I cinquanta milioni di copie venduti dal Codice di Dan Brown (e il tardivo veto cardinalizio di vederne il film derivato) sono sicuramente un risultato economicamente straordinario, ma anche un fenomeno editoriale in parte già sperimentato e, per quanto fortunato, preoccupante, vista la facilità del «credere» che si annida sempre dentro e ai margini dell’esoterico: esso rivela inoltre alcune curiose coincidenze e punti di contatto con quanto avvenne alla precedente svolta del secolo, cioè al passaggio tra XIX e XX secolo: fu allora che apparve un romanzo rivelatosi di pari fama e fortuna e che ha instancabilmente alimentato l’interesse e l’orrore nel suo incessante percorso: stiamo parlando di Dracula di Bram Stoker che esce, appunto, nel 1897.