non solo il libro fotografico occupa spazi marginali in libreria, ma anche sulle stesse pagine culturali, in quella che viene chiamata la «cronaca culturale». E le mostre e le rassegne sembrano essere seguite da numeri tutto sommato trascurabili di frequentatori e appassionati.
Se la cultura vale oro
di Giovanni Peresson
Abstract ∨
Un appuntamento che avviene, a due anni esatti di distanza dal primo, in un panorama politico diverso, in una nuova legislatura. Soprattutto con una nuova maggioranza che ha fatto della necessità di ridare sviluppo al Paese e maggiore capacità di competere sui mercati internazionali il suo progetto di Governo.
In questo mutato contesto politico (ma anche economico) l’attenzione è stata posta, anche attraverso la predisposizione di un libro bianco come era avvenuto nella precedente edizione, su come gli investimenti pubblici e privati in capitale umano siano in stretta relazione economica con la crescita della produttività.
|