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Lettura

Spagna. In 10 anni la lettura cresce di quasi 6 punti. Il merito? Dei «lettori frequenti»

di Bruno Giancarli notizia del 14 marzo 2023

La Federación de Gremios de Editores de España, l’associazione spagnola degli editori, ha da poco diffuso i dati dell’indagine annuale (condotta da Conecta) sulla lettura in Spagna nel 2022. Ricordiamo sempre che la Spagna rileva la lettura in un modo diverso rispetto all’Italia, nella misura in cui si riferisce alle persone che hanno letto almeno una volta per trimestre, che sia per studio, lavoro o durante il proprio tempo libero, anche prodotti diversi dai libri (riviste, quotidiani, ecc.). Il campione è rappresentativo della popolazione spagnola con più di 10 anni e consta di 5mila individui, intervistati telefonicamente (CATI). Nel proseguo di questo articolo ci concentreremo esclusivamente sulla lettura di libri nel tempo libero della popolazione con più di 14 anni.

Il 64,8% degli spagnoli ha letto nel proprio tempo libero almeno un libro per trimestre nel 2022. Da questo valore, va ricordato, sono esclusi i fumetti, la cui lettura viene considerata separatamente rispetto a quella di libri (anche se viene reso disponibile il dato aggregato della lettura nel tempo libero di libri o fumetti: in tal caso, la quota di lettori passa dal 64,8% al 66,2%). Dal 2017, anno a partire dal quale l’indagine è stata condotta con cadenza annuale, la tendenza è netta: la quota di lettori sul totale della popolazione è sempre aumentata, tant’è che in 10 anni si sono guadagnati 5,7 punti percentuali di lettori (la quota di lettori è cioè passata dal 59,1% del 2012 al 64,8% del 2022). La cosa interessante è come, dalla pandemia in poi, tale incremento sia dipeso dai lettori frequenti (chi legge almeno una volta a settimana) e non da quelli occasionali (chi legge meno spesso): si tratta di una caratteristica che è sorta nel 2020 e che si è mantenuta nel 2021 e 2022, segno tangibile di come i lockdown abbiano introdotto un cambio persistente nelle abitudini di lettura in Spagna.


Come per l’Italia, anche in Spagna le donne leggono molto più degli uomini: la forbice tra i due generi negli ultimi 5 anni è sempre stata di oltre 10 punti percentuali in favore delle prime. Merita di essere segnalato che l’aumento della lettura negli ultimi anni è stato trasversale, oltre che per genere, anche per fasce d’età. Le variazioni del 2022 rispetto al 2021 sono minime, con due significative eccezioni: la quota di lettori tra i 25 e i 34 è diminuita dal 67,3% del 2021 al 63,8% del 2022, mentre quella di lettori tra i 45 e i 54 anni è aumentata dal 67,4% al 70,9%. Se si assume invece un’ottica di medio periodo, in 4 anni tutte le diverse fasce d’età (14-24; 25-34; 35-44, ecc.) hanno guadagnato circa 2-3 punti percentuali.

Un altro aspetto che emerge dai risultati dell’indagine è che i lettori più forti sono quelli che integrano libro a stampa ed e-book: il 64,8% di lettori è composto da un 37,5% che legge esclusivamente libri a stampa, un 6% che legge solo in digitale e il restante 21,3% che legge in entrambi i formati. La media di libri letti in un anno è pari a 8,9 per la prima tipologia, 12,4 per i secondi e 12,6 per i terzi. Questo dato dipende anche dal fatto che la quota di lettori in digitale è più alta tra i più giovani e con titolo di studio più alto. Gli audiolibri, conteggiati a parte, rimangono un formato minoritario: è ascoltatore il 5,4% della popolazione nel 2022, una quota stabile rispetto al 2021 e che è massima dai 14 ai 24 anni (9,9%) per poi decrescere all’aumentare dell’età.

L’indagine evidenzia anche il rapporto degli spagnoli con le biblioteche, frequentate almeno una volta l’anno dal 26,2% della popolazione, in crescita rispetto al 2021 (25,3%). Vero è che il valore considera tutte le tipologie di biblioteche, ma se ci si concentra esclusivamente su quelle di pubblica lettura la percentuale si attesta attorno al 23,5%. In Italia, come ricordato anche in occasione di un seminario di MLOL, il valore del 2021 è pari a un terzo (7,4%).

Il «barometro» spagnolo interroga quanti tra gli intervistati non leggono o lo fanno solo occasionalmente sulle ragioni di tale comportamento: la ragione principale è la mancanza di tempo (44% delle occorrenze, che diventa 57% tra i 25 e i 34 anni), seguita dalla preferenza per altre attività (31%) e dalla mancanza di interesse (29%).

Tra i diversi focus presenti nell’indagine spagnola, infine, meritano di essere segnalati quelli sulla lettura dei bambini con meno di 10 anni e quello sulla lettura degli adolescenti. Nel 2022 il 75,9% dei bambini con meno di 6 anni ha avuto un adulto o un altro familiare che gli ha letto un libro. Per dare un termine di paragone, e ferma restando la differenza del concetto di lettura di cui sopra, in Italia i lettori fino a 4 anni sono il 70%, come mostrano i dati dell’Osservatorio Kids di AIE presentati in occasione dell’ultima Bologna Children’s Book Fair. Nel caso dei bambini tra 6 e 9 anni la percentuale di lettori è pari all’85,3%. Per quanto riguarda infine gli adolescenti, va notato da un lato il picco che raggiunge la lettura di fumetti rispetto alle altre fasce d’età tra i ragazzi tra 10 e 14 anni (44,5%); dall’altro, ed è forse l’elemento più interessante, il fatto che nella fascia 15-18 la lettura tra 2021 e 2022 ha conosciuto un autentico boom ed è passata dal 72,7% al 79,2%. Per questa crescita si possono trovare molte spiegazioni, ed è vero che le misure di promozione della lettura hanno generalmente effetto sul medio periodo e non nel brevissimo: nonostante ciò, il fatto che il 2022 sia stato il primo anno in cui la Spagna ha conosciuto una misura simile alla 18app non rappresenta di certo una mera coincidenza.

L'autore: Bruno Giancarli

Dottorato in filosofia a Firenze, Master in editoria di Unimi, Aie e Fondazione Mondadori. Attualmente lavoro presso l'Ufficio studi Aie. Mi interessano i dati della filiera editoriale e le loro possibili interpretazioni.

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