Questo articolo è stato pubblicato in una differente versione sul Giornale della libreria di maggio 2022. Se sei abbonato, scarica qui la tua copia. Se vuoi abbonarti: ecco come farlo.
Gli editori ucraini mettono a disposizione i file di stampa e i partner europei raccolgono fondi per produrre e distribuire i libri alle bambine e ai bambini ucraini rifugiati nei loro Paesi. Funziona così Books without border, l’ultima – ma non l’unica – iniziativa che vede il mondo dell’editoria mobilitarsi in favore dell’Ucraina.
Le prime richieste ai librai di Leopoli sono arrivate ai primi di marzo dai colleghi polacchi: ci servono libri per i bambini ucraini che si trovano qui rifugiati, riuscite in qualche modo a farceli avere? Purtroppo, non era così immediato. Anche se i carri armati russi erano lontani, organizzare un trasporto di libri dall’Ucraina verso l’Europa era tutt’altro che semplice. «Non lo è tutt’ora» spiega Yuri Marchenko che, per conto dell’Ukrainian Book Institute (UBI), agenzia governativa fondata nel 2018 per la promozione della lettura e della cultura ucraina all’estero, si occupa del progetto Books without border.
Il progetto risponde proprio a questa domanda: come facciamo a far arrivare ai bambini e alle bambine ucraine rifugiate nei diversi Paesi europei libri nella loro lingua se non è possibile, o comunque è troppo difficile, farli arrivare da Leopoli e dalle altre città ucraine? La risposta è apparentemente semplice: si possono stampare all’estero. Ma servono soldi e una rete di collaborazione ampia con il mondo del libro europeo. Ed è così che è nato Books without border: gli editori ucraini mettono a disposizione i titoli e le specifiche tecniche per consentire la stampa all’estero, i partner europei raccolgono i fondi per l’operazione e si occupano di stampa e distribuzione.
La partnership tra l’Ukrainian Book Institute e la Federazione Europea degli Editori (FEP) è stata annunciata durante la scorsa Bologna Chidren’s Book Fair, che sostiene l’iniziativa così come adesso la sostiene anche il Salone di Torino. L’Associazione Italiana Editori è stata parte dell’iniziativa fin dal primo momento, facendo da ponte con gli editori italiani per la raccolta fondi e versando, autonomamente da questi, una propria quota. Peter Kraus vom Cleff, presidente della Federation of European Publishers, e Ricardo Franco Levi, vicepresidente e presidente dell’Associazione Italiana Editori, avevano così lanciato l’iniziativa e la campagna di crowdfunding, tutt’ora in corso: «È chiaro che è nostro dovere aiutare i nostri colleghi editori in Ucraina e fare il possibile perché i bambini ucraini possano avere accesso ai libri. È importante che il mondo del libro dimostri solidarietà. Se potete, per favore, donate. Tutti i fondi verranno spesi per stampare libri e verranno amministrati dall’UBI».
Lo scorso 5 aprile i primi fondi raccolti hanno permesso di mandare in stampa 6 mila copie di sei diversi titoli per la distribuzione in Polonia. Seguono adesso i libri per l’Italia, la Germania, le Repubbliche Baltiche e i Paesi Bassi. Al momento di scrivere questo articolo, i titoli disponibili sono 29 forniti da otto diverse case editrici ucraine che hanno ceduto i diritti gratuitamente: tutti i soldi raccolti, infatti, sono destinati alla stampa dei libri.
L’iniziativa è sostenuta personalmente da Olena Volodymyrivna Zelens'ka, moglie del capo di governo: il patrocinio è stato annunciato a Parigi il 22 aprile. Come spiega Yuri Marchenko, «UBI considera l’accesso ai libri uno dei bisogni fondamentali dei bambini ucraini rifugiati, indispensabile per superare il trauma psicologico». Le affermazioni dell’Istituto si basano su diversi studi psicologici, tra cui quelli di Donald H. Meichenbaum, che hanno individuato proprio nella lettura, e specie la lettura nella lingua madre, uno degli strumenti predittivi della capacità dei minori rifugiati di superare i traumi subiti. Ma non solo: per le autorità ucraine la lettura nella lingua d’origine è un modo per mantenere viva l’identità ucraina nelle giovani generazioni, in previsione di un ritorno a casa che si auspica il più vicino possibile.
Books without border è l’iniziativa centrale, sia per l’ampiezza dell’impegno che per il suo valore anche simbolico, che il mondo del libro europeo ha attivato per l’Ucraina, ma in realtà il campo d’azione è ben più ampio. Sempre in collaborazione con UBI e FEP, le associazioni editori di Italia, Polonia, Slovacchia, Romania e Germania stanno partecipando alla presentazione di un progetto europeo – Tales of EUkraine – per finanziare la produzione in edizioni bilingue di libri per bambini tradotti dall’ucraino da distribuire alle bambine e ai bambini ucraini, ma anche ai loro nuovi amici nei Paesi di destinazione: perché il libro diventi anche strumento di interazione e integrazione, di conoscenza della cultura ucraina in Italia e nel resto d’Europa.
Su un altro versante, grazie al programma di sostegni alle traduzioni di Europa Creativa, con scadenza a fine maggio, diversi editori italiani stanno valutando la possibilità di portare in Italia le opere di autori ucraini.
Qualcuno l’ha già fatto: è in vendita in Italia dal 28 aprile in una versione bilingue italo-ucraina il libro per ragazzi Il custode del bosco, di Oleksij Cherepanov, in origine pubblicato dall’editore ucraino Ranok. In Italia lo pubblica Il Castoro, da cui in passato l’editore di Kharkiv ha comprato i diritti e tradotto nel suo Paese diverse opere, tra cui Nebbia di Marta Palazzesi, Premio Strega Ragazze e Ragazzi. «Di fronte alla tragicità di quanto sta accadendo, abbiamo deciso di attivarci attraverso quello che ci rappresenta di più, ovvero il nostro lavoro di editore e le storie per bambini, dando vita a un progetto di solidarietà che ci auguriamo possa unire le persone, creando reti di sostegno e di relazioni, nonché linguistiche» scrive la casa editrice. Il ricavato andrà in beneficenza e più precisamente a Refugees Welcome Italia, un’associazione che si occupa di organizzare l’accoglienza di rifugiati in famiglia.
Ed è destinato alla beneficienza – più precisamente alla Croce Rossa – anche il ricavato che Einaudi Ragazzi ha raccolto grazie alla pubblicazione de La Luna di Kiev, inizialmente contenuta in Filastrocche in cielo e in terra, in un volume a parte accompagnato dalle illustrazioni di Beatrice Alemagna. La filastrocca di Rodari era diventata virale sui social nei primi giorni dopo l’invasione. Spiega l’editrice Orietta Fatucci, che inizialmente aveva pensato a una nuova opera inedita, costruita con l’aiuto di alcuni degli autori della casa editrice: «Nessun volume antologico sarebbe stato perfetto come quella filastrocca, avevamo già la risposta nel nostro patrimonio editoriale grazie a Gianni Rodari, un poeta del nostro lessico familiare».
Sono nato a Genova e vivo a Milano. Giornalista, già addetto stampa di Marsilio editori e oggi di AIE, ho scritto per Il Secolo XIX, La Stampa, Internazionale, Domani, Pagina99, Wired, Style, Lettera43, The Vision. Ho pubblicato «Figli dell’arcobaleno» per Donzelli editore. Quando non scrivo, leggo. O nuoto.
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