Nei prossimi mesi Spotify potrebbe includere nell’offerta per i suoi utenti paganti un pacchetto di audiolibri gratuiti. La piattaforma, oramai leader nello streaming di podcast, punta a diventare un riferimento anche per gli audiolibri, in concorrenza diretta con Audible e gli altri servizi dedicati.
Un anno fa Spotify annunciava l’arrivo degli audiolibri sulla sua app per il mercato degli Stati Uniti: non in abbonamento, ma a disposizione degli utenti per l’acquisto al dettaglio, alla maniera di Google e soprattutto di Apple. Il debutto statunitense – preludio al lancio su scala internazionale, tanto che già per la fine dell’anno la novità era arrivata nei principali mercati anglofoni – avveniva con un catalogo di 300 mila titoli punteggiato di numerosi best seller.
Le cose però sono andate meno bene del previsto. La policy di Apple sulle vendite in app ha aperto una rocambolesca questione legale tra le due big tech, con Spotify intenzionata ad ampliare pubblico e ricavi e la company di Cupertino impegnata a preservare la propria posizione nel mercato dei contenuti digitali.
Per aggirare il balzello sugli acquisti degli utenti iOS imposto da Apple – dopo aver provato a dirottare il percorso d’acquisto fuori dalla app con buona pace della fluidità dell’esperienza utente – Spotify starebbe quindi lavorando con alcune delle maggiori case editrici statunitensi a un nuovo programma pilota. L’obiettivo è consentire agli abbonati – ai soli utenti abbonati e paganti – di ascoltare fino a 20 ore di audiolibri al mese senza costi aggiuntivi. I dettagli sono ancora in evoluzione, ma l'azienda prevede di offrire il programma per un periodo di tempo limitato, nel quale valutare l’interesse concreto del suo pubblico.
Per bilanciare la ridotta redditività dello streaming musicale, da anni Spotify sta cercando di soddisfare gli investitori puntando sull’audio editoriale, un mercato in espansione tra gli ascoltatori. A luglio, inoltre, ha annunciato per la prima volta un aumento di prezzo della sua offerta base, che passerà dai proverbiali 9,99 a 10,99 dollari al mese. Introdurre in questa fase gli audiolibri è forse anche un modo per compensare gli abbonati del rincaro, facendogli digerire di buon grado il dollaro in più.
Ancora in elaborazione anche il modello di remunerazione per gli editori, che probabilmente sarà basato sul tempo e la frequenza d’ascolto.
Il nuovo programma, che verrà lanciato in anteprima negli stessi Paesi anglofoni già raggiunti dal servizio di vendita al dettaglio degli audiolibri, sarà probabilmente esteso – dopo le verifiche di sostenibilità del caso – agli altri mercati dove Spotify opera con la sua offerta commerciale.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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