autori che si godono i vantaggi dell’essere pubblicati da una casa editrice e dell’autopubblicazione. Molti iniziano con il self publishing e poi approdano all’editoria tradizionale. Altri, forti di un contratto con un editore, portano avanti nuovi progetti e nuove idee, tastando il terreno in autonomia. Tutti hanno una storia alle spalle da raccontare (alcune hanno trovato spazio nell’e-book Prospettiva self publishing. Autori, piattaforme e lettori dell’editoria 2.0, disponibile in e-book sulle principali piattaforme on line) come Hugh Howie, profeta del self publishing che non ha disdegnato un contratto con uno dei «big five».
Quando l’ex libraio Hugh Howey scrisse ormai tre anni fa la short novel Wool non poteva certo immaginare che sarebbe diventata un caso editoriale da un milione di dollari dal quale Ridley Scott sta per trarre un film che, a sentire la stampa americana, promette già di sbancare i botteghini.
Ma soprattutto non poteva immaginare che con Wool sarebbe diventato il paradigma di un nuovo tipo di autore capace di autopubblicarsi (il racconto era in vendita a un dollaro su Amazon), promuoversi grazie ai lettori e al feedback della rete (Howey ha un profilo Facebook e Twitter su cui riceve quotidianamente consigli e critiche e in uno dei volumi della saga ha anche nascosto il suo numero di telefono che a volte qualche lettore chiama) e addirittura gestire la vendita dei diritti per la realizzazione della sceneggiatura tratta dalla sua opera direttamente con Hollywood.
Nel 2012 è arrivato anche l’accordo con Simon and Schuster per distribuire la versione cartacea dei suoi romanzi, senza rinunciare ai diritti sugli e-book.
Presente all’ultima edizione di Bookcity per presentare Wool. La trilogia del silo, ci ha raccontato il suo percorso. A cominciare dalle copertine dei suoi libri: «Sono state fatte delle edizioni straniere bellissime della mia saga. Quella italiana, ad esempio, dietro nasconde la mappa del Silo. In Giappone e Corea il libro è stato diviso in due sezioni: se affiancate le due copertine formano un’immagine più grande. Adoro vedere quanto creative possano essere le case editrici!».