Un vecchio adagio, per la verità un po’ trito, vuole che in Italia si possa fare editoria di ricerca solo a patto di essere piccoli e indipendenti. Ovvero: le grandi case editrici non coltivano più i talenti, ma si limitano a pubblicare il secondo libro di scrittori scoperti e lanciati da editori piccoli, magari di provincia, che pongono al centro del loro lavoro l’attività di scouting e reclutamento di autori inediti e sconosciuti, lo smussamento dei loro difetti e il lancio sui banchi delle librerie. Ovviamente non è vero: non esistono né una regola né una prassi consolidata, anzi, molte major hanno lanciato – e con successo – giovani autori sconosciuti al loro primo libro.