Si chiama
Books make us better ed è la campagna di comunicazione lanciata da
Penguin Random House per le imminenti festività invernali. Dopo il
pinguino stagista (ma anche dopo
il restyling della collana Penguin Monarchs), la nuova iniziativa del gruppo statunitense
articola attorno al claim «
I libri ci rendono migliori» un calibrato mix di copy umoristici e vivaci palette cromatiche.
Il progetto è stato realizzato dall’agenzia creativa londinese
Anyways e declinato tanto nelle
affissioni murarie comparse all’inizio di dicembre nella
metropolitana di New York quanto nel
mini sito dedicato all’iniziativa.

L’idea è semplice ma quanto mai efficace. I libri – vuoi per la facile reperibilità, vuoi per la maneggiabilità, vuoi perché intrinsecamente percepiti come regalo «di valore» pur in un range di prezzo contenuto – vengono sovente scelti come regalo in occasione delle feste. Ma affinché un libro «ci renda migliori», affinché quindi sia apprezzato e auspicabilmente letto da chi lo riceverà, è necessario che un po’ d’attenzione venga posta, dal regalante, al momento della scelta.
Nel mini sito il concept è tradotto in un percorso da compiere in una manciata di click, che parte dalla domanda «
Il libro è per te o per qualcun altro?». A seconda della risposta, l’utente verrà guidato verso gli ulteriori passi che lo porteranno alla scelta. Se il libro è per qualcun altro, ad esempio, gli verrà chiesto di specificare il rapporto che lo lega a questa persona opzionando una tra le voci della lista, per poi passare a scoprire qualcosa di più sulle ambizioni del ricevente.

Se il libro è un auto-regalo, invece, immediatamente ci verrà chiesto di specificare qualcosa di noi: siamo per caso «un tredicenne che va per i trent’anni»? Siamo forse «segretamente una spia» o un «detective in erba»? Nel bel mezzo di un «viaggio alla scoperta di noi stessi»? O stiamo «sfidando lo status quo»? Le opzioni eleggibili sono tutte molto ironiche e particolarmente divertenti.
Una volta indicate le risposte più pertinenti, non resta che scegliere un titolo dalla rosa dei tre che verranno proposti, e successivamente selezionare il layout del biglietto digitale – confezionato naturalmente a misura di condivisione social – con il quale accompagnare il regalo (anche in questo caso le proposte tra cui orientarsi sono tre). L’ultimo step del percorso offre la possibilità di acquistare poi il libro, reindirizzando l’utente verso i maggiori siti di e-commerce dov’è disponibile.

Per sviluppare il linguaggio visivo della campagna il team creativo e di sviluppo di Anyways ha lavorato con
Ben Ommundson,
giovane e talentuoso illustratore con una forte specializzazione nel campo dell’animazione. A lui si devono gli imperdibili
easter egg che l’osservatore più attento potrà scorgere navigando il mini sito. Uno tra tutti, l’ombra cinese –
di un pinguino, neanche a dirlo – che la manina arancione che fa da cursore (nonché
elemento ricorrente e identirario dell'intero progetto) si diletta a proiettare sullo schermo, nell’attesa che l’utente selezioni le sue risposte.

Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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